Cosa resta, nella Locride, del mondo della Magna Grecia?
Cosa era e cosa è?
Locri Epizephirii è una città fondata, nel VII secolo a.C., da coloni greci provenienti da una regione della Grecia centrale: la Locride.
il termine Epizephirii fa rimando al promontorio di Capo Zefirio, dove sbarcarono dal Mare Jonio.
Nella terra di Nosside e di Persefone il potere politico, al fine di tutelare l'ordine economico e democratico, con l'avvento della moneta e il conseguente desiderio di accumulo delle ricchezze (Oro, argento), ha emanato delle leggi tendenti al contenimento delle manifestazioni più appariscenti per mostrare la ricchezza posseduta. I suoi codici, tra i primi tra quelli scritti in occidente, noti in tutto il mondo allora conosciuto, furono scritti dal noto Zaleuco.
In sintesi, la ricchezza poteva essere privatamente posseduta, ma non doveva essere ostentata in pubblico dal privato cittadino.
La norma aveva l'obiettivo di contenere il contrasto fra la gente più ricca e quella meno ricca. Nella forma tale preoccupazione può aver funzionato, ma nella sostanza le differenze basate sulla tesaurizzazione privata restavano.
Il segreto del successo della vita nella Locride sta: nel rispetto della cosa pubblica, della democrazia, nel rispetto dell'uguaglianza negli accordi nei rapporti economici e nel rispetto della stessa originaria costituzione, valida per tutti i cittadini.
In essa, antica costituzione, era chiaro ed univoco il concetto di uguaglianza del cittadino di fronte alle leggi.
I problemi per la Locride nascevano, specialmente nella fese iniziale della nascita di nuove sotto-colonie, quale quella di Medma. Località sul versante tirrenico (Attuale zona della Piana di Gioia Tauro) difficilmente raggiungibile via terra e a molta distanza seguendo un percorso dia mare. La presenza di queste nuove realtà democraticamente collegate ha comportato un discreto sviluppo dei commerci ed una sensibile crescita economica. La presenza di queste nuove realtà assimilate portava, in nuce, la tendenza all'innesco di desideri tendenti all'esplorazione dell'ignoto; verso future avventure, verso la conoscenza di nuove località inesplorate.
In tutto questo turbinio di vita emerge, in modo netto, la prevalenza del concetto pubblico rispetto a quello privato. Pur essendo, entrambi, presenti nella società locridea.
A Locri Epizephirii vi era il diritto sacrosanto all'esercizio della politica e all'esercizio di godere delle proprie ricchezze, magari riservatamente, o in modo non appariscente.
Il rispetto delle leggi che riguardavano la collettività era fortemente presente nella comunità. Comunità che rispettava: il riposo degli altri, le feste civili e religiose, le abitazioni private, la patria e la vita di coloro che erano posti alla guida del territorio, i diritti degli altri. Con incluso, implicitamente, una specie di diritto alla felicità fisica e culturale di tutti i cittadini. Ma, nel passato remoto, il cittadino sapeva che per essere felice ha bisogno di essere libero e di sentirsi garantito dalla giustizia.
Appare come retorica la domanda su come è ora la Locride. Sui principi ideali, certamente si è trasformata; purtroppo non in meglio.

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