Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

1 marzo 2016

SCUOLA

La scuola per i ragazzi di Via Artom, a Torino, nella fase di sviluppo industriale del secolo scorso.
Lo sfrenato sviluppo industriale ho portato, sradicandoli, tanti "poveri Cristi" dal Sud, povero ed arretrato, al Nord Italia, specialmente nelle grandi città. I genitori erano costretti a vivere in quartieri squallidi e degradati, ma col loro lavoro impegnativo non avevano neppure il tempo necessario per rendersene conto. Avendo la necessità di garantire la sussistenza minima vitale a tutta la famiglia. Il problema vero, in quelle famiglie, era rappresentato dai ragazzini per le difficoltà di inserimento in un ambiente sconosciuto, totalmente diverso da quello d'origine (Per: linguaggio, siti, soggetti, mentalità, costumi, censo, ...). Il problema dell'inserimento sociale degli immigrati interni, a Torino, nella seconda metà del secolo scorso, con la seconda generazione, ha trovato sede nella musica. E' la musica "hip hop" che ha trasferito le tensioni e le difficoltà vissute dalle seconde generazioni. I ragazzi nelle loro canzoni hanno cantato (Denunciato) la vita di quartiere con odori, suoni, immagini.
"Qui andiamo a fiuto come i cani,
Qui il bene si mischia col male  /  e i regolari con gli infami,
Qui non è facile stanarli,
Si nascondon tra le ombre dei palazzi a nove piani,
Se oggi sono quel che sono
E' perché rispecchio dove vivo, dove vivo"
E' questa la ballata del rapper Doggy del quartiere Barriera di Milano, a Torino.
Solo migliori condizioni di vita ed adeguate scuole e strutture sociali avrebbero potuto evitare il degrado in certi quartieri popolari di Torino (E non solo). In quei contesti molti ragazzi hanno avuto l'opportunità di studiare, di lavorare e, quindi, di crescere. Altri, molti, troppi, hanno imboccato le "Vie sbagliate". Come Giuseppe che quelle poche volte che andava a scuola, si presentava con "sguardo beffardo, comportamento insolente verso tutti, compagni e superiori, chiuso, taciturno, scontroso, elemento difficilissimo; picchia selvaggiamente i compagni; ha periodi di apparente calma rotti bruscamente ... e senza motivo fa una qualche bravata al solo scopo, cedo, di dimostrare la sua indifferenza vero ogni forma di dovere"...
E' l'ambiente in cui vive che condiziona l'agire quotidiano dell'uomo.

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