Nella vita l'uomo ricorda, tende a ricordare, solo tutto ciò che ha un nome e tutto ciò che è scritto.
Il trasporto generazionale orale dei fatti e dei pensieri, praticato per necessità nel passato remoto, oggi non ha più alcun significato. Persone, fatti, animali, cose, hanno significato e sostanza nel ricordo solo se esiste la possibilità di fare, immediatamente, il rimando immediato nel senso determinativo, univoco.
Tutto ciò che non ha nome viene, in breve termine, dimenticato.
Cade nell'oblio, nell'assopimento, più assoluto, nei sentimenti, negli affetti, nei ricordi.
Questo è il motivo principale per cui alcuni detentori del potere esecutivo, in tante parti del mondo, col loro linguaggio forbito parlano di persone avverse usando gli articoli indeterminativi, senza mai usare i nomi.
Per il semplice fatto che se una persona, una cosa, non ha un nome, o il nome non è riportato, è come a dire, implicitamente, che essa non esiste. E, se essa non esiste, tutto ciò che la riguarda è, speditamente, dimenticato.
Nella vita bisogna avere il coraggio di parlare di tutto usando il nome delle cose. Riferendo fatti e dettagli in modo da focalizzare, esattamente, persone, località, tempo, pensieri, relativi all'argomento.
Buongiorno Signor DOMENICO
RispondiEliminaBuongiorno a lei signor... Anonimo.
RispondiEliminaOttima dimostrazione del concetto espresso nel post. Entro breve tempo nessuno ricorderà, neppure io, questo commento di saluto.
Commento che avrebbe avuto altra importanza se fosse stato firmato con un nome (Mimì, per esempio).
Grazie al mio Anonimo lettore.