Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

31 gennaio 2025

GRATITUDINE

 Gratitudine
Sai perché le persone non riconoscono quello che fai per loro? 
Perché la prima volta che tu fai qualcosa per qualcuno tu generi in lui la gratitudine. 
La seconda volta che tu fai o dai a qualcuno generi l’anticipazione. La persona si aspetta di ricevere di nuovo. 
La terza volta hai già generato un’aspettativa. La persona si aspetta di ricevere ancora quello che gli avevi dato. 
La quarta volta tu generi un merito. La persona sente di meritare quello che gli stai dando e vuole continuare a ricevere. 
La quinta volta hai già creato una dipendenza. Quella persona sente di non vivere più bene senza quello che tu gli stai dando. É già viziata. 
La sesta volta percepisci che non c’è reciprocità, tu non ricevi nulla in cambio e smetti di dare. 
   E allora la persona viziata che tu hai creato è risentita con te perché gli stai negando quello di cui ha tanto bisogno e allora finisce per odiarti, perché hai smesso di dare quello che tu gli hai fatto credere di meritare. 
Per questo bisogna sapere qual è il limite nel dare. 
Perché l’altro non conosce limiti nel ricevere.

(Mario Venuti)

Altre volte ho scritto su questo argomento. Ora, sopra, ho riportato un parere che poco si discosta dal mio.

GUARDA OLTRE. OLTRE IL DOLORE.

   Guarda oltre. Oltre il dolore.
Non ti fermare davanti alle difficoltà. Nella vita bisogna avere la forza e il coraggio di andare oltre il dolore. Per cercare, e trovare, risposte alle domande che hanno attaccato e martoriato il cuore. Davanti alle ferite, seppure profonde, non bisogna, mai, reagire con rassegnazione. Nessuna ipotesi di resa deve esistere in chi è stato colpito. E nessuno spiraglio di disfatta deve trapelare all'esterno del proprio corpo e dai propri cari. 

La vita deve continuare ad andare avanti, con la schiena diritta, con lo sguardo fiero e sereno, seppure nell'intimo intristito. La reazione deve essere forte, come il dolore; anzi, più forte del dolore, al fine di cercare di fare in modo che la Verità e la Giustizia vengano a galla. Anche quando, per tanto tempo, è stata negata. 
Chi è stato colpito deve sapersi rialzare e rialzarsi e guardare oltre; oltre il buio della notte senza luna e senza stelle. Oltre l'evento. 
Chi si è trovato sotto attacco fisico e/o morale, seppur barbarico, deve essere capace di trasformare il suo dolore in lotta civile, in impegno civile e responsabilità morale, per se stesso, per chi era a lui caro e ora non c'è più e per la società intera. Tutte le vicende rimaste sotto una fitta coltre di nebbia procedurale, indipendentemente dalle motivazioni, devono essere memorizzate e riportate singolarmente evitando assemblaggi indeterminati che portano giovamento solo ai barbari e ai personaggi di turno che vogliono, in sostanza, mettere in evidenza la propria persona, il proprio interesse. 

In dettaglio, i caduti, in modo diretto o indiretto, devono avere la possibilità di raccontarsi, di esprimersi, di indicare la loro vita terrena, di far conoscere le loro emozioni, gli ostacoli e le difficoltà incontrate. E le persone che hanno agito contro di loro. 
Questo guardare oltre il dolore è qualcosa che serve a chi racconta, serve alla vittima, seppure assente, serve alla società necrotizzata, perché si sforzi a cercare, e trovare, gli anticorpi contro il cancro sociale che, lentamente, la uccide. 
Serve per fare in modo che il futuro delle nuove generazioni sia fatto di luce e non di buio. Tutti i casi sepolti senza giustizia devono essere ripresi, ricordati, non solo nell'ambito familiare, ma anche nell'ambito sociale. non devono essere lasciati nell'oblio. I giovani devono sapere della sofferenza, del dolore, della resistenza della ingiustizia che hanno attraversato i corpi e le anime delle vittime (Menzionandole, sempre col nome e col cognome e con la loro storia, una per una, non in senso indeterminato). 
Il dolore solo così sarà possibile, come in un bombardamento di una reazione nucleare, con esplosioni a catena, rimodularlo in coscienza civile, in urla per il desiderio di riscatto sociale, per la necessità di fuggire da una condizione di sudditanza fisica e psicologica. 

Anche se chi ha subito il dolore sa che nulla è più come prima. Tutto il mondo esterno è diverso. I rapporti con gli altri saranno diversi, ma la forza d'animo deve trovare lo sbocco per elidere la rassegnazione, la sfiducia verso le Istituzioni, la resa verso il nemico subdolo e volgare. Il tutto come in una lotta, ad armi impari, che la civiltà e il diritto dei popoli non può permettersi di perdere. 
Con una sola direttiva etica, nel ricordo di chi non c'è più. 
Mai più, mai più barbarie. 

30 gennaio 2025

27 gennaio 2025

ARCHITETTURA

 La conoscenza dell'evoluzione dell'Architettura nel tempo fa capire meglio lo sviluppo della vita dell'uomo.
Di seguito, in modo conciso, sono riportati fatti e circostanze della suddetta evoluzione, con riguardo al l'architettura in Italia e nell'area mediterranea. 

-Architettura Greca. 
Caratterizzata dall'uso di elementi lapidei perfettamente tagliati aventi adeguati elementi di connessione fra le distinte parti. Con la presenza dei più famosi stili della classicità. Monumenti come il Partenone stanno a dimostrare la bellezza, la perfezione dei rapporti e l'eleganza del complesso architettonico. 

-Architettura Etrusca. 
Precedente alla civiltà romana, gli Etruschi hanno lasciato opere come le tombe a tumulo, con esempi notevoli a Cerveteri e Tarquinia.

-Architettura Romana. 
Caratterizzata dall'uso di cemento, archi e cupole. Monumenti come il Colosseo, il Pantheon, e l'Acquedotto di Segovia mostrano l'ingegno e la maestria romana. L'ordine romano ha influenzato l'architettura occidentale per secoli.

-Architettura Romanica. 
Con basiliche come la Basilica di San Miniato al Monte a Firenze, caratterizzata da archi a tutto sesto, volte a crociera e massicce pareti.

-Architettura Gotica. 
Introdotta più tardi rispetto al resto d'Europa, ma con capolavori come il Duomo di Milano, con i suoi dettagliati rosoni e guglie vertiginose.

-Architettura Rinascimentale. 
Un ritorno alle proporzioni classiche, armonia e simmetria. Figure chiave includono Filippo Brunelleschi con la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, Leon Battista Alberti, e Donato Bramante con il Tempietto di San Pietro in Montorio. Questo periodo ha ridefinito l'architettura con l'ideale del "uomo vitruviano" di Leonardo da Vinci.

-Barocco. 
Conosciuto per la sua teatralità, opulenza e drammatici effetti di luce e ombra. Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini, e Pietro da Cortona hanno creato capolavori come la Fontana di Trevi, la Basilica di San Pietro e la chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza.

-Rococò. 
Un'evoluzione leggera e decorativa del barocco, più presente in interni e decorazioni, con esempi come il Palazzo Reale di Caserta.

-Neoclassicismo. 
Una reazione al barocco, con un ritorno all'ordine e alla purezza classica. L'Altare della Patria a Roma è un esempio monumentale.

-Secolo XIX e XX. 
a) - Liberty (Art Nouveau). 
In Italia, questo stile si esprime al massimo livello con la Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.
b) - Fascismo.
 L'architettura del periodo fascista ha lasciato un'impronta con edifici come l'EUR di Roma, che combinano monumentalità e ritorno a temi classici.
c) - Modernismo e Post-Modernismo
In Italia, tanti progettisti sperimentatori hanno contribuito a innovare l'architettura contemporanea.
d) - Oggi
I progettisti, gli architetti, italiani continuano a lavorare sia in Italia che all'estero, combinando tradizione con innovazione, sostenibilità e tecnologie avanzate. Progetti vari mostrano come l'Italia rimanga un centro di eccellenza architettonica.
L'Italia non solo ha dato origine a stili architettonici che hanno influenzato il mondo, ma continua ad essere un laboratorio vivente per l'architettura, dove ogni epoca ha lasciato un'impronta indelebile sul paesaggio urbano e culturale.

LA BANALITÀ DEL MALE

 La Hanna Arendt, nel secolo scorso, ha studiato, attentamente,  le implicazioni personali e sociali derivanti dalla manipolazione dei fatti, dalla colpevole soccombenza agli ordini ricevuti senza alcuna riflessione di buon senso logico. Facendo, artatamente, confusione fra vero e falso. Le sue considerazioni le ha concentrate nel concetto definito la banalità del male

Tu che sei al comando mi ordini che cosa fare ed io, subordinato nella gerarchia di comando, ubbidisco eseguendo gli ordini, indipendentemente dal merito del comando. 
Il mio compito -hanno affermato alcuni gerarchi nazisti davanti alle accuse di genocidio fatte dal tribunale- era quello di eseguire gli ordini ricevuti, non quello di stabilire se quegli ordini erano o meno crudeli, contrari all'umanità. 
Risposta di per se mediocre, idiota, banale. Ancora più assurda in quanto era banalità rivolta al male verso il prossimo. Prossimo considerato negativo, infetto, pericoloso per quella comunità tedesca.

La filosofa Arendt è la studiosa che ha analizzato, studiato e sviluppato il concetto di “banalità del male”.
La bugia è stata applicata, sistematicamente, come strumento del potere. Con la necessità di additare, isolare e annientare il nemico responsabile di tutte le malefatte del sistema. Con un nemico da combattere dal sistema e da tutta, o quasi, la popolazione, grazie alla manipolazione bugiarda della verità diventata bugia e della bugia fatta credere come verità.
 
Mentire continuamente non ha lo scopo di far credere alle persone una bugia, ma di garantire che nessuno creda più in nulla.
Un popolo che non sa più distinguere tra verità e menzogna non può distinguere tra bene e male. 
E un popolo così, privato del potere di pensare e giudicare, è, senza saperlo o volerlo, completamente sottomesso all’impero della menzogna.
Con persone come queste, condizionate mentalmente nel profondo, puoi fare tutto quello che vuoi. Alla gente è stato insegnato di non pensare, di non ragionare. Solo ubbidire conta. A pensare sono preposti altri. I vertici. Con un popolo incapace di avere sogni, di pensare con la propria testa (Cosa considerata estremamente pericolosa), le persone di vertice possono gestire il potere senza alcuna difficoltà.

Ma nella società moderna, attuale, esistono soggetti che, incapaci di usare raziocinio personale, al fine di mostrarsi ossequienti coi loro capi, fanno una perfetta applicazione di quanto a loro ordinato, anche se nel merito si tratta di enorme bestialità?
Sì, senza dubbio alcuno. Nelle strutture pubbliche (Comuni, Province, Regioni, Ministeri) e private (Aeroporti, Aziende) si possono vedere tanti automi capaci solo di applicare, alla lettera, sistematicamente, quanto a loro ordinato senza rendersi conto della bestialità esistente in quel merito prescritto. 
E' la banalità del male che risulta priva di riscontro se per caso cerchi di portarla a conoscenza delle persone bigotte. Per esperienza diretta.
Nulla di nuovo sotto il sole. Ovvio.  

AQUILE

 Le aquile non vanno mai a caccia di mosche. 

FORTUNA E SFORTUNA PER I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA

 La Fisica, in Italia, ha avuto una crescita e uno sviluppo esponenziale all'inizio del secolo scorso, quando all'università di Roma, sotto la guida di Corbino, confluirono Enrico Fermi e tanti altri valenti studiosi e ricercatori.
Facendo tesoro delle capacità geniali di Fermi, sulla scorta delle conoscenze acquisite nelle altre scuole occidentali, un gruppo di studiosi si immerse, con convinzione, nello studio della fisica nucleare. I risultati acquisiti, che portarono Fermi al premio Nobel poggiavano su quello che nell'immediato era stato attribuito come un errore madornale del giovane Bruno Pontecorvo (Già studente di Ingegneria a Pisa). 

Infatti, i suoi superiori (Rasetti,... ) attribuirono a suoi errori il diverso comportamento dell'uranio sottoposto a bombardamento con radiazioni. L'utilizzo di un diverso materiale (Marmo o legno) per il piano di posa dell'attrezzatura sperimentale usata comportava un diverso riscontro del risultato sperimentale. Il diverso risultato non era da attribuire ad errore madornale fatto da Pontecorvo, ma alla presenza della diversa azione interferente del piano di posa nella fase successiva al bombardamento. Solo in seguito si è capito che agendo con adeguata interposizione di specifico materiale si poteva controllare la reazione a catena. Reazione a catena che ha portato alla costruzione della bomba nucleare.

Con la fantasia, ex post (Ora per allora), ci si può divertire, e rabbrividire, nel pensare  alle conseguenze a cui si poteva andare incontro se il Potere Esecutivo di quel tempo (fascismo), che sosteneva la ricerca dei ragazzi di Via Panisperna, fosse venuto a conoscenza di quella scoperta scientifica spaventosa. La esatta e immediata interpretazione della natura del fenomeno di fissione dell'Uranio avrebbe potuto comportare una immensa tragedia se fosse stata messa nella disponibilità del potere fascista, con una cruenta guerra in corso. 
L'Italia sarebbe stata la prima potenza nucleare del mondo.

La Fisica e i Ragazzi di Via Panisperna, alla Facoltà di Fisica dell'Università di Roma:

1)- Ernico FERMI. Il Genio. Detto il Papa. l'Infallibile. Gottinga - USA - Leida/Ger.
2)- Edoardo AMALDI. L'Abate. Lipsia.
3)- Franco RASETTI. Il braccio armato di Fermi. Cardinale vicario. Venerato maestro. Spilungone. Amante della Bellezza; amava divertirsi. Pasadena.
4)- Orso Mario CORBINO. Il Padre Eterno. Direttore. Siciliano. Era contrario alla presenza delle donne nella ricerca di Fisica Nucleare. Eppure qualcuno di quei suoi ragazzi è andato a fare ricerca a Parigi dalla Curìe figlia.
5)- Emilio SEGRE'. Detto Basilisco (Rettile che dava la morte con lo sguardo). Amsterdam.
6)- Bruno PONTECORVO. Timido, riservato. Scappato in Russia.
7)- Enrico PERSICO. Cardinale di propaganda fide.
8)- Giulio Cesare TRABACCHI. Divina Provvidenza. Chimico ISS.
9)- Oscar D'Agostino. Chimico. Parigi.
10)- Ettore MAJORANA. Grande inquisitore. Critico con tutti. Un genio. Chiuso, timido. Teorico eccelso. Unico. Ex  studente di Ingegneria, come tanti altri dei ragazzi. Scomparso nel marzo 1938.

   La foto storica riportata su tante riviste di settore riporta: Fermi, Amaldi, Rasetti, Segrè, D'Agostino. Il fotografo era Pontecorvo.

POTERI FORTI

 Un Potere qualsiasi può essere definito forte quando esso riesce, con la manipolazione delle menti, a trasformare in innocenti dei colpevoli.
E viceversa.
Chi, oggi, in Italia e nel mondo, riesce a fare ciò? 
Sicuramente:
- I Media,
- Il Potere esecutivo,
- Il Potere economico,
e, in parte: - Il Potere giudiziario,
                  - Il Potere religioso. 

25 gennaio 2025

AMICIZIA

 L'amicizia è un legame intenso che lega due persone. Essa si presenta con varie sfumature, dalla più intensa alla più sfocata (Quest'ultima non è più definibile neppure come tale). 

In modo sintetico, riporto i diversi punti di vista di questo legame affettivo, ripresi dalle culture popolari di tante regioni d'Italia. Le varie opzioni di amicizia, di seguito indicate, danno la possibilità di fare, a colpi di sciabola, dei collegamenti, seppur superficiali, con i nostri amici reali. 

- Amicizie superficiali. 
Sono quelle amicizie che si fermano al semplice saluto di cortesia, quando si presenta l'occasione. 
Una volta questo tipo di rapporto consisteva nel fare un cenno col capo o col sollevamento, leggero, o contatto, del cappello, accompagnato da un saluto formale, anonimo, impersonale, standardizzato. In questo caso più che di amicizia si dovrebbe parlare di semplice conoscenza. Si tratta di rapporto superficiale allo stato puro. Del nulla. In alcune regioni d'Italia gli uomini legati da questi rapporti erano detti amici di saluto o amici di cappello. 
E' bene ricordare che nel passato la parola "amico" non sempre veniva usata in senso letterale; spesso era usata in senso lato, improprio. Qualche volta anche in senso allegorico. Da questi amici, secondo i saggi del tempo bisognava "guardarsi", stare attenti ai colpi alle spalle.
Erano questi i casi, più numerosi, di amici da tenere a distanza. 

- Amicizie di bottiglia. 
Sono quelle amicizie (Di bottiglia o di cannata (Nome arabo -qannat- di una anfora di terracotta)) che nascono e si stabilizzano nelle osterie, anche col fine specifico di scroccare qualche bicchiere di vino. Sono legami che spariscono con l'allontanamento dal canonico luogo di bevute. In questi casi gli amici non sono di buona compagnia. Infatti, anche subito dopo una bevuta, se messi a debita distanza sono facilmente propensi a parlare male dei loro amici. Amici che tornano tali, anche subito dopo, con l'offerta di un bicchiere di vino. Sono amicizie che durano poco. Sono le amicizie definite di "bel tempo". Sottintendendo che basta un semplice cambio della situazione meteo per farle svanire. Svanire come le nuvole soggette al vento di marzo. 
Anche al fine di evitare continue "bevute", nel passato si suggeriva di abitare lontano dagli amici di bottiglia.
Per un'equa distribuzione dei costi del vino gli "amici di cannata" fissavano il pagamento a turno del liquido divino. 

- Amicizie di ciliegie. 
Sono quelle amicizie che legano due persone solo in senso ironico, allusivo. Sono le amicizie che, in genere, non si nominano esplicitamente, ma si lasciano intendere. In questo caso si tratta di una falsa amicizia visto che si allude a persona spregevole e moralmente ripugnante. Il tutto con argomentazioni chiaramente ironiche. Il soggetto implicitamente indicato è considerato privo di alcun valore etico, morale, sociale. 
Il riferimento alle ciliegie è dovuto a quel terribile parassita che attaccandosi al frutto l'ammalora impedendo all'uomo di poterlo gustare. In questo caso, il cosiddetto "amico di ciliegia", come il verme dentro il frutto, è considerato egoista, traditore e vile. 

- Amicizie intermedie. 
Sono quelle amicizie che legano due persone solo temporaneamente. Solo nei momenti di interesse del singolo o di entrambi, oppure nei momenti casuali d'incontro. Nel loro intimo, di norma, sono persone che si sentono superiori, per censo o per istruzione, superiori alle altre. 
Spesso si tratta di persone che amavano troppo, in modo smisurato, gli animali, ma, di norma, non sono capaci di altrettanto amore verso il genere umano. Anzi, spesso, il prossimo non lo sopportano proprio. 

- Amicizie intime. 
Sono quelle amicizie che legano due persone al di là di qualsiasi rapporto d'interesse. E' il legame che coinvolge l'anima prima che il corpo. Queste amicizie sono durature e poco numerose. Sono queste le amicizie che portano a saluti e abbracci e strette di mano e sorrisi reciproci. L'amico vero non è colui che parla; è colui che opera senza perdere tempo. L'amicizia vera, secondo molti, non dovrebbe essere stretta, per evitare il suo soffocamento.
Il vero amico è colui che protegge sempre l'amico assente. 
In ogni caso anche al vero amico è bene non rivelare tutto quello che si sa, specialmente quando si parla di altre persone. Specialmente di sesso femminile.
L'amicizia vera quando è riallacciata in seguito a lite per contrapposizione di vedute non sarà mai come quella intima originaria. L'amicizia riallacciata è come una minestra riscaldata. Buona, ma non buonissima.
I migliori amici sono quelli non più giovani perché in loro alberga più saggezza che nei giovani. 
Sono in molti a sostenere che i migliori amici sono quelli che abitano in lontananza.
In ambito patrimoniale in molti sostengono, a ragione, che è meglio avere rapporti con un amico che con cento parenti. Ciò anche per il fatto che gli amici li sceglie la persona i parenti derivano da semplice intervento divino.

I FENICI

   Nella zona più ad est del Mediterraneo si trova uno dei Paesi più importanti di questa culla di civiltà. 
Parlo del Libano, paese da molto tempo sconvolto da guerre intestine ed esterne. Tutti coloro che nel passato e nel presente hanno fomentato e fomentano gli scontri e le lotte tribali dovrebbero riflettere e portare rispetto a questa terra, anche solo per il contributo di civiltà e di conoscenza che i suoi figli hanno portato non solo al mondo occidentale, ma al mondo intero. 
Nell'attuale Libano, detto il paese dei cedri (Per la grande presenza di questa essenza arborea), detto anche, nel secolo scorso, la Svizzera del Medio Oriente, nel passato remoto, viveva un popolo attivo, laborioso, conoscitore e rispettoso delle culture che si affacciavano sul Mediterraneo e in parte provenienti dalla Mesopotamia. 

Il cedro era il materiale ideale per la costruzione delle imbarcazioni, di cui loro erano maestri. Essi facevano largo uso della carta da papiro, che compravano dagli egiziani, per le crescenti attività artigianali e culturali del tempo. Essi facevano largo uso dei coloranti per dare dinamicità alle cose (Monumenti, edifici, ...) fisse e mobili. La loro conoscenza della tecnica per la tinteggiatura rossa è diventata subito nota in tutto il Mediterraneo. Anche i vestiti delle donne, oltre alle facciate dei palazzi più importanti, cominciarono a diventare rossi, come il tramonto sul mare. 
E dal mare, con le loro solide barche, essi portavano le loro novità, le loro conoscenze tecniche, la loro cultura, in ogni dove. Dalle loro principali città (Didone, Tiro), da esperti navigatori ed espertissimi commercianti, quali erano, si dirigevano, in ogni direzione possibile, puntando sempre di più verso ovest, verso le Colonne d'Ercole (Stretto di Gibilterra) per vendere il legno di cedro, la carta di papiro, i coloranti. 

I fenici e la penisola iberica.
Nei loro viaggi furono attratti particolarmente verso i popoli della penisola iberica (Spagna). Il loro interesse per quel territorio e per quei nativi era talmente intenso che intensificarono sempre di più i loro viaggi verso quella terra. Tale frequentazione assidua li portò a creare dei veri e propri villaggi; loro paesi, poi diventati delle città. 
Già nel primo millennio a.C. fondarono città come Cadice, Malaga, Almunecar,  diventate subito molto note e importanti per il commercio in tutto il Mediterraneo.  
I fenici sono, anche, i fondatori di città quali Ibiza (Ebusus), Adra (Abdera), Cartagena (Qart Hadasht), famosissime allora ed anche oggi. Questi luoghi oggi molto frequentati dai flussi turistici internazionali a quei tempi rappresentavano fondamentali crocevia per gli scambi  culturali (Oltre che commerciali) per tutti i popoli che si affacciavano sul Mediterraneo. 
Nel IX secolo a.C. fondarono Gadir, porto strategico per le rotte marittime fenicie, considerata la città colonia più importante dal punto di vista commerciale. 

I fenici con la loro presenza nella penisola iberica hanno preso tanto, ma hanno, anche, dato tanto. La loro mescolanza con i nativi iberici ha portato una significativa evoluzione del patrimonio culturale locale. 
I fenici nella penisola iberica hanno introdotto la scrittura, approfondito il far di conto, hanno insegnato la lavorazione dei metalli, la tecnica di orientamento nei viaggi via mare, prendendo come riferimento le stelle e, anche, le tecniche più avanzate per la coltivazione delle terre. 
Importante è stato il loro contributo nella diffusione della tecnica per la misurazione delle aree, per la toponomastica, per l'arte del costruire. Oltre ché per l'arte culinaria. I cibi dell'oriente hanno trovato, e trovano ancora, ospitalità nelle cucine iberiche.

Le loro colonie hanno servito da ponte di scambio culturale tra il Mediterraneo orientale e quello  occidentale. L'influenza fenicia perdurò nella penisola iberica anche dopo il loro declino come potenza commerciale. 

Quel popolo dinamico e sapiente era costituito dalla mescolanza di genti che avevano origine diversa, sempre prevalentemente mediterranea, particolarmente rispettosa delle fedi religiose, degli usi e dei costumi degli altri. Grazie a queste doti di tolleranza e di giustizia quel popolo era conosciuto in tutto il mondo allora noto. 
Gli antichi Greci chiamavano quel popolo Fenici, per quella terra detta Fenicia. 
I Romani, dopo dei Greci, chiamarono quelle genti Punici.
Loro si chiamavano Cananei (I testi biblici ripetutamente fanno riferimento alla terra Cananea). 
Noi li chiamiamo Libanesi.

23 gennaio 2025

IL SORRISO DI M M - ELLIOTT PH


 

ONESTÀ

 Nella vita esiste solo l'onestà, tutto il resto è collezione di francobolli.

Parafrasando una battuta di Rutherford, uno dei più famosi e geniali fisici moderni. 

IL PARADOSSO DELL'ASINO

 È la classica storia del decidere senza decidere. Della determinazione di riflettere, anche a lungo, di non prendere una decisione su una questione importante.

È la storia di un asino che si trascina, stancamente, sfinito, disperato, oramai sfiduciato per la fame e per la sete. Esso, infine, arriva, prossimo alla fine delle sue forze, ad un bivio stradale ove c'era indicata la presenza di Acqua, da una parte, e di Fieno dall'altra. Esso, da molto tempo, soffriva la sete e la fame. La bocca gli gridava di andare a six, ove c'era l'acqua. La pancia, invece, gli diceva, con forza e crampi, di andare verso l'altra direzione, ove avrebbe trovato fieno a sazietà. 

Nel dubbio il povero asino si sedette a terra per pensare quale sarebbe stata la strada giusta da percorrere. Pensava a una e agli aspetti negativi che avrebbe portato questa scelta sull'altra. E viceversa. Pensava e ripensava o pro e i contro sulla strada da seguire. Avrebbe potuto soddisfare la sete, ma si sarebbe trovato con la pancia vuota. Oppure avrebbe potuto soddisfare lo stomaco, ma si sarebbe trovato con l'arsura in bocca.

Il passare del tempo, in assenza di decisione, ha portato l'annichilimento dei muscoli e delle ossa del povero asino, che, dopo una lunga sosta, si è reso conto di non essere più capace di sollevarsi da terra e di essere prossimo alla fine. Fine che l'avrebbe raggiunto e colpito da affamato e da assetato.

Senza alcun dubbio l'essere umano, per il bene suo e della società, deve, sempre, fare le sue scelte, piuttosto che restare nel dubbio. Rimandare le scelte, trovare scuse per fare rimando, chiedere a terzi parere (Cosa canonica seguita pretestuosamente nella Pubblica Amministrazione) significa cadere nel dubbio dell'asino. La cosa logica, intelligente, è quella di ragionare con la propria testa e prendere una decisione. Aspettare a lungo senza decidere è cosa da povero asino. È voler salvare capra e cavoli. È voler appagare la sete e la fame del povero somaro. L'eccessiva riflessione porta alla morte. La cosa più importante è decidere. La mancata decisione è sinonimo di incapacità decisionale intellettiva. 

Ma quanti poveri asini ci sono nelle strutture dello Stato!  

17 gennaio 2025

PARIGI, NEL CUORE

 Se sei abbastanza fortunato di aver vissuto a Parigi come un/a giovane uomo /donna, allora, per il resto della tua vita, ovunque andrai, Parigi sarà con te.

E. Hemingwai

Resterà nel cuore per sempre. 

12 gennaio 2025

9 gennaio 2025

STUDI - ESPERIENZE - PROGETTI

 "La Fisica è una sola, ma disgraziatamente oggi i fisici sono divisi in due categorie: i teorici e gli sperimentali. Il teorico per essere considerato deve possedere capacità straordinarie. Lo sperimentale, invece, anche se non ha qualità eccellenti è molto utile per il lavoro di conferma su tutto ciò che si studia."                                Fermi.                                    Tutto ciò come dire che anche se le capacità individuali sono di medio livello potrai essere utile dando una mano nel settore sperimentale. In vero il massimo fisico italiano sapeva benissimo che la Teoria era fine a sé stessa se non veniva confermata dalla Sperimentazione.                 Studi - Esperienze - Progetti. La teoria (Studio) senza la conferma sperimentale (Esperienze) non potrà portare alla realizzazione di alcuna idea (Progetti).
             

  






LEOPARDI NAUFRAGO

"... sedendo e mirando,
interminati spazi 
profondissima quiete 
io nel pensier mi fingo... 
e il naufragar m'é dolce in questo mare".

Giacomo Leopardi .

8 gennaio 2025

INTELLIGENZA ARTIFICIALE - AI

  Le varie scuole universitarie del passato, oramai remoto visti i passi da gigante fatti dalla tecnologia nell'ultimo ventennio, insegnavano che la Scienza e la Tecnica dovevano essere al servizio dell'uomo. Per la sua crescita sociale, culturale, economica. Non sempre è stato così, sia nel passato prossimo, sia in quello remoto. Spesso esse hanno portato all'arricchimento, in alcuni casi sfrenato, di pochi e all'impoverimento dei lavoratori. Con delle rare eccezioni. 
Qualcosa di particolarmente pernicioso sta introducendosi nella vita odierna. È quel qualcosa definito come Intelligenza Artificiale. La Politica e la Tecnica non si preoccupano più di far incrementare l'intelligenza dell'uomo, ma si preoccupa di introdurre dei "mezzi" capaci di sostituire l'uomo. Come se l'uomo possa, mai, essere sostituito da un mezzo, da una "macchina pensante". 
L'uomo, sempre più, è spinto nella direzione che lo porta a non pensare con la propria testa, delegando ad altri il compito di ragionare. 
Ma le macchine non pensano. Non sono capaci di farlo. A pensare sono coloro che guidano, danno ordini, alle macchine. Le macchine faranno, semplicemente, quello che qualcuno avrà detto loro di fare. 
In sintesi, con AI, l'uomo sarà portato, sempre di più, a non pensare con la propria testa; a non porsi delle domande; a non far agire il proprio senso critico. Tanto c'è la macchina che lo fa. Dirà l'uomo, compiaciuto, a sé stesso. E questo è il percorso in cui l'uomo attuale è incanalato. Inesorabilmente verso la fine.