29 giugno 2012
25 giugno 2012
UTOPIA
Nel mondo filosofico e nel mondo politico molti grandi Sognatori Illuminati si sono posti il problema del Vivere nel mondo migliore possibile. Molti hanno, quindi, sognato, immaginato e scritto di mondi LIBERI e GIUSTI, gestiti, organizzati e vissuti da popoli felici. E la mente ci porta ai tanti "luoghi che non ci sono", sostenuti dai loro inguaribili romantici "progettisti".
Tra essi:
-Tommaso CAMPANELLA : La Città del Sole;
-Tommaso MORO : Utopia;
-Minosse : Repubblica;
-Licurgo : Repubblica;
-Solone : Repubblica;
-Romolo : Repubblica;
-Platone : Repubblica;
-Aristotele : Repubblica;
-Wells : Utopia moderna .
Come si fa a non essere leggeri come il Vento quando parliamo di ... Utopia; ou (non) e tòpos (luogo). Luogo che non esiste.
MUSICA AI PASTI ?
Durante la vita a chi non sarà capitato di trovarsi a consumare un pasto con un sottofondo musicale (Classica, Rock, Sinfonica,...). Soffermiamoci a pensare alla reazione istintiva provata all'inizio e durante l'interlocuzione fra Cervello (Musica) e Stomaco (Pasto)... E' il caso di una cena in un ristorantino con suonatori ambulanti; di un qualsiasi pranzo nuziale (Ai quali, se possibile, per principio, cerchiamo di non andarci) con commento musicale. O altro. In ogni caso, le interlocuzioni fra i due PIACERI (Musica, Pasto), se ci pensiamo attentamente, sono legati al retaggio culturale delle persone e delle zone in cui esse si trovano. In certe aree del Centro Europa, per esempio, è ancora d'uso la ristorazione in presenza di commenti musicali Sinfonici. In Italia, in generale, siamo portati a rimandare il pasto alla fine del commento musicale.
In sintesi, ci sono due diversi tipi di approccio alla interlocuzione fra i PIACERI:
a) Il primo è quello che associa, sovrappone, semplifica, mescola, confonde i Piaceri, portandoli allo stato primordiale di natura. E' il caso della cosiddetta Civiltà Barbarica o orientale ;
b) Il secondo è quello che considera incompatibile l'associazione fra Musica ed Alimentazione. Senza alcuna confusione fra i piaceri. Entrambi graditi si, ma separatamente. E' questo il caso della Civiltà Italiana.
Quelli come me, pensano che i pasti vadano gustati in silenzio. Come tutti i piaceri (Non solo quelli sopra indicati) per essere compiutamente degustati, devono essere consumati uno alla volta. Senza fretta.
4 giugno 2012
NUBI
"Grazie. Sapevo che sareste arrivate. Ero qui ad aspettarvi.
Bianche, grigie, nere, celesti, gialle, appena arrossate, infuocate ...
Siete giunte da nord, da sud, da est, e da ovest.
Lo so che verranno anche le altre
Che pioveranno da ogni parte del cielo
Che si pigeranno davanti ai miei occhi
Che si specchieranno nei miei pensieri.
Si ammasseranno nelle mie attese,
tremeranno nelle mie paure,
correranno nel mio disordine.
So più di quanto pensate che io sappia.
Come ogni altro uomo cresciuto su questa terra.
Talvolta eravate velate di azzurro,
sciorinate come un bianco bucato al sole e nel vento
garrule come la voce del cardellino
profumate come la zagara
leggere come le fantasie della mia anima.
A volte brontolone e cupe come il grido di guerra,
bolse e pesanti come la fame
traditrici, vendute al vento dell'inverno, violente
come il guizzo del fulmine che s'imprime nel cielo.
Alte come ricami, appena visibili, aeree
Quasi vibrazioni di violini incantati su magiche corde,
come sante mani perse nelle loro sensazioni.
Sfuggenti e tenerissime come il cuore di un petalo azzurro.
Ammassate e pestate dal vento che morde la terra, le acque, le case, gli alberi,
che solleva i deserti, che punge le onde e vortica
e travolge e grida e traccia nuovi destini
e passa frantumando le fatiche dell'uomo.
Frettolose e col respiro pesante
Come le idee esagerate dei violenti.
Stracciate, smicciate, fragilissime e vuote
Come le intenzioni di solidarietà.
Violente, terribili, gelate come i cuori logori
Come la morte che tutto raffredda e indurisce.
Affannose di tuffarvi nel mare con scarsa eleganza
Passavate mutando la forma, a passo lesto.
Quasi una parte di voi in gara con tutte le altre.
E a meraviglia muovendovi eravate quasi un leone
Quasi un cammello, quasi un signore inchiodato dal dubbio.
Quasi un orco o un uomo che crede di non essere più un uomo.
Ora che siete arrivate me ne vengo con voi per dove voi andiate
Quanto che si spenga il filo ed esca dal mio fardello.
Leggero se non più quanto voi mi lascerò menare
Per dove il destino corre e si affretta.
Era azzurro il mio cielo ed era mite
Ora ha tinte morbidissime e ansiti leggeri
Come voce che trema, come canto che cede.
Piangenti. Siete state piangenti e sommesse
Nelle giornate incerte ed uggiose e spropositate
A menar sulle nostre incertezze, con forza.
Ammassate, stregate come le angosce dell'esistenza.
Da sotto il sole avete spaventato le genti e indotto
Il fremito della vergognosa pochezza.
Squarciate, quando si apriva un occhio d'azzurro
Che al di là della fine menava per altri orizzonti.
Siete nel nulla quando sparite dal cielo?
Ed io verrò mai a girare il cielo con voi?
Silenziose siete state sempre silenziose, mie nubi."
di Carlo Antonio PASCALE.
Siderno, 04/06/2012
Commento: Qualcosa di magico che ti porta al reale significato della vita. Senza parole, davanti al canto malinconico di un Cigno.
Iscriviti a:
Post (Atom)