Ma, sarà vero che ogni realtà annienta il sogno?
Il posizionamento della felicità nelle circostanze della vita, secondo alcuni pensatori, non sta nel raggiungimento di un fine prefissato, ma nel percorso per raggiungerlo.
Tale concetto ripreso da tanti scrittori e intellettuali non è recente. Risale addirittura all'antica saggezza popolare Giapponese.
In parole semplici:
-Il viaggio verso la meta, pieni di speranza è meglio che il raggiungimento della meta.
-Gli artisti veri tendono a scordare l'opera appena terminata, anche al fine di conservare il desiderio, le emozioni, le paure assaporate durante la concezione.
-George Bernard Shaw esprimeva lo stesso concetto dicendo che porta l'amaro in bocca la realizzazione di un intimo desiderio a lungo cercato disperatamente.
-Hermann Hesse ne "Il seduttore" afferma categoricamente: "Resisti, bella donna, rendi più severe le tue vesti. Incanta, tormenta, ma non concederti a me!"
-Alfred Adler suggerisce al suo viaggiatore di desiderare il raggiungimento della meta, ma di non arrivare mai.
-Rousseau scriveva alla sua adorata Madame d'Hondetot: "Se voi sarete mia, io vi perderò - perchè vi possederei, proprio voi, colei che io stimo".
In sintesi, nella vita è meglio scegliere mete elevate che mete ragionevoli. E' questo il concetto di vita del "Poveretto chi non ha sogni".
4 gennaio 2017
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