Le varie scuole universitarie del passato, oramai remoto visti i passi da gigante fatti dalla tecnologia nell'ultimo ventennio, insegnavano che la Scienza e la Tecnica dovevano essere al servizio dell'uomo. Per la sua crescita sociale, culturale, economica. Non sempre è stato così, sia nel passato prossimo, sia in quello remoto. Spesso esse hanno portato all'arricchimento, in alcuni casi sfrenato, di pochi e all'impoverimento dei lavoratori. Con delle rare eccezioni.
Qualcosa di particolarmente pernicioso sta introducendosi nella vita odierna. È quel qualcosa definito come Intelligenza Artificiale. La Politica e la Tecnica non si preoccupano più di far incrementare l'intelligenza dell'uomo, ma si preoccupa di introdurre dei "mezzi" capaci di sostituire l'uomo. Come se l'uomo possa, mai, essere sostituito da un mezzo, da una "macchina pensante".
L'uomo, sempre più, è spinto nella direzione che lo porta a non pensare con la propria testa, delegando ad altri il compito di ragionare.
Ma le macchine non pensano. Non sono capaci di farlo. A pensare sono coloro che guidano, danno ordini, alle macchine. Le macchine faranno, semplicemente, quello che qualcuno avrà detto loro di fare.
In sintesi, con AI, l'uomo sarà portato, sempre di più, a non pensare con la propria testa; a non porsi delle domande; a non far agire il proprio senso critico. Tanto c'è la macchina che lo fa. Dirà l'uomo, compiaciuto, a sé stesso. E questo è il percorso in cui l'uomo attuale è incanalato. Inesorabilmente verso la fine.
Qualcosa di particolarmente pernicioso sta introducendosi nella vita odierna. È quel qualcosa definito come Intelligenza Artificiale. La Politica e la Tecnica non si preoccupano più di far incrementare l'intelligenza dell'uomo, ma si preoccupa di introdurre dei "mezzi" capaci di sostituire l'uomo. Come se l'uomo possa, mai, essere sostituito da un mezzo, da una "macchina pensante".
L'uomo, sempre più, è spinto nella direzione che lo porta a non pensare con la propria testa, delegando ad altri il compito di ragionare.
Ma le macchine non pensano. Non sono capaci di farlo. A pensare sono coloro che guidano, danno ordini, alle macchine. Le macchine faranno, semplicemente, quello che qualcuno avrà detto loro di fare.
In sintesi, con AI, l'uomo sarà portato, sempre di più, a non pensare con la propria testa; a non porsi delle domande; a non far agire il proprio senso critico. Tanto c'è la macchina che lo fa. Dirà l'uomo, compiaciuto, a sé stesso. E questo è il percorso in cui l'uomo attuale è incanalato. Inesorabilmente verso la fine.
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