Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

2 gennaio 2015

IL POETA INNAMORATO

Riporto, di seguito, assecondando il desiderio dell'Autore, le ultime Poesie di Carlo Antonio PASCALE. Tutte, sostanzialmente, riportano le voci di un Artista innamorato.

QUESTO PERDERSI NEL SOGNO  

E ti penso, Donna. Nel silenzio più assurdo.
Sei la mia Africa, dove si muore e si soffre.
E sei la mia Corea del Nord dove  il potere ti scarica le ossa dal corpo
Nella grande piazza delle parate.
Ecco sei giunta ed io ti metto le mani sui seni.
E  alle mie  brusche maniere opponi la tua fede misantropa.
Resto a guardarti per catapultarmi nella tua anima
Ora che sulle labbra  appare velenoso il serpente.
Hai le spalle bianche e calde e la schiena  arcuata come canto di festa.
Non posso che inchinarmi al tuo altare e bere il vino di uva bianca.
Senti questo morbido passo? Questo sperticarsi del vento?
Questo mistero del sentimenti?
Non ascoltarli sono la morte  che avanza pretese.
Lascia che immerga la mano tra le tue cosce
Per andare in fondo e sparire,
quando il cuore è liquefatto..
Sei  il canto della stella polare che ama ancora chiamarci
Con voci siderali..
Io e te, Donna,  a testa alta,
attraverso i morsi dell’Africa, nella semantica  frenesia del tiranno.
Non chiedere di me
Oggi sono ancora un  nulla.
L’amore è questa asfissia progressiva
Questo perdersi nel sogno.
Questo correre all’aperto  come antilope che trema.
E mi sciolgo nell’aria per essere respirato dalla tua follia.

Siderno, 24.11.2014 c.a.p.



           QUESTA ASSENZA
Questa assenza dura come il granito
E fredda
è un fulmine pazzo che mi torce.
E afferro le tue mani  che reggono la mia pena per non perdermi.
Né  tu né io  sappiamo quanto pesi  il pensiero della fine
Quando il coraggio  è immediato  strappo di carne.
Ed è uragano di venti il silenzio che pesa
Nel vergine  talamo del fiore..
Sento la vanità dei pensieri così fragili
Così senza peso.
Così impavidi nel grande abbraccio del sogno.
Ma è un pazzo chi mi lega le mani alla schiena
Per impedirmi di raggiungere l’infinito.
Ecco un’ala di vento che sbuca dal nulla del cielo
 e corre da pazza a scuotere ogni ancoraggio d’amore.
Guardo i tuoi occhi, donna, per entrare nel mistero del cuore
con le trecce dell’ulivo del Libano
 ora che sono rosse e splendenti di attesa e di smeraldo
in questo assalto della bellezza che pulsa nel petto 
tra i piaceri della notte
per essere un uomo che gode
nel silenzio la tentazione.
Di inabissarmi
Nei ruccioli dello spazio.
Cinque dita mi penetrano il petto per cinque ferite
di tristezza e di angoscia se penso di perderti.
Tanto pesa l’amore quando lo inietta il dio.
Vengo a passi svelti alle rive del lago  per donarti la mia voglia di te.
nell’acqua che  brontola in questo giorno legato al calore della bocca.
mi siedo e ti guardo controvento dal parapetto di legno, 
Invaso dai tuoi odori di Donna.

Siderno, 24.11.2014 cap


  IL VORTICE CHE MI TOGLIE IL RESPIRO

Poso gli occhi e le mani
Nelle tenere carni della luna
Quando la notte accende  bagliori infiniti
e le stelle lanciano il loro ammiccare in lontananze 
che serrano il cuore.
Altrove scivola la magia tempestosa dell’oltre
Allora che il mondo avvampa di tentazioni infinite
Nel tripudio che risuona nell’anima
A guisa di zampogne pastorali imbevute ancora di freddo..
Nel prodigio di una notte fatale l’alito buono non ha ritmo
Se la luce infinita non giunge con le sue lacrime
A sanare il sistema fisico del pianeta uscito dalle mani di Dio
Come  impasto di dubbi e prodigi all’uomo.
Amore dell’invisibile che pur bussa alle porte dell’io
E flagella  la scorza della scompigliata speranza
Ora che avverto di un mulinello di rena il vortice
Che mi toglie il respiro.
Nudo tendo in alto le braccia nel tremolio delle stelle.

Siderno, 25.11.2014 cap


     QUESTA ANGOSCIA DI PERDERTI
Questa angoscia di perderti è il mio amore per te
che non mi stringi al tuo seno mentre salgo la sommità
Della vetta  per ubriacarmi di spazio
Tra nuvole grigie che vanno a lambire l’eternità.
Freme come mistero il desiderio di cercare in te la mia gioia
Se nell’esultanza tutto rabbrividisce
E  muove al vertice della passione.
Pianto irrepresso scorre sul volto che vibra
di speranze animose su verdi campagne d’aprile
tra accordi di profumi e colori 
quando tirerò l’anima dal petto e le dico di andare.
Un salto forse  un lampo singhiozza
Nel  trepido nulla
della poesia che cerca le vibrazioni del cosmo.

Siderno, 25.11.2014          c.a.p.

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