Nel secolo scorso, specialmente nell'ambito dei giochi olimpici, ma non solo, si è diffusa la voce che nelle attività agonistiche l'importante era partecipare. Col tempo e con lo sviluppo delle telecomunicazioni di massa la gente ha preso coscienza, si è convinta, che, ai giochi e alle competizioni in genere, la cosa più importante non era partecipare, la cosa più importante era, ed è, vincere.
In ogni parte del mondo si è capito che la vittoria ha un effetto domino. In sintesi, la vittoria aiuta molto a portare altre vittorie.
E' quello che nel mondo anglo-sassone si definisce Winner effect. Effetto vincitore.
Circostanza questa che interessa ed ha interessato, da sempre, tutti i settori dei viventi: umani, animali.
In ogni parte del mondo si è capito che la vittoria ha un effetto domino. In sintesi, la vittoria aiuta molto a portare altre vittorie.
E' quello che nel mondo anglo-sassone si definisce Winner effect. Effetto vincitore.
Circostanza questa che interessa ed ha interessato, da sempre, tutti i settori dei viventi: umani, animali.
Nel mondo animale.
L'effetto del vincitore è stato riscontrato, da ricercatori biologi, anche nel regno animale. E' stato riscontrato, analizzato e per descritto il comportamento di animali che dopo aver vinto alcuni combattimenti, contro avversari deboli, non molto forti, poi, sono stati capaci di vincere scontri contro concorrenti molto più forti dei precedenti.
Secondo gli studiosi del settore, questo "effetto vincitore" è il risultato di un cambiamento ormonale: l'animale dopo la vincita di un combattimento, subisce una trasformazione nella sua chimica del corpo. Con un cambiamento repentino che coinvolge il suo corpo e la sua psiche. Esso si convince e si comporta, di conseguenza, come un vincitore, come un re. E in quanto tale cerca di mettere in sudditanza tutti coloro che vorrebbero spodestarlo.
Questo fenomeno lo si vede facilmente con i gatti, con i cani, con i leoni. Con tutti gli animali.
Nel mondo degli umani.
Gli studiosi nei campi della neuroscienza cognitiva e della psicologia, da tempo, hanno studiato ed evidenziato l'importanza dell'effetto vincitore nell'ambito della creazione della gerarchia di dominanza; caratteristica essenziale anche degli esseri umani. Anche per l'uomo la vincita aiuta a vincere.
Il successo, in qualunque settore, porta un cambiamento della chimica del cervello. L'uomo vincitore è portato ad essere più concentrato, più aggressivo, più sicuro di se, più convinto, più determinato, nel voler raggiungere altri successi.
L'effetto vincitore (winner effect) rappresenta una potenza energetica psicologica aggiuntiva alle reale possibilità; come una specie di auto-convincimento, esaltazione, della propria forza, che porta, di per se, una forza aggiuntiva, reale ed evidente. Tanto che anche l'avversario vede, percepisce, tale stato di esaltazione, di manifestazione, di potenza.
E' come una specie di droga psicologica che aiuta a vincere. Con la tendenza, ad effetto domino, che ad una vincita fa seguire tante altre vincite.
E, paradossalmente, tale processo può rischiare di portare, addirittura, ad una vera e propria dipendenza fisica. Sì, proprio come una sostanza psicotropica.
Il segreto di tale ipotesi di successo sta nel saper dosare, adeguatamente, il percorso da seguire. E' il segreto dei passi progressivi. Partendo da quelli più piccoli e andando avanti, con l'allenamento, col sacrificio, con la costanza, verso obiettivi sempre più difficili e importanti. Verso il successo. Ricordando che prima del successo bisogna saper cogliere i risultati più piccoli, quelli ragionevolmente raggiungibili, quelli perseguibili.
I ricercatori del settore, a sostegno della suddetta tesi, riportano l'esperienza del famoso pugile Mike Tyson. Questi, dopo aver scontato un periodo di detenzione, ritornato alla sua attività sportiva, fu fatto combattere, di proposito, con un paio di avversari, molto deboli, sui quali, senza alcun dubbio, avrebbe avuto il sopravvento. Il manager di Tyson voleva, così facendo, far aumentare, sostanzialmente, la fiducia in se stesso del pugile; convincendolo di essere, ancora, molto, molto, forte e rendendolo più aggressivo, più convinto nelle sue capacità di vittoria. Più propenso a vincere e, poi, vincere ancora.
Dal punto di vista chimico-psichico l'effetto del vincitore, secondo gli scienziati del settore, è una combinazione di ben quattro diversi processi fondamentali che riguardano: - la corteccia prefrontale; - la produzione di testosterone; - il sistema di ricompensa; - il rinforzo di dopamina.
-La corteccia prefrontale valuta i rischi e le ricompense di una determinata situazione da affrontare.
-L'ipotesi di situazione da affrontare spinge all'incremento della produzione di testosterone.
-La forte crescita della produzione di testosterone attiva il sistema di ricompensa e distribuzione.
-La crescita della dopamina consente di tendere verso i risultati già raggiunti e aiuta a replicare ed amplificare i comportamenti che hanno portato al successo.
Con questa strategia gli atleti vittoriosi tendono a essere maggiormente concentrati, convinti di se stessi, fiduciosi e aggressivi nella competizione. Presupposti che portano alla vittoria.
Il risultato è che chi vince ha più probabilità di vincere in futuro e ha, anche, più voglia di rifarlo. Come una dipendenza.