Mi piace spesso ricordare la figura di giovane prete (Ex aviatore) che ha cercato di "far volare" anche i suoi poveri ragazzi delle periferie difficili di Torino. Egli per chiedere migliori condizioni di vita per i ragazzi (Difficili e non) del suo quartiere non ha esitato dal chiedere all'allora Prefetto:
"Ma lei sa dov'è Via Artom? Sa i problemi che ci sono lì?" E il Prefetto per "risolvere il problema" manda dal prete il questore ed il colonnello dei carabinieri. E uno di loro dice al prete: "... voi continuate a dire che qui circola droga, dateci dei nomi e dei locali". E lui, il Prete (Don Sergio) rispose:
"Ma carissimo ufficiale, lei è venuto qui con doppia scorta, io stanotte dormo qui, solo col vice parroco.
Noi le diciamo che qui circola droga. Non chieda a noi dei nomi e degli indirizzi, perché ... Ma per piacere, non chiedetelo a noi, impegnatevi voi, cercate, documentatevi".
E troverete, se lo vorrete...
La mia mente naviga da quel tempo e quei luoghi così magistralmente raccontati da D. BASILE nel suo libro "Le Vite sbagliate", ai tempi odierni, nella realtà esistente al Sud. Nella sostanza non ci sono differenze!
1 marzo 2016
SCUOLA
La scuola per i ragazzi di Via Artom, a Torino, nella fase di sviluppo industriale del secolo scorso.
Lo sfrenato sviluppo industriale ho portato, sradicandoli, tanti "poveri Cristi" dal Sud, povero ed arretrato, al Nord Italia, specialmente nelle grandi città. I genitori erano costretti a vivere in quartieri squallidi e degradati, ma col loro lavoro impegnativo non avevano neppure il tempo necessario per rendersene conto. Avendo la necessità di garantire la sussistenza minima vitale a tutta la famiglia. Il problema vero, in quelle famiglie, era rappresentato dai ragazzini per le difficoltà di inserimento in un ambiente sconosciuto, totalmente diverso da quello d'origine (Per: linguaggio, siti, soggetti, mentalità, costumi, censo, ...). Il problema dell'inserimento sociale degli immigrati interni, a Torino, nella seconda metà del secolo scorso, con la seconda generazione, ha trovato sede nella musica. E' la musica "hip hop" che ha trasferito le tensioni e le difficoltà vissute dalle seconde generazioni. I ragazzi nelle loro canzoni hanno cantato (Denunciato) la vita di quartiere con odori, suoni, immagini.
"Qui andiamo a fiuto come i cani,
Qui il bene si mischia col male / e i regolari con gli infami,
Qui non è facile stanarli,
Si nascondon tra le ombre dei palazzi a nove piani,
Se oggi sono quel che sono
E' perché rispecchio dove vivo, dove vivo"
E' questa la ballata del rapper Doggy del quartiere Barriera di Milano, a Torino.
Solo migliori condizioni di vita ed adeguate scuole e strutture sociali avrebbero potuto evitare il degrado in certi quartieri popolari di Torino (E non solo). In quei contesti molti ragazzi hanno avuto l'opportunità di studiare, di lavorare e, quindi, di crescere. Altri, molti, troppi, hanno imboccato le "Vie sbagliate". Come Giuseppe che quelle poche volte che andava a scuola, si presentava con "sguardo beffardo, comportamento insolente verso tutti, compagni e superiori, chiuso, taciturno, scontroso, elemento difficilissimo; picchia selvaggiamente i compagni; ha periodi di apparente calma rotti bruscamente ... e senza motivo fa una qualche bravata al solo scopo, cedo, di dimostrare la sua indifferenza vero ogni forma di dovere"...
E' l'ambiente in cui vive che condiziona l'agire quotidiano dell'uomo.
Lo sfrenato sviluppo industriale ho portato, sradicandoli, tanti "poveri Cristi" dal Sud, povero ed arretrato, al Nord Italia, specialmente nelle grandi città. I genitori erano costretti a vivere in quartieri squallidi e degradati, ma col loro lavoro impegnativo non avevano neppure il tempo necessario per rendersene conto. Avendo la necessità di garantire la sussistenza minima vitale a tutta la famiglia. Il problema vero, in quelle famiglie, era rappresentato dai ragazzini per le difficoltà di inserimento in un ambiente sconosciuto, totalmente diverso da quello d'origine (Per: linguaggio, siti, soggetti, mentalità, costumi, censo, ...). Il problema dell'inserimento sociale degli immigrati interni, a Torino, nella seconda metà del secolo scorso, con la seconda generazione, ha trovato sede nella musica. E' la musica "hip hop" che ha trasferito le tensioni e le difficoltà vissute dalle seconde generazioni. I ragazzi nelle loro canzoni hanno cantato (Denunciato) la vita di quartiere con odori, suoni, immagini.
"Qui andiamo a fiuto come i cani,
Qui il bene si mischia col male / e i regolari con gli infami,
Qui non è facile stanarli,
Si nascondon tra le ombre dei palazzi a nove piani,
Se oggi sono quel che sono
E' perché rispecchio dove vivo, dove vivo"
E' questa la ballata del rapper Doggy del quartiere Barriera di Milano, a Torino.
Solo migliori condizioni di vita ed adeguate scuole e strutture sociali avrebbero potuto evitare il degrado in certi quartieri popolari di Torino (E non solo). In quei contesti molti ragazzi hanno avuto l'opportunità di studiare, di lavorare e, quindi, di crescere. Altri, molti, troppi, hanno imboccato le "Vie sbagliate". Come Giuseppe che quelle poche volte che andava a scuola, si presentava con "sguardo beffardo, comportamento insolente verso tutti, compagni e superiori, chiuso, taciturno, scontroso, elemento difficilissimo; picchia selvaggiamente i compagni; ha periodi di apparente calma rotti bruscamente ... e senza motivo fa una qualche bravata al solo scopo, cedo, di dimostrare la sua indifferenza vero ogni forma di dovere"...
E' l'ambiente in cui vive che condiziona l'agire quotidiano dell'uomo.
GIUSTO - SBAGLIATO - BRANCO
In ambienti particolarmente degradati, paradossalmente, non è sempre il Giovane "difficile" ad essere emarginato. In contesti non evoluti si è canzonati anche per il fatto di andare a scuola, per aver fatto i compiti a casa, per essere studioso. I ragazzi, in assenza di adeguate capacità professionali dei docenti, finiscono con l'essere influenzati dai "compagni difficili". Confondendo ciò che è giusto con ciò ch'è sbagliato.
L'ingresso nel branco diventa, quindi, inevitabile. Con tutte le conseguenze.
L'ingresso nel branco diventa, quindi, inevitabile. Con tutte le conseguenze.
NIGERIA E AFRICA
L'Africa è un continente un po trascurato e sottovalutato dagli occidentali. Per essa il problema principale si chiama CULTURA, CONOSCENZA. E' difficile generalizzare, ma essa rappresenta una realtà complessa, di difficile comprensione. Per cercare di capirla proverò a guardare ad essa riconducendomi ad uno dei suoi Stati. La Nigeria.
La Nigeria può essere rappresentativa della realtà africana? Riporto, di seguito , alcuni dati per far riflettere.
1)- La Nigeria è un paese molto ricco (E' uno dei maggiori produttori di petrolio, ecc...). Anche l'Africa è un continente molto ricco (Petrolio; Diamanti; Uranio;...);
2)- Il reddito pro-capite in Nigeria, negli anni 80 era pari ad 800 $. Nel 1999 era sceso a 300 $, per diminuire ulteriormente negli anni successivi. Più o meno come in Africa;
3)- La criminalità, il malgoverno, la violenza ed il disordine, in Nigeria sono in forte crescita, senza soluzione di continuità. Anche in Africa si registrano le stesse tendenze;
4)- La Nigeria pur essendo un paese molto ricco (Con un elevato introito per le entrate petrolifere, ecc) negli anni ha accumulato un forte debito internazionale. E' uno dei paesi più indebitati del Continente. Debito derivante da corruzione e malgoverno. Soldi che, in ogni caso, vanno a finire ... nelle banche occidentali. Esattamente come l'Africa;
5)- L'odio etnico portatore di scontri violenti, in Nigeria è molto presente. Come in tutto il resto dell'Africa;
6)- I concetti basilari della Democrazia, in Nigeria sono praticamente sconosciuti. Come in quasi tutta l'Africa;
7)- La Nigeria è uno stato che fatica a diventare nazione, viste le dubbie caratteristiche di virtuosità dei suoi governanti (Con qualche eccezione. Nel 1999 il Sig. OBASANJO ha cercato di far ... qualcosa di nuovo, ma dopo non molto tutto è tornato come prima. Anche l'Africa non ha coscienza delle sue potenzialità.
... Ed allora, che fare? Il futuro non sta nel fare o non fare una qualche attività, ma nel fare in modo che le nuove generazioni possano crescere con un adeguato livello culturale, nel rispetto di tutti. Nessuno escluso.
E questo non è semplice... come si può vedere dalla lettura dei giornali di tutti i giorni.
La Nigeria può essere rappresentativa della realtà africana? Riporto, di seguito , alcuni dati per far riflettere.
1)- La Nigeria è un paese molto ricco (E' uno dei maggiori produttori di petrolio, ecc...). Anche l'Africa è un continente molto ricco (Petrolio; Diamanti; Uranio;...);
2)- Il reddito pro-capite in Nigeria, negli anni 80 era pari ad 800 $. Nel 1999 era sceso a 300 $, per diminuire ulteriormente negli anni successivi. Più o meno come in Africa;
3)- La criminalità, il malgoverno, la violenza ed il disordine, in Nigeria sono in forte crescita, senza soluzione di continuità. Anche in Africa si registrano le stesse tendenze;
4)- La Nigeria pur essendo un paese molto ricco (Con un elevato introito per le entrate petrolifere, ecc) negli anni ha accumulato un forte debito internazionale. E' uno dei paesi più indebitati del Continente. Debito derivante da corruzione e malgoverno. Soldi che, in ogni caso, vanno a finire ... nelle banche occidentali. Esattamente come l'Africa;
5)- L'odio etnico portatore di scontri violenti, in Nigeria è molto presente. Come in tutto il resto dell'Africa;
6)- I concetti basilari della Democrazia, in Nigeria sono praticamente sconosciuti. Come in quasi tutta l'Africa;
7)- La Nigeria è uno stato che fatica a diventare nazione, viste le dubbie caratteristiche di virtuosità dei suoi governanti (Con qualche eccezione. Nel 1999 il Sig. OBASANJO ha cercato di far ... qualcosa di nuovo, ma dopo non molto tutto è tornato come prima. Anche l'Africa non ha coscienza delle sue potenzialità.
... Ed allora, che fare? Il futuro non sta nel fare o non fare una qualche attività, ma nel fare in modo che le nuove generazioni possano crescere con un adeguato livello culturale, nel rispetto di tutti. Nessuno escluso.
E questo non è semplice... come si può vedere dalla lettura dei giornali di tutti i giorni.
IL SELVAGGIO DI SANTA VENERE
La difficoltà di esistere nella Locride è stata raccontata, con maestria, da Saverio STRATI, ne "Il selvaggio di Santa Venere". Nella prospettiva degli ULTIMI. Anzi, ancora di più, dagli umili emarginati (Come i lebbrosi) oltre il contesto sociale.
"Essere uomo è l'impresa più difficile in questa nostra esistenza di pidocchi".
Strati pur amando la sua terra (Locride), da essa si era allontanato (Toscana) per un'istintiva avversione verso la gente che la popolava dominandola e violentandola. In vita è stato poco apprezzato, ma è stato un grande uomo di pensiero e di libertà.
Di lui mi piace, anche, ricordare "Gente in viaggio" e la versione televisiva ove si parla di uno studentello Universitario di Ingegneria che torna al suo paesino (Benestare), per un fine settimana. Durante il viaggio incontra ... gente... e si lascia naufragar...
"Essere uomo è l'impresa più difficile in questa nostra esistenza di pidocchi".
Strati pur amando la sua terra (Locride), da essa si era allontanato (Toscana) per un'istintiva avversione verso la gente che la popolava dominandola e violentandola. In vita è stato poco apprezzato, ma è stato un grande uomo di pensiero e di libertà.
Di lui mi piace, anche, ricordare "Gente in viaggio" e la versione televisiva ove si parla di uno studentello Universitario di Ingegneria che torna al suo paesino (Benestare), per un fine settimana. Durante il viaggio incontra ... gente... e si lascia naufragar...
FIBONACCI
Lorenzo da Pisa, figlio di BONACCIO (Filius Bonaccio), noto col nome FIBONACCI, è uno dei più grandi matematici. La successone numerica che porta il suo nome (Da lui studiata osservando la capacità di proliferazione dei conigli) si presenta con il Rapporto, fra un numero qualsiasi della serie (1, 1, 2, 3, 5, 8, ...) e quello precedente, tendente alla famosa SEZIONE AUREA ( φ = 1,61803. Ossia a (1+√ 5)/2 ).
I principi fondamentali della Matematica egli li apprese dal mondo arabo (Algeria, Costa della Cabilia), ove il padre diplomatico si era trasferito per lavoro. Era il Medioevo ed il porticciolo di Bougie rappresentava la punta culturalmente avanzata algerina, in confronto al selvaggio territorio interno. Egli si rese subito conto che la numerazione usata (Che prevedeva l'uso dello zero) dai matematici indo-arabi era, di gran lunga, più comoda e funzionale di quella romana. Scrisse il famoso "Liber abaci" (Libro dell'abaco) e così facendo fece conoscere le basi (Fattori primi; Scomposizione numeri; ...) della moderna matematica al mondo occidentale.
I principi fondamentali della Matematica egli li apprese dal mondo arabo (Algeria, Costa della Cabilia), ove il padre diplomatico si era trasferito per lavoro. Era il Medioevo ed il porticciolo di Bougie rappresentava la punta culturalmente avanzata algerina, in confronto al selvaggio territorio interno. Egli si rese subito conto che la numerazione usata (Che prevedeva l'uso dello zero) dai matematici indo-arabi era, di gran lunga, più comoda e funzionale di quella romana. Scrisse il famoso "Liber abaci" (Libro dell'abaco) e così facendo fece conoscere le basi (Fattori primi; Scomposizione numeri; ...) della moderna matematica al mondo occidentale.
GALLO CEDRONE
Perché i Santuari di religione (Polsi, Grotta,...) rappresentano, nelle zone più arretrate, dei simboli di mafiosità? La formazione e la crescita dell'uomo d'onore (Mafioso) avviene sul presupposto del confronto e dello scontro con altri soggetti omologhi. Raffronti che sono esplicati, in genere, in ambito pubblico. Quali le occasioni per manifestare la propria forza? Non c'è nessun dubbio! "I balli, le feste popolari e i pellegrinaggi rappresentano delle classiche evenienze per misurare il proprio prestigio", da gallo cedrone. E' il classico momento in cui il soggetto, davanti alla collettività, cerca spazio e manifesta la propria virilità, la propria prepotenza, la propria volontà di dominio (Mafioso) sugli altri esseri umani. E, davanti a tali manifestazioni o ti sottometti oppure lotti contro (Con lo stesso principio). Manifestazioni che un tempo sfociavano, con estrema frequenza, in atti violenti contro le persone (Quelli che non si volevano sottomettere).
Ma anche i galli cedroni, per quanto temerari, prima o poi, andranno a finire ... in pentola.
La "scoperta dell'acqua calda" sta, semplicemente, nel fatto che lo Stato e la Collettività sana, in ogni modo, dovrebbero possedere gli anticorpi necessari per evitare il passaggio del testimone da un gallo cedrone ad un altro. Ma intorno è tutto quiete. Nulla si muove. E le Stele stanno a ... guardare. In silenzio.
Ma anche i galli cedroni, per quanto temerari, prima o poi, andranno a finire ... in pentola.
La "scoperta dell'acqua calda" sta, semplicemente, nel fatto che lo Stato e la Collettività sana, in ogni modo, dovrebbero possedere gli anticorpi necessari per evitare il passaggio del testimone da un gallo cedrone ad un altro. Ma intorno è tutto quiete. Nulla si muove. E le Stele stanno a ... guardare. In silenzio.
LA VITA
La vita la si vive o la si scrive.
Quando la si SCRIVE è agevole capirla. Quando la si VIVE non c'è molto tempo per rifletterci su essa.
Quando la si SCRIVE è agevole capirla. Quando la si VIVE non c'è molto tempo per rifletterci su essa.
DALLA PERGAMENA AL LIBRO
Prima del Medioevo la cultura, le conoscenze erano tramandate oralmente (Come ancora oggi nei paesi molto poveri) e, poi, su pergamena. La famosa Biblioteca di Alessandria (Ipazia è stata una delle sue eccelse guide) è stata custode dei più importanti rotoli di pergamena che raccontavano, per gli addetti ai lavori, gli studi (Algebra, Astronoma, ...) allora conosciuti (A quei tempi non sempre si portavano a conoscenza del prossimo le scoperte scientifiche fatte). Poi, nel 1454, GUTEMBERG ha dato alle stampe il primo libro. A Parigi, nel 1480, alla Sorbona sono stati stampati i primi libri prodotti in Francia.
Da allora è stato tutto un crescendo ...
Tutti scrivono o vorrebbero scrivere un libro per ... passare alla storia.
Da allora è stato tutto un crescendo ...
Tutti scrivono o vorrebbero scrivere un libro per ... passare alla storia.
TARTAGLIA
Nell'ambito dei miei studi, tra l'altro, quando ho imparato (Tempo fa) il "Triangolo di Tartaglia" mi sono domandato se l'autore, noto matematico Italiano del 1500, avesse avuto difficoltà di linguaggio che giustificassero quel nome (In quel periodo il nome appioppato spesso rappresentava l'aspetto saliente del soggetto). Sì, era così anche per il povero Niccolò il quale non balbettava dalla nascita, ma è stata una conseguenza di un "incidente subito". Infatti, quando nel 1512 i Francesi decisero di occupare Brescia per annetterla al loro regno Niccolò e la sua famiglia, con migliaia di altri cittadini, si rifugiò nella Chiesa sperando nella clemenza degli invasori nei confronti del luogo sacro. Non è stato così. Essi entrarono, a cavallo, anche in Chiesa e con le loro spade colpirono, senza pietà, tutti i presenti. Niccolò fu colpito alla testa (Mascella spappolata) con un colpo di spada. Ma non morì, pur senza l'assistenza medica necessaria (Il padre era morto e la famiglia era molto povera). E si mise a studiare. Da autodidatta aprì la sua mente alla matematica che sposo incondizionatamente, diventando un grandissimo scienziato. Ma gli era rimasta la difficoltà di parlare. Balbettava.
LIBRI
I libri non resuscitano i morti e non fanno di un idiota un uomo intelligente. Essi aguzzano lo spirito, lo destano, lo affinano e appagano la sete di conoscenza.
BRICIOLE DI MATEMATICA
Quando mi sento dire, da un ragazzo, che non ama la matematica gli rispondo che la colpa non è sua, ma dei suoi insegnanti che non sono stati capaci di fargli vedere il vero volto della stessa. Quello piacevole, gioioso.
Essa è capace di trasformare concetti, condizioni, ragionamenti in linguaggio simbolico, fatto di numeri, lettere e simboli. Simboli, altrettanto importanti dei numeri, che diamo sempre come scontati, ma che difficilmente ci chiediamo (O qualche insegnante ci dice) chi li ha inventati e quando. In modo conciso per non disperdere i miei pochi lettori, riporterò alcune briciole storiche sulla matematica. Scienza che ci aiuta a conoscere meglio il mondo che ci circonda.
1)- François VIETE - Francese - Inventore dell'uso delle LETTERE in matematica. Ha introdotto l'uso delle lettere nelle formule matematiche. Le usava, però, nella versione MAIUSCOLA, utilizzando le vocali (A, E, I, O, U) per le incognite e le consonanti per i termini noti (Esempio: BA + CE - DU = F). François era talmente bravo in matematica da riuscire a decifrare tutti i messaggi in codice che gli spagnoli, dopo la tragica notte di San Bartolomeo (1572), mandavano ai cattolici di Francia. Siamo al tempo in cui, in Francia regnava Enrico IV di Borbone. Gli spagnoli (Cattolici), un po presuntuosi, si convinsero che solo con l'aiuto della magia si potevano decifrare i loro messaggi in codice e, quindi, denunciarono il Viète all'Inquisizione.
La formulazione attuale (Le prime lettere dell'alfabeto (a, b, c,...), minuscole, rappresentano le quantità note; le ultime lettere (x, y, z), sempre minuscole, le incognite) dell'uso delle lettere (ax + by + c = 0) la dobbiamo al CARTESIO, alcuni decenni dopo.
2)- William OUGHTRED - Inglese - Inventore del segno di moltiplicazione (x), nel 1631.
3)- Thomas HARRIOT - Inglese - Inventore dei segni "maggiore di" (>) e "minore di" (<), che non sono altro che delle "V" coricate.
4)- Christoph RUDOLF - Tedesco - Inventore del segno "radice quadrata" (√ ), che non è altro che una V con un trattino in alto a destra, nel 1525.
5)- John WALLIS - Inglese, Medico - Inventore del segno di "infinito" ( ∞ ).
6)- WIDMANN - Inglese - Inventore dei segni "meno" (- ) e "più" (+), nel 1489. Ha introdotto questi segni per indicare di quanto mancava o eccedeva il peso delle casse che spediva per commercio.
7)- Nicolas CHUQUET - Francese, Medico - Inventore del segno di potenza, scrivendo l'esponente in alto sulla base (x2). E quando la potenza era al denominatore anteponeva all'esponente il segno meno (x-4). Ossia, 1/x4 = x-4 .
8)- Robert RECORDE - Inglese, Matematico e Medico -Inventore del segno di "uguale" (=), nel 1557 .
9)- Raffaele BOMBELLI - Italiano, Matematico - Inventore delle parentesi (tonda) [ quadra ] { graffa }, di estrema importanza per le espressioni matematiche.
10)- EULERO - Matematico - Inventore del simbolo "i" immaginario, nel 1777. Ossia, i = √-1. Era questa l'apertura verso i numeri complessi (Chiamati prima "impossibili" e poi "immaginari").
Essa è capace di trasformare concetti, condizioni, ragionamenti in linguaggio simbolico, fatto di numeri, lettere e simboli. Simboli, altrettanto importanti dei numeri, che diamo sempre come scontati, ma che difficilmente ci chiediamo (O qualche insegnante ci dice) chi li ha inventati e quando. In modo conciso per non disperdere i miei pochi lettori, riporterò alcune briciole storiche sulla matematica. Scienza che ci aiuta a conoscere meglio il mondo che ci circonda.
1)- François VIETE - Francese - Inventore dell'uso delle LETTERE in matematica. Ha introdotto l'uso delle lettere nelle formule matematiche. Le usava, però, nella versione MAIUSCOLA, utilizzando le vocali (A, E, I, O, U) per le incognite e le consonanti per i termini noti (Esempio: BA + CE - DU = F). François era talmente bravo in matematica da riuscire a decifrare tutti i messaggi in codice che gli spagnoli, dopo la tragica notte di San Bartolomeo (1572), mandavano ai cattolici di Francia. Siamo al tempo in cui, in Francia regnava Enrico IV di Borbone. Gli spagnoli (Cattolici), un po presuntuosi, si convinsero che solo con l'aiuto della magia si potevano decifrare i loro messaggi in codice e, quindi, denunciarono il Viète all'Inquisizione.
La formulazione attuale (Le prime lettere dell'alfabeto (a, b, c,...), minuscole, rappresentano le quantità note; le ultime lettere (x, y, z), sempre minuscole, le incognite) dell'uso delle lettere (ax + by + c = 0) la dobbiamo al CARTESIO, alcuni decenni dopo.
2)- William OUGHTRED - Inglese - Inventore del segno di moltiplicazione (x), nel 1631.
3)- Thomas HARRIOT - Inglese - Inventore dei segni "maggiore di" (>) e "minore di" (<), che non sono altro che delle "V" coricate.
4)- Christoph RUDOLF - Tedesco - Inventore del segno "radice quadrata" (√ ), che non è altro che una V con un trattino in alto a destra, nel 1525.
5)- John WALLIS - Inglese, Medico - Inventore del segno di "infinito" ( ∞ ).
6)- WIDMANN - Inglese - Inventore dei segni "meno" (- ) e "più" (+), nel 1489. Ha introdotto questi segni per indicare di quanto mancava o eccedeva il peso delle casse che spediva per commercio.
7)- Nicolas CHUQUET - Francese, Medico - Inventore del segno di potenza, scrivendo l'esponente in alto sulla base (x2). E quando la potenza era al denominatore anteponeva all'esponente il segno meno (x-4). Ossia, 1/x4 = x-4 .
8)- Robert RECORDE - Inglese, Matematico e Medico -Inventore del segno di "uguale" (=), nel 1557 .
9)- Raffaele BOMBELLI - Italiano, Matematico - Inventore delle parentesi (tonda) [ quadra ] { graffa }, di estrema importanza per le espressioni matematiche.
10)- EULERO - Matematico - Inventore del simbolo "i" immaginario, nel 1777. Ossia, i = √-1. Era questa l'apertura verso i numeri complessi (Chiamati prima "impossibili" e poi "immaginari").
Iscriviti a:
Post (Atom)