Da qualche tempo, in Italia, nel settore pubblico delle professioni tecniche progettuali (Ingegneri, Architetti) per gli affidamenti è stato introdotto il meccanismo del massimo ribasso. Metodologia, come ben noto agli addetti ai lavori, mutuata dal sistema degli appalti pubblici, così come introdotto con la famosa, contestata, infinitamente modificata legge Merloni (Sì, quel signore che faceva elettrodomestici e che nel secolo scorso è stato chiamato alla funzione di Ministro dei Lavori Pubblici).
Il criterio del massimo ribasso, con la miriade di rettifiche introdotte nel tempo, a mio parere, rappresenta uno dei principali motivi che hanno portato ad un drastico abbassamento del livello qualitativo delle opere pubbliche ed alla progressiva scomparsa delle numerose imprese sane e qualificate esistenti. Naturalmente il percorso ha portato ad aggiudicazioni di lavori con ribassi d'asta impossibili (30 - 40 - 50% di ribasso rispetto all'importo a base d'asta). E, non può che essere considerato demagogico l'introdotto concetto delle offerte anomale. Con questo concetto normativo le imprese capaci di sopravvivere si sono ridotte sensibilmente (Solo quelle finanziariamente capaci e diversificate nell'attività si spartiscono il mercato). E, non può che essere considerato risibile ed infantile il concetto, espresso da qualche rappresentante istituzionale, secondo il quale, con tale criterio la Pubblica Amministrazione (PA) realizza grosse economie di gara, che può sfruttare realizzando altre opere. Dimenticando la circostanza che se un'opera viene realizzata di basso livello qualitativo la PA sarà costretta a sborsare molti più denari, di quanto ipotizzabile normalmente, per la sua manutenzione e la sua, eventuale, rimozione.
Il criterio del massimo ribasso, da alcuni anni, è stato introdotto dal legislatore anche nell'affidamento degli incarichi professionali (Progetto; Direzione lavori; Sicurezza; Collaudo). Con la conseguenza che le aggiudicazioni professionali sono arrivate a ribassi dello stesso ordine di grandezza (Quando non di più. So di affidamenti fatti con ribassi d'asta del 60 - 70%. Ad una gara, di media importanza, per la Direzione dei lavori necessari per il recupero di un ponte stradale, ho offerto, con sofferenza, il ribasso d'asta dell'8%, ma l'incarico è stato affidato, incomprensibilmente, col ribasso del 50%!!!) di quelli praticati dalle imprese. I tecnici, che per anni non hanno fatto altro che criticare, rimproverare, le imprese per gli eccessivi ribassi che offrivano (Al fine di aggiudicarsi l'esecuzione dei lavori), si sono trovati ad adottare gli stessi percorsi viscidi già seguiti dalle imprese stesse. Con gli affidamenti fatti su questa strada siamo pervenuti, inevitabilmente, ad un forte abbassamento del livello qualitativo tecnico professionale. Il tutto, naturalmente, a scapito della qualità dell'opera progettata. Il degrado professionale spesso si somma al degrado esecutivo, con degenerazioni confluenti nell'ambito del codice penale. Le altre volte genera conflitti fra direzione lavori e imprese che sfociano in contenziosi (Riserve), quasi sempre con la soccombenza della PA. L'applicazione di questo meccanismo ha portato al collasso operativo tanti studi professionali, costretti a chiudere non riuscendo ad essere, in alcun modo, competitivi con le società di Ingegneria (Supportate dalla disponibilità finanziaria e non solo) che hanno la possibilità di agire, praticamente, in regime di … monopolio. Ottenendo, paradossalmente, il contrario di quello che il dettato normativo dovrebbe cercare di ottenere. In altre parole, il sistema introdotto, ha fatto si che il libero professionista (Ingegnere), la cui capacità professionale è stata di fondamentale importanza per la rinascita dell'Italia del dopoguerra, venga trasformato in un animale in via di estinzione. Anzi, praticamente estinto. Il tutto a beneficio delle società di capitale che spesso vantano la presenza del denaro, ma non sempre la presenza di elevata professionalità. Questa tendenza sarà foriera di ulteriore perdita di qualità nelle opere progettate.
I pericoli derivanti dall'introduzione del criterio del massimo ribasso (Bon marché) sono talmente evidenti e chiari che nessuno li vede o vuol vederli.
Anche Denis DIDEROT ai suoi tempi, in Francia, prima della Rivoluzione, aveva messo in guardia il potere dai pericoli culturali, economici e sociali che derivavano dalla applicazione di tale meccanismo. "E' una strada sbagliata, signore, credere che il bon marché possa mai in ogni campo, …, sopperire a un lavoro malfatto… certo la concorrenza spinge all'emulazione, ma quando si tratta di affari e di interessi, per una volta che spinge all'emulazione nel fare bene, cento volte a quella nel fare a minori spese". Insiste il DIDEROT, bisogna evitare di "cadere in circoli viziosi che portano difficoltà ed inconvenienti" importanti.
Si pensi che ci vuole del tempo per ripristinare la funzione storica del libero professionista che le normative attuali hanno portato all'estinzione.
Tra non molto il nostro Paese sarà costretto ad importare non solo medici, ma anche ingegneri!
22 maggio 2019
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