Riporto uno stralcio dell'elegantissima introduzione alla bozza del "Romanzo TM" del bravissimo poeta e scrittore Carlo A. PASCALE.
"Addolcisci la
voce, Cantastorie. Registra un triste misfatto ... Alza la tua voce,
tocca sulla tua chitarra le note dure della morte violenta. A te,
Cantastorie, l'ultima parola di luce! A te il grido di ribellione negli
anni futuri... lascia che mi sieda accanto a te, ch'io possa ascoltare
il timbro della tua musica, mentre strappi parole al destino nero che ci
minaccia...."
E' come una Lirica. Bellissima. Emozionante. Travolgente.
Un abbraccio ad uno dei più grandi tra i Poeti viventi ed al Cantastorie.
Grazie per la vostra esistenza, per la vostra intelligenza eretica.
28 gennaio 2015
6 gennaio 2015
GELOSIA
La persona gelosa, può diventare capace di tutto. Patetica, Stupida, Rozza, Violenta, Idiota.
Ma, quando è possibile, essa (Poveretta), va scusata.
Ma, quando è possibile, essa (Poveretta), va scusata.
FIGLIO E PADRE, SECONDO BASSANI
Estraggo un brano dal bellissimo libro "Il giardino dei Finzi-Contini" di G. BASSANI.
" Tu, invece di Medicina, hai preferito prendere Belle Lettere, e sai che quando è venuto il momento di decidere io non ti ho ostacolato in nessun modo. La tua passione era quella, e tutti e due, io e te, abbiamo compiuto il nostro dovere: Tu scegliendo la strada che sentivi di dover scegliere, e io non impedendotelo.
Ma adesso? Anche se, ...
E' ben vero che niente, anche adesso, può impedirti di continuare a studiare per conto tuo ... di continuare a coltivarti per ... scrittore, ... critico ... romanziere ... poeta".
" Tu, invece di Medicina, hai preferito prendere Belle Lettere, e sai che quando è venuto il momento di decidere io non ti ho ostacolato in nessun modo. La tua passione era quella, e tutti e due, io e te, abbiamo compiuto il nostro dovere: Tu scegliendo la strada che sentivi di dover scegliere, e io non impedendotelo.
Ma adesso? Anche se, ...
E' ben vero che niente, anche adesso, può impedirti di continuare a studiare per conto tuo ... di continuare a coltivarti per ... scrittore, ... critico ... romanziere ... poeta".
LA FELICITA', SECONDO PLATONE
Il supremo stato di Felicità, secondo Platone, corrisponde alla vecchiaia, perchè, finalmente, con essa si è liberi dagli stimoli sessuali.
Quindi, di contro, la presenza dei suddetti stimoli terrebbe lontano, sempre secondo Platone, il supremo stato di felicità.
Quindi, di contro, la presenza dei suddetti stimoli terrebbe lontano, sempre secondo Platone, il supremo stato di felicità.
LIBERO ARBITRIO ... E SAVERIO STRATI
Mi piace ricordare Saverio STRATI ed il concetto sul libero arbitrio, tratto dal suo "Cari parenti".
Di chi è la colpa?
"... Ti butta su questa terra senza che tu glielo chieda, senza un contratto firmato da te. Quando non gli garba più, ti spazza via come una mondezza ...
Io non ho rubato, non ho fatto falsa testimonianza, non ho preso la donna agli altri ...
Si, avete ragione disse la vecchia. Però non passa giorno che non commettiamo qualche peccato ...
In questo caso la colpa non è nostra, ma di lui che ci ha costruiti male. Come un orologio che segna l'ora falsa. E' colpa dell'orologio se è sgangherato? ..."
Di chi è la colpa?
"... Ti butta su questa terra senza che tu glielo chieda, senza un contratto firmato da te. Quando non gli garba più, ti spazza via come una mondezza ...
Io non ho rubato, non ho fatto falsa testimonianza, non ho preso la donna agli altri ...
Si, avete ragione disse la vecchia. Però non passa giorno che non commettiamo qualche peccato ...
In questo caso la colpa non è nostra, ma di lui che ci ha costruiti male. Come un orologio che segna l'ora falsa. E' colpa dell'orologio se è sgangherato? ..."
3 gennaio 2015
PARIGI - LUNGOSENNA
Chi ha studiato (E, quindi, ancora studia) l'Urbanistica, forse più di altri, sa riconoscere l'importanza della presenza, in città, di un fiume. Città come Londra, Firenze, Parigi, Roma, Pisa devono molto, in termini paesaggistici, ai loro corsi d'acqua. Io ho spesso scritto della bellezza dei Lungarni Pisani (Ed, in particolar modo, del Pacinotti), ma non posso disconoscere l'elevata eleganza dei Lungosenna Parigini. Per non far torto agli Inglesi non posso non ricordare i Lungotamigi, veramente indimenticabili e raffinati.
Forse, anche più dei miei Lungarni...
Ma, Parigi è Parigi...
Forse, anche più dei miei Lungarni...
Ma, Parigi è Parigi...
2 gennaio 2015
SISTEMAZIONE IDRAULICA DI UN ALVEO TORRENTIZIO
IL POETA INNAMORATO
Riporto, di seguito, assecondando il desiderio dell'Autore, le ultime Poesie di Carlo Antonio PASCALE. Tutte, sostanzialmente, riportano le voci di un Artista innamorato.
QUESTO PERDERSI NEL
SOGNO
E ti penso, Donna. Nel silenzio più
assurdo.
Sei la mia Africa, dove si muore e si
soffre.
E sei la mia Corea del Nord dove
il potere ti scarica le ossa dal corpo
Nella grande piazza delle parate.
Ecco sei giunta ed io ti metto le mani
sui seni.
E alle mie brusche maniere
opponi la tua fede misantropa.
Resto a guardarti per catapultarmi
nella tua anima
Ora che sulle labbra appare
velenoso il serpente.
Hai le spalle bianche e calde e la
schiena arcuata come canto di festa.
Non posso che inchinarmi al tuo altare
e bere il vino di uva bianca.
Senti questo morbido passo? Questo
sperticarsi del vento?
Questo mistero del sentimenti?
Non ascoltarli sono la morte che
avanza pretese.
Lascia che immerga la mano tra le tue
cosce
Per andare in fondo e sparire,
quando il cuore è liquefatto..
Sei il canto della stella polare
che ama ancora chiamarci
Con voci siderali..
Io e te, Donna, a testa alta,
attraverso i morsi dell’Africa, nella
semantica frenesia del tiranno.
Non chiedere di me
Oggi sono ancora un nulla.
L’amore è questa asfissia
progressiva
Questo perdersi nel sogno.
Questo correre all’aperto come
antilope che trema.
E mi sciolgo nell’aria per essere
respirato dalla tua follia.
Siderno, 24.11.2014 c.a.p.
QUESTA ASSENZA
Questa assenza dura come il granito
E fredda
è un fulmine pazzo che mi torce.
E afferro le tue mani che reggono
la mia pena per non perdermi.
Né tu né io sappiamo
quanto pesi il pensiero della fine
Quando il coraggio è immediato
strappo di carne.
Ed è uragano di venti il silenzio che
pesa
Nel vergine talamo del fiore..
Sento la vanità dei pensieri così
fragili
Così senza peso.
Così impavidi nel grande abbraccio del
sogno.
Ma è un pazzo chi mi lega le mani alla
schiena
Per impedirmi di raggiungere
l’infinito.
Ecco un’ala di vento che sbuca dal
nulla del cielo
e corre da pazza a
scuotere ogni ancoraggio d’amore.
Guardo i tuoi occhi, donna, per entrare
nel mistero del cuore
con le trecce dell’ulivo del Libano
ora che sono rosse e
splendenti di attesa e di smeraldo
in questo assalto della bellezza che
pulsa nel petto
tra i piaceri della notte
per essere un uomo che gode
nel silenzio la tentazione.
Di inabissarmi
Nei ruccioli dello spazio.
Cinque dita mi penetrano il petto per
cinque ferite
di tristezza e di angoscia se penso di
perderti.
Tanto pesa l’amore quando lo inietta
il dio.
Vengo a passi svelti alle rive del
lago per donarti la mia voglia di te.
nell’acqua che brontola in
questo giorno legato al calore della bocca.
mi siedo e ti guardo controvento dal
parapetto di legno,
Invaso dai tuoi odori di Donna.
Siderno, 24.11.2014 cap
IL VORTICE CHE MI
TOGLIE IL RESPIRO
Poso gli occhi e le mani
Nelle tenere carni della luna
Quando la notte accende bagliori
infiniti
e le stelle lanciano il loro ammiccare
in lontananze
che serrano il cuore.
Altrove scivola la magia tempestosa
dell’oltre
Allora che il mondo avvampa di
tentazioni infinite
Nel tripudio che risuona nell’anima
A guisa di zampogne pastorali imbevute
ancora di freddo..
Nel prodigio di una notte fatale
l’alito buono non ha ritmo
Se la luce infinita non giunge con le
sue lacrime
A sanare il sistema fisico del pianeta
uscito dalle mani di Dio
Come impasto di dubbi e prodigi
all’uomo.
Amore dell’invisibile che pur bussa
alle porte dell’io
E flagella la scorza della
scompigliata speranza
Ora che avverto di un mulinello di rena
il vortice
Che mi toglie il respiro.
Nudo tendo in alto le braccia nel
tremolio delle stelle.
Siderno, 25.11.2014 cap
QUESTA ANGOSCIA DI PERDERTI
Questa angoscia di perderti è il mio
amore per te
che non mi stringi al tuo seno mentre
salgo la sommità
Della vetta per ubriacarmi di
spazio
Tra nuvole grigie che vanno a lambire
l’eternità.
Freme come mistero il desiderio di
cercare in te la mia gioia
Se nell’esultanza tutto rabbrividisce
E muove al vertice della
passione.
Pianto irrepresso scorre sul volto che
vibra
di speranze animose su verdi campagne
d’aprile
tra accordi di profumi e colori
quando tirerò l’anima dal petto e le
dico di andare.
Un salto forse un lampo
singhiozza
Nel trepido nulla
della poesia che cerca le vibrazioni
del cosmo.
Siderno, 25.11.2014
c.a.p.
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