Dico ego.
La demolizione delle case abusive.
Io lo dico, con convincimento. Spesso il Potere Esecutivo si comporta in modo errato, sconsiderato, inopportuno. Anche privo di Buon Senso. Mi riferisco, in particolare, al caso delle demolizioni di case o semplici appartamenti realizzati, quasi sempre, nel passato remoto, in assenza di atto autorizzativo (Licenza edilizia, Concessione edilizia, Permesso di Costruire) o di espletamento di procedura di Condono edilizio.
Era proprio il caso di attivarsi, spendendo grosse quantità di denaro pubblico, in questo periodo di post confinamento da covid-19, per la demolizione di immobili, costruiti senza permesso?
Non riesco proprio a comprendere le motivazioni che hanno spinto, anche per il peculiare periodo, di gravissima crisi economica e di post-confinamento da coronavirus, la Prefettura di Reggio Calabria (Propaggine territoriale del Ministero dell'Interno) alla messa in campo di somme ingenti (Milioni di Euro) per la demolizione di unità immobiliari urbane abusive, nella Città Metropolitana. In ogni caso, io dico, che, specialmente in momenti come questi, in cui il Paese, già povero, sta sprofondando in un baratro che porterà sempre più povertà nella gente, andare a spendere soldi per demolire abitazioni, pur abusive, è errato e controproducente. Anche in considerazione di alcune semplici considerazioni che di seguito, concisamente ed in forma, spero, chiara, espongo.
a)-Edilizia di necessità. Spesso le abitazioni abusive rientrano nel caso di edilizia abusiva spontanea di necessità. Nei decenni passati (Dagli anni sessanta agli anni ottanta/novanta del secolo scorso), in un contesto cittadino relativamente povero, molte famiglie hanno sopperito alla necessità di abitazioni costruendole, spesso, direttamente o facendo uso di maestraenze (Muratori) locali, magari rientrati dopo un periodo di immigrazione al Nord Italia. Così facendo, molte famiglie del Sud, hanno risolto il problema della casa anche davanti alla scarsa iniziativa della competente struttura pubblica (Istituto Autonomo delle case Popolari (IACP) della Provincia). In virtù di tali iniziative, possiamo dedurre che lo Stato ha risparmiato i soldi che, altrimenti, avrebbe dovuto spendere per la realizzazione di tanti alloggi popolari.
b) - Tempi di esecuzione. La realizzazione di abitazioni prive di autorizzazione, è stata riscontrata (In modo più o meno diffuso) al Sud ed anche in tutta Italia, e, se vogliamo essere sinceri, è sempre stata tacitamente consentita, sia al Nord sia al Sud Italia, dal Potere locale e dal Potere nazionale, anche per le motivazioni di necessità sopra indicate. Infatti, se ci pensate, per realizzare una casa d'abitazione (In genere si tratta di opere in calcestruzzo armato e tamponamenti in laterizi forati) i tempi d'esecuzione sono lunghi molti mesi, se non anni. E, in queste condizioni, chiaramente, le Amministrazioni locali non possono non aver visto l'edificazione in corso. Certamente hanno fatto finta di non vedere il sorgere di abitazioni abusive. Non ci vuole molto a capire che la circostanza era vista con tolleranza. In caso contrario avrebbero potuto (E dovuto) intervenire per bloccare l'edificazione (Ordine di sospensione lavori e ripristino dello stato dei luoghi) sin dal suo sorgere. Quindi, non ha alcun senso bloccare, ora, l'uso di un immobile per il quale gli enti pubblici non hanno fatto alcun atto ostativo all'inizio e durante l'esecuzione dei lavori. Immobile, quasi sempre, fornito di tutti i servizi necessati per il relativo uso.
c) - Proprietari mafiosi o prossimi alla mafia. Spesso si sente qualche solerte funzionario che parla di abusivismo edilizio legato a proprietari aderenti o vicini ad ambiti mafiosi.
L'osservazione è risibile per due ordini di motivi. Il primo ordine è pertinente la sanatoria del bene; il secondo ordine è pertinente l'appartenenza acclarata alla mafia del proprietario.
Primo ordine. Il proprietario mafioso di casa abusiva, in genere, non ha, certamente, problemi di liquidità e non ha certo difetto di conoscenza dei vari percorsi dei condoni edilizi, intervenuti nel tempo. Infatti, raramente un mafioso ha problemi di questo genere. E coloro che non hanno seguito una delle strade aperte dai vari condoni edilizi, per sanare la propria abitazione, evidentemente, sono classificabili come persone di non alto cabotaggio delinquenziale; saranno magari soggetti che guardano favorevolmente a queste forme perverse del potere, come un naufrago che tende ad aggrapparsi al primo appiglio galleggiante in un mare buio e molto mosso, in assenza di un Porto sicuro. Sono, in genere, i soggetti senza arte, ne parte.
Secondo ordine. L'ordinamento giudiziario Nazionale, indipendentemente dall'esistenza o meno della prescritta autorizzazione edificatoria, da la possibilità alla competente Magistratura di intervenire, su tutti i beni immobili (E mobili) dei soggetti acclarati come mafiosi, con lo strumento del sequestro e della eventuale successiva confisca. Quindi, il rimando alla mafiosità del titolare del diritto, a mio parere, è privo di fondamento sostanziale.
Inoltre, anche sotto l'aspetto dell'immagine politica e sociale è molto più significativa la confisca che la demolizione di un bene appartenuto alla mafia. La confisca, infatti, può rappresentare, in parte, una specie di risarcimento per il danno che il mafioso ha portato alla Società, con il suo operato, con la sua stessa esistenza. E, poi, è molto significativo vedere un bene già appartenuto ad un soggetto mafioso messo a disposizione della collettività.
d) - Procedure e burocrazia. Gli organi periferici dello Stato (Prefetture; Magistrature; ...) piuttosto che interessarsi della demolizione delle spicciole opere edilizie abusive, dovrebbero, a mio parere, analizzare, studiare, esaminare le procedure, i tempi e le trafile a cui sono sottoposti i progetti tendenti ad ottenere la tanto sospirata autorizzazione all'edificazione.
Scoprirebbero, senza particolare affanno, che una richiesta di assenso edilizio per arrivare a favorevole destinazione (Se ci arriva, fatte salve adeguate condizioni di resistenza agli attacchi esterni ed interni di vario genere) richiede un percorso di circa 4 o 5 anni. Naturalmente, in assenza di "sparizione del fascicolo" circostanza diventata canonica non solo nei Palazzi di Giustizia, ma anche negli uffici degli Enti Locali preposti. Ed il problema vale anche per altri Uffici preposti. Tutti sappiamo che sono necessari anni per avere una risposta ad un progetto da parte di alcuni Uffici dell'ex Genio Civile. Per non parlare dei percorsi cervellotici (Forse anche idioti?) creati da una burocrazia da repubblica delle banane. Queste circostanze sono inaccettabili in un paese democratico. Cosa è stato fatto, da coloro che sono preposti alla gestione ed al controllo degli uffici, per evitare queste situazioni imbarazzanti e paradossali, vere e proprie anticamere di percorsi corruttivi? Nulla, che io sappia. Potrebbe essere questa una "giustificazione" per sostenere l'edificazione abusiva? Non di certo. E' appena il caso di accennare e confermare i casi, e non sono pochi, di pratiche-turbo, che per fortuna non sono costrette ad attraversare le forche caudine prima di arrivare a destinazione. Agli interessati, diretti ed indiretti, va il mio augurio, pur accompagnato dal sopracciglio destro che schizza verso l'alto, per il dubbio (Mi sia consentito) della non perfetta linearità del percorso istruttorio. Per i Credenti non sono mai esclusi gli interventi Divini, ma dubitare, come nel mio caso, è più che ragionevole.
Ma è pur vero che il comportamento virtuoso da parte degli addetti agli uffici pubblici potrebbe comportare un diverso atteggiamento da parte dei cittadini verso le Istituzioni.
Senza dimenticare che mafia, mafiosità e malaffare trovano il favorevole brodo di coltura la dove le Istituzioni, per colpa o per dolo, non sono capaci di garantire un legittimo e decoroso funzionamento.
I Poteri Esecutivo, Giudiziario, Locale facciano la cosa più ragionevole da fare. Facciano funzionare adeguatamente (Con tempi brevissimi e con buon senso) le strutture preposte; mettano un punto fermo sul presente e così facendo si troveranno con l'abusivismo praticamente annullato. Sugli episodi edilizi abusivi del passato si metta una pietra tombale imponendo l'ultimazione dei lavori delle innumerevoli costruzioni esistenti. Abusive e non abusive. Ma, quasi tutte decisamente brutte. Così facendo si potrebbe contribuire ad un abbattimento dell'elevato grado di bruttezza e di provvisorietà che interessa gran parte del territorio esaminato.
La demolizione delle case abusive.
Io lo dico, con convincimento. Spesso il Potere Esecutivo si comporta in modo errato, sconsiderato, inopportuno. Anche privo di Buon Senso. Mi riferisco, in particolare, al caso delle demolizioni di case o semplici appartamenti realizzati, quasi sempre, nel passato remoto, in assenza di atto autorizzativo (Licenza edilizia, Concessione edilizia, Permesso di Costruire) o di espletamento di procedura di Condono edilizio.
Era proprio il caso di attivarsi, spendendo grosse quantità di denaro pubblico, in questo periodo di post confinamento da covid-19, per la demolizione di immobili, costruiti senza permesso?
Non riesco proprio a comprendere le motivazioni che hanno spinto, anche per il peculiare periodo, di gravissima crisi economica e di post-confinamento da coronavirus, la Prefettura di Reggio Calabria (Propaggine territoriale del Ministero dell'Interno) alla messa in campo di somme ingenti (Milioni di Euro) per la demolizione di unità immobiliari urbane abusive, nella Città Metropolitana. In ogni caso, io dico, che, specialmente in momenti come questi, in cui il Paese, già povero, sta sprofondando in un baratro che porterà sempre più povertà nella gente, andare a spendere soldi per demolire abitazioni, pur abusive, è errato e controproducente. Anche in considerazione di alcune semplici considerazioni che di seguito, concisamente ed in forma, spero, chiara, espongo.
a)-Edilizia di necessità. Spesso le abitazioni abusive rientrano nel caso di edilizia abusiva spontanea di necessità. Nei decenni passati (Dagli anni sessanta agli anni ottanta/novanta del secolo scorso), in un contesto cittadino relativamente povero, molte famiglie hanno sopperito alla necessità di abitazioni costruendole, spesso, direttamente o facendo uso di maestraenze (Muratori) locali, magari rientrati dopo un periodo di immigrazione al Nord Italia. Così facendo, molte famiglie del Sud, hanno risolto il problema della casa anche davanti alla scarsa iniziativa della competente struttura pubblica (Istituto Autonomo delle case Popolari (IACP) della Provincia). In virtù di tali iniziative, possiamo dedurre che lo Stato ha risparmiato i soldi che, altrimenti, avrebbe dovuto spendere per la realizzazione di tanti alloggi popolari.
b) - Tempi di esecuzione. La realizzazione di abitazioni prive di autorizzazione, è stata riscontrata (In modo più o meno diffuso) al Sud ed anche in tutta Italia, e, se vogliamo essere sinceri, è sempre stata tacitamente consentita, sia al Nord sia al Sud Italia, dal Potere locale e dal Potere nazionale, anche per le motivazioni di necessità sopra indicate. Infatti, se ci pensate, per realizzare una casa d'abitazione (In genere si tratta di opere in calcestruzzo armato e tamponamenti in laterizi forati) i tempi d'esecuzione sono lunghi molti mesi, se non anni. E, in queste condizioni, chiaramente, le Amministrazioni locali non possono non aver visto l'edificazione in corso. Certamente hanno fatto finta di non vedere il sorgere di abitazioni abusive. Non ci vuole molto a capire che la circostanza era vista con tolleranza. In caso contrario avrebbero potuto (E dovuto) intervenire per bloccare l'edificazione (Ordine di sospensione lavori e ripristino dello stato dei luoghi) sin dal suo sorgere. Quindi, non ha alcun senso bloccare, ora, l'uso di un immobile per il quale gli enti pubblici non hanno fatto alcun atto ostativo all'inizio e durante l'esecuzione dei lavori. Immobile, quasi sempre, fornito di tutti i servizi necessati per il relativo uso.
c) - Proprietari mafiosi o prossimi alla mafia. Spesso si sente qualche solerte funzionario che parla di abusivismo edilizio legato a proprietari aderenti o vicini ad ambiti mafiosi.
L'osservazione è risibile per due ordini di motivi. Il primo ordine è pertinente la sanatoria del bene; il secondo ordine è pertinente l'appartenenza acclarata alla mafia del proprietario.
Primo ordine. Il proprietario mafioso di casa abusiva, in genere, non ha, certamente, problemi di liquidità e non ha certo difetto di conoscenza dei vari percorsi dei condoni edilizi, intervenuti nel tempo. Infatti, raramente un mafioso ha problemi di questo genere. E coloro che non hanno seguito una delle strade aperte dai vari condoni edilizi, per sanare la propria abitazione, evidentemente, sono classificabili come persone di non alto cabotaggio delinquenziale; saranno magari soggetti che guardano favorevolmente a queste forme perverse del potere, come un naufrago che tende ad aggrapparsi al primo appiglio galleggiante in un mare buio e molto mosso, in assenza di un Porto sicuro. Sono, in genere, i soggetti senza arte, ne parte.
Secondo ordine. L'ordinamento giudiziario Nazionale, indipendentemente dall'esistenza o meno della prescritta autorizzazione edificatoria, da la possibilità alla competente Magistratura di intervenire, su tutti i beni immobili (E mobili) dei soggetti acclarati come mafiosi, con lo strumento del sequestro e della eventuale successiva confisca. Quindi, il rimando alla mafiosità del titolare del diritto, a mio parere, è privo di fondamento sostanziale.
Inoltre, anche sotto l'aspetto dell'immagine politica e sociale è molto più significativa la confisca che la demolizione di un bene appartenuto alla mafia. La confisca, infatti, può rappresentare, in parte, una specie di risarcimento per il danno che il mafioso ha portato alla Società, con il suo operato, con la sua stessa esistenza. E, poi, è molto significativo vedere un bene già appartenuto ad un soggetto mafioso messo a disposizione della collettività.
d) - Procedure e burocrazia. Gli organi periferici dello Stato (Prefetture; Magistrature; ...) piuttosto che interessarsi della demolizione delle spicciole opere edilizie abusive, dovrebbero, a mio parere, analizzare, studiare, esaminare le procedure, i tempi e le trafile a cui sono sottoposti i progetti tendenti ad ottenere la tanto sospirata autorizzazione all'edificazione.
Scoprirebbero, senza particolare affanno, che una richiesta di assenso edilizio per arrivare a favorevole destinazione (Se ci arriva, fatte salve adeguate condizioni di resistenza agli attacchi esterni ed interni di vario genere) richiede un percorso di circa 4 o 5 anni. Naturalmente, in assenza di "sparizione del fascicolo" circostanza diventata canonica non solo nei Palazzi di Giustizia, ma anche negli uffici degli Enti Locali preposti. Ed il problema vale anche per altri Uffici preposti. Tutti sappiamo che sono necessari anni per avere una risposta ad un progetto da parte di alcuni Uffici dell'ex Genio Civile. Per non parlare dei percorsi cervellotici (Forse anche idioti?) creati da una burocrazia da repubblica delle banane. Queste circostanze sono inaccettabili in un paese democratico. Cosa è stato fatto, da coloro che sono preposti alla gestione ed al controllo degli uffici, per evitare queste situazioni imbarazzanti e paradossali, vere e proprie anticamere di percorsi corruttivi? Nulla, che io sappia. Potrebbe essere questa una "giustificazione" per sostenere l'edificazione abusiva? Non di certo. E' appena il caso di accennare e confermare i casi, e non sono pochi, di pratiche-turbo, che per fortuna non sono costrette ad attraversare le forche caudine prima di arrivare a destinazione. Agli interessati, diretti ed indiretti, va il mio augurio, pur accompagnato dal sopracciglio destro che schizza verso l'alto, per il dubbio (Mi sia consentito) della non perfetta linearità del percorso istruttorio. Per i Credenti non sono mai esclusi gli interventi Divini, ma dubitare, come nel mio caso, è più che ragionevole.
Ma è pur vero che il comportamento virtuoso da parte degli addetti agli uffici pubblici potrebbe comportare un diverso atteggiamento da parte dei cittadini verso le Istituzioni.
Senza dimenticare che mafia, mafiosità e malaffare trovano il favorevole brodo di coltura la dove le Istituzioni, per colpa o per dolo, non sono capaci di garantire un legittimo e decoroso funzionamento.
I Poteri Esecutivo, Giudiziario, Locale facciano la cosa più ragionevole da fare. Facciano funzionare adeguatamente (Con tempi brevissimi e con buon senso) le strutture preposte; mettano un punto fermo sul presente e così facendo si troveranno con l'abusivismo praticamente annullato. Sugli episodi edilizi abusivi del passato si metta una pietra tombale imponendo l'ultimazione dei lavori delle innumerevoli costruzioni esistenti. Abusive e non abusive. Ma, quasi tutte decisamente brutte. Così facendo si potrebbe contribuire ad un abbattimento dell'elevato grado di bruttezza e di provvisorietà che interessa gran parte del territorio esaminato.
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