Il diavolo di Alessandro Cabanel.
Alexandre Cabanel è un pittore francese (n.1823, m.1889), ritrattista, non molto stimato dai suoi colleghi, ma noto per la sua "Nascita di Venere", "La morte di Paolo e Francesca" e, ancor di più, per "L'angelo caduto", di cui sopra è riportato un particolare.
Con l'angelo caduto Cabanel racconta, con la sua arte pittorica, in modo eccezionale, le condizioni, gli stati d'animo di Lucifero nel momento in cui è buttato via dal Paradiso.
L'angelo si ribella a Dio e viene espulso dal Paradiso. E non è cosa semplice mostrare con un dipinto, e Cabanel lo fa in modo egregio, tutti i sentimenti che assalgono l'espulso.
Invidia, Rabbia, Risentimento, Ira, Solitudine, Vergogna, Rimpianto, emergono con elevata maestria.
E lo spettatore resta turbato da questo dipinto che, forse, vuol rappresentare non solo quel bellissimo angelo che si sentiva superiore a Dio e di non aver bisogno di nessuno, ma anche ogni essere umano vivente invaso dai suddetti sentimenti.
Il dipinto ha fatto discutere molto per le emozioni e i turbamenti, forti e contrastanti, che è capace di trasferire all'osservatore.
Descrizione del dipinto.
Cabanel rappresenta Lucifero nell'istante in cui cade sulla terra. Nudo, bello, muscoloso, coi nervi tesi in vista, con le ali attaccate alle spalle, col volto parzialmente nascosto dal gomito del suo braccio destro, coi lunghi capelli disordinati per effetto del colpo, con lo sguardo vitreo che mostra la sua rabbia. Le sue gambe sono leggermente piegate per la vergogna e per non mostrare le sue parti intime. I muscoli del suo corpo sono in tensione, forse per cercare, senza farsi vedere da nessuno, di alzarsi da terra, posizione non certo decorosa per chi sente importante e sopra ogni cosa e persona. Ha gli occhi cerchiati di rosso, per il colpo, per l'onta, per la pressione del sangue, per la rabbia e per la vergogna.
Il Satana canonico nell'arte pittorica, spesso rappresentato, come una creatura brutta, cornuta, orripilante, ora viene rappresentato come un comune essere umano; anche esteticamente bello. A parte lo sguardo, pieno d'ira. E' un modo come un altro per far vedere alla gente, secondo Cabanel, che il male, la dannazione è un qualcosa che riguarda tutto il genere umano. Anche coloro che sono belli nel corpo, ma sono cattivi dentro.
Da un attento esame del volto emerge, anche, una vitrea lacrima che solca il suo viso. E' una lacrima che, in ogni caso, fa tremare il cuore dell'osservatore. Forse è una lacrima che parla di pentimento per la tentata rivolta messa in atto.
Ma è normale che Lucifero venga rappresentato con una lacrima?
Il suo è un pianto di risentimento per l'espulsione subita?
Ma, in quelle condizioni, poteva non essere espulso dal Paradiso?
Nel momento dell'impatto, forse solo in quel momento, l'angelo caduto, come qualsiasi altro essere umano macchiatesi di gravi delitti, consciamente o inconsciamente, reagisce in quel modo. Con una profonda istintiva manifestazione di umanità che scorre lenta sul viso, mostrando dolore, rimpianto, solitudine e tanta vergogna.
E' una lacrima che mostra, durante il suo lento percorso, la repentina perdita delle sue capacità angeliche, rivolte al male e non più al bene. Rappresenta la terribile metamorfosi che porta l'angelo, e pure l'uomo, dal bene al male. Dall'amore all'odio. Da una condizione di predilezione ad una di reiezione. Egli, Lucifero, e l'uomo, sa che i suoi poteri stanno scomparendo. Sa che le sue ali, prima vigorose e luminose, stanno per diventare nere, con minore capacità. Sa che la perdita è inesorabile; che la perdita del Paradiso rappresenta la sua vergogna eterna.
L'angelo caduto, di Cabanel, in sintesi, parla della vita dell'uomo, anche quello recente, che tende a posizionarsi al di sopra di tutto e di tutti.
Uomo che pensa di aver diritto, col potere acquisito, spesso in modo illecito, di ogni cosa che esiste nella vita. Anche del diritto di vita e di morte per altri esseri umani. Indipendentemente dai diritti degli altri. Altri che risultano, per l'angelo caduto e per l'uomo, privi di potere economico, sociale, politico. Ed è qui che sta l'errore dell'uomo descritto con quella lacrima tenebrosa.
Egli è, semplicemente, un rifiuto della società del Bene. In questa terra e dopo questa terra!


Il tuo testo offre una lettura molto chiara e profonda del dipinto di Cabanel. Mi è piaciuto soprattutto come interpreti la lacrima di Lucifero: non un dettaglio strano, ma il punto decisivo dell’opera. Cabanel non mostra il diavolo “finito”, ma l’angelo nel momento della caduta, quando prova insieme rabbia, vergogna e perdita.
RispondiEliminaPer questo la lacrima ha senso: rappresenta il conflitto tra l’orgoglio che lo ha spinto a ribellarsi e la consapevolezza del prezzo che sta pagando. In questo modo Lucifero diventa anche un simbolo dell’essere umano che, sentendosi superiore a tutto, finisce poi per cadere nei propri errori.
La tua riflessione aiuta davvero a guardare il dipinto con più attenzione e a coglierne il messaggio umano e universale.
L'angelo caduto di Cabanel, che si può ammirare al Museo Fabre di Montpellier (Francia), per molto tempo è stato criticato da pittori e critici dell'arte per la sua novità espressiva. Il male, prima di Cabanel, era descritto e rappresentato con diverse modalità, quindi la gente, anche quella di cultura, non era preparata a questo nuovo linguaggio artistico. Linguaggio "umano e universale" che, nel caso specifico, realizza il suo apice con quella lacrima furtiva che ho cercato di mettere in evidenza, anche, con lo stralcio ingrandito della foto del dipinto. Un caloroso abbraccio.
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