Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

5 ottobre 2020

MITI E RITI

Mito. Qual'è il significato che diamo a questa parola? E' la rappresentazione fantastica, favolosa, che diamo a persone eccezionali o divinità. Il tutto supportato da credenze e leggende, particolarmente floride presso i popoli con fervida immaginazione. E' un contesto simbolico, un prodotto dello Spirito. Alla base di un mito ci sono:  frivolezza, grottesco, bizzarria, fantasia, immaginazione, creazione della mente umana lontana dalla realtà, speranza utopistica. Interessa il mondo reale e quello irreale. La mitologia Greca è stata, ed è, il terreno fertile dell'Arte Greca. Lo sviluppo dell'Arte poche volte ha comportato lo sviluppo contestuale della società che l'ha generato. Per i Greci l'Arte era strutturata, legata, alla crescita del popolo. Oggi non è così. I miti esplicano le loro azioni spettacolari, quasi sempre, secondo una ricercata ritualità. L'esasperata incarnazione di un mito, spesso, fa diventare l'uomo un mitomane. Ossia, un soggetto travolto dalla tendenza morbosa a raccontare fatti immaginari con la consapevolezza, più o meno convinta, di dire il falso. I miti sono come gli eroi. Tanto più una società è civilizzata tanto meno sono in circolazione miti (Tenendo escluse da questo frangente la letteratura e le arti).

Rito. Qual'è il significato che diamo alla parola rito? Per ritus intendiamo la procedura particolare approvata ed applicata nelle cerimonie sacre, politiche, sociali, militari. Rappresenta: le usanze, il costume, le regole, gli usi, le abitudini, tramandate nel tempo. Le cerimonie religiose (Battesimo, Matrimonio, ...)  si svolgono, scrupolosamente, secondo riti specifici dai/nei quali noi ci riconosciamo tutti, per prassi consolidata. Il rito tanto più è applicato da soggetti mitologici, o presunti tali, tanto più cresce in importanza ed osservanza. Il rito può avere il presupposto scientifico sereno, certo, ragionato (Come una cerimonia di Laurea in una Università Scozzese. Nelle Università italiane dette cerimonie, avendo perso la loro ritualità, sono diventate scarsamente emozionanti e coinvolgenti. Quasi anonime; e ciò non è un bene, vista la necessità di riconoscere, in tutta la società, l'importanza dello studio e della conoscenza, della Scienza), ma può trascendere fino al coinvolgimento in aspetti riprovevoli, criminali (Riti di iniziazione mafiosa, KKK, satanici, ...)). Esso va sostenuto quando si rivolge alla Scienza, invece va decisamente respinto quando si rivolge a condizioni di barbarie. Pur essendo un fatto, essenzialmente, formale, il rischio di proselitismo suggerisce di essere inflessibili nelle ipotesi di rigetto. Molti atti barbarici che si verificano ai giorni nostri trovano scaturigine in condizioni di sudditanza psicologica, di proselitismo portato al massimo livello.

Cosa hanno in comune i Miti ed i Riti? Sostanzialmente nulla. L'uomo può, tranquillamente, farne a meno di entrambi. In molti casi, entrambi, possono essere piacevolmente e ragionevolmente accettati, col presupposto del ragionamento dell'utilità dell'inutile di cui ho già parlato, anche in questo sito. Con la necessità di fare attenzione a non cadere nel perverso, nel barbaro, nel tribale.

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