Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

8 ottobre 2024

LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI

 In tutte le aule dei Tribunali d'Italia, in alto su una parete, campeggia, in modo perentorio e solenne la scritta, a caratteri cubitali
                        "la legge è uguale per tutti".
Con il termine legge coincidente col termine Giustizia. 
Col significato che l'applicazione delle leggi dello Stato porta a dei pronunciamenti (Sentenze) della magistratura, che, a parità di condizioni oggettive, sono uguali per tutti i Cittadini. Indipendentemente dalle loro caratteristiche personali quali: Colore della pelle, Sesso, Lingua, Razza, Opinione politica, Religione, Vicinanza al Potere, Censo.  
In sintesi, nessuna discriminazione è ammessa al suddetto principio generale ideale.
La frase storica sopra riportata è fatta risalire a George Orwell, il quale ci teneva a precisare che "per alcuni è più uguale degli altri". 
La Costituzione della Repubblica Italiana (CRI), all'art. 3, stabilisce, in modo inequivoco, che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (DUDU) all'art.7 precisa, in modo netto, tale diritto di uguaglianza davanti alla legge, Concetto di uguaglianza formale e sostanziale ripreso dalla Rivoluzione Francese (1789. Liberté - Egalité - Fraternité). 
La vita porta con se, per tutti gli esseri umani, libertà ed uguaglianza in dignità e diritti.

Le legge in uno stato ha Valore Giuridico Assoluto. E la legge, nello stesso stato, deve essere applicata, in ossequio alla volontà del legislatore, allo stesso modo per tutti i cittadini.
Non sempre ciò succede nella realtà. E non sempre i Cittadini sono convinti che la frase solenne sia applicata come solennemente annunciato.

Senza entrare nel merito giuridico, anche per la non conoscenza dei dati, col supporto dei soli dati oggettivi, riportati dai vari organi di stampa a tiratura nazionale e locale si riportano due casi eclatanti che toccano la suddetta dichiarazione solenne. Fatti:
1. Macellaio di Reggio Calabria. Nel maggio 2024, in località Oliveto di Reggio Calabria, due persone travisate si sono introdotte nell'abitazione di un signore per un tentativo di furto. Il proprietario della casa trovatosi davanti ai suddetti ladri e vistosi aggredito ha reagito uccidendo, con un coltello da cucina uno dei due malviventi.
Il delitto è avvenuto dentro la casa del proprietario. il morto è uno dei due ladri che si erano introdotti in casa (Altri due stavano fuori a fare il palo). Il proprietario della casa, per ordine della magistratura locale, è stato subito arrestato (In carcere) per eccesso di legittima difesa. Invano, fino a poco tempo fa, i legali del proprietario della casa hanno cercato di sostenere la tesi della legittima difesa. Sui social locali e altrove molti hanno sostenuto, invano, che la difesa della propria famiglia e della propria abitazione è sempre legittima. E che un altro proprietario meno robusto di quello reale quasi certamente avrebbe fatto lui una brutta fine per la sicura violenta reazione dei ladri, che non potevano rischiare di essere, eventualmente, individuati dalle forze dell'ordine.
Tale proprietario fino a qualche giorno fa è stato custodito in carcere. Gli arresti domiciliari sono arrivati il seguito ad un altro fatto di cronaca. Quello della Signora di Viareggio.
2. Signora di Viareggio. La Signora, imprenditrice balneare, 65 anni, nel settembre scorso,  mentre si trovava per strada, nella sua città, si è vista rubare una borsa che portava con se. Il ladro le ha strappato la borsa ed è scappato via. La Signora con rara prontezza d'animo ha acceso l'auto e si data ad inseguire, con comprensibile rabbia, il ladro. Raggiuntolo lo ha investito, con l'auto, e dopo che il ladro è caduto per terra ha fatto retromarcia, volontariamente o involontariamente, passando con le ruote dell'auto sopra il corpo del ladro. La signora dopo aver recuperato da terra la sua borsa  rubata ha confermato gli eventi secondo le evidenze dei fatti riprodotti dalle telecamere esistenti nella zona. La magistratura locale letti gli atti ha emesso un provvedimento col quale sono stati assegnati gli arresti domiciliari della Signora, in attesa del processo.

Pur senza voler, assolutamente, entrare nel merito tecnico-giuridico, in entrambi i casi, sopra sinteticamente descritti, sembra di vedere una diversa interpretazione del concetto di legittima difesa. Ammesso per ipotesi che il secondo caso (Viareggio) possa essere classificato tale.
Però, il richiamo al principio generale, in epigrafe riportato, ha  fatto si che anche per il proprietario di Reggio Calabria fossero applicati, in analogia, gli arresti domiciliari.
Ma, il Cittadino mio lettore, pur senza entrare nel merito dei terribili fatti di cronaca, si trova più vicino alla Signora di Viareggio o più vicino al Signore di Reggio Calabria?
Quanti, trovandosi in quelle condizioni, avrebbero reagito come la Signora e quanti come il Signore? 

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