La vita di ogni essere umano è fatta, anche, di interlocuzioni non solo con gli affetti più prossimi, ma anche con gli altri esseri viventi. Tali interlocuzioni non sempre sono cordiali, educate, civili, amorevoli. Spesso sconfinano nel turpiloquio, nelle offese, nelle provocazioni, nelle ingiurie, nelle minacce, nelle calunnie, nell'aggressione verbale ed, anche, fisica. Queste situazioni, nella socialità quotidiana, ci sono sempre state e, forse, purtroppo, sempre ci saranno.
Il mio pensiero va non tanto alle svariate ipotesi di tensione a cui l'uomo può andare incontro, ma al tipo di reazione del soggetto passivo che si trova ad essere colpito da uno degli attacchi sopra indicati. E' l'ambiente in cui uno vive che condiziona il comportamento, la crescita culturale e la vita di ogni essere umano. Se nel quotidiano ci sono, prevalentemente, persone rispettose della Bellezza Naturale, del Diritti inalienabili dell'Uomo, difficilmente la persona generica, nei suoi atti andrà contro tali indirizzi. Di contro, se le persone, che vivono in un certo contesto e le istituzioni che rappresentano la collettività, non rispettano alcuni diritti, è molto probabile che la persona generica, anche se potenzialmente corretta, sia portata, tendenzialmente, ad adeguarsi al comportamento inadeguato. Questo è quanto si riscontra spesso nel rapporto tra Società e Singolo individuo. Diverso è il discorso nel rapporto tra soggetti privati. Davanti a grave offesa portata da un soggetto privato (Singolo, mafioso o altro) ad altro soggetto privato, le reazioni possono essere di vario tipo, in funzione della forza, delle presenze che il soggetto passivo può avere accanto e dalla sua intelligenza.
Il primo tipo di reazione è quello del dente per dente. Questa è l'opzione più canonica nelle civiltà meno evolute, quelle primordiali. E' il caso in cui ha il sopravvento la legge del più forte; con le istituzioni assenti o incapaci di esercitare il loro ruolo. Chi subisce un danno (Furto, delitto, ...) reagisce portando un danno analogo, o peggiore, a chi ha agito per primo. Questo meccanismo, spesso, ha portato, e porta, reazioni a catena (Faide, ...), con atrocità inimmaginabili, spesso coinvolgenti soggetti aventi il solo torto di essere legati, ad una delle parti in lite, da semplice legame parentale. Ma è pur vero che per andare contro un esercito è necessario disporre di un esercito; sempre ammesso che ci sia la determinazione logica di fare una lotta. Senza voler giudicare nessuno, voglio ricordare le parole di un mio grande Amico, uomo di grande cultura e conoscenza che, un giorno, mi disse di non aver timore ad affermare che davanti ad una grave sofferenza subita, senza alcun dubbio, si sarebbe armato ed eliminato il soggetto responsabile. Ricordo di aver ascoltato, in silenzio, le sue opinioni, le sue giustificazioni sulle sue ipotetiche reazioni ad un gravissimo danno subito.
Il secondo tipo di reazione è quello del porgi l'altra guancia dopo uno schiaffo ricevuto. Questa opzione biblica penso che, oramai, non sia più applicata neppure dal clero. L'uomo normale raramente adotta questo comportamento.
Il terzo tipo di reazione è quello intelligente, del gradino più su. E' quello del rifiuto delle regole del branco, del rigetto dell'arroganza, della volontà di sopraffazione verso chiunque. Ed è una strada piena di ostacoli, irta, difficoltosa. E' quella scelta che ci porta lontani dalla reazione spropositata (E magari soccombente) che ci porta non a fare una ritirata, più o meno strategica, ma a fare, semplicemente, un solo passo indietro, senza fare dietro-fronte, con la schiena diritta, con lo sguardo fiero, fisso, orgoglioso, sereno e determinato, contro il ciarpame della società. Quel passo che ci porta a fare, a ritroso, un gradino più su, rispetto alla posizione in cui si trovano i barbari che imperversano, per la troppa negligenza e incapacità delle istituzioni. Semplicemente mettendosi ad un livello culturale più alto. Rifiutando qualsiasi mescolamento fisico, sociale, o di altro tipo.
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