Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

10 marzo 2013

STRUGGIMENTO E POESIA DI UN UOMO

  Riporto, di seguito, alcune struggenti liriche, di recente composizione, del poeta Carlo Antonio PASCALE (Che mi ha autorizzato alla pubblicazione).


 
IN UN’ALBA BIANCA
Finché posso resto a guardare la terra
A volare sui pensieri,  a mordere l’angoscia.
Mi si spaccano tra le mani le stelle stasera
Legato a Lancillotto  du  lac e a Ginevra la pazza.
Tutto l’amore del mondo mi tempesta
In un grigio pugno di vita. In un lampo di storia.
Solleciti alla caduta
Dipaniamo gomitoli di vita  quasi per scherzo
noi
E moriamo al filo dell’indifferenza. (Al groppo dell’ingordigia)

Oh, se il numero delle stelle giovasse all’uomo
Che alza la testa a tirar dentro una lacrima!
Il mio gomitolo non gira più. Non si dipana
La matassa cade in un fremito nero,
Se non viene la luce a sollevarci.
Se la musica cede.
Se soffoca la luce del giorno  --------- muore ancora il giorno.
Nelle  trame della storia resta  la mia anima.
curvata all’infinito del dubbio.     

Oh, che si perda in un’alba bianca la mia vita!

Le parole sono rapprese  nel sangue ad Aleppo dove la Kasba
È un cumulo di macerie e le antiche vie divelte come il cuore di Allah.
Un disumano tiranno trafigge il suo popolo.
Il ras.
Eroi acrobati in un paradiso sprofondato nel nulla
Camminano nella disperazione al vento aspro dell’odio e della morte.
Assad  ubriaco di possesso.
Spara sul suo popolo
E muore poco alla volta.
La morte lenta è la sofferenza del boia.


Carlo Antonio PASCALE


                            NEL CUORE DI DIO


Mi sorprendono, di notte, camuffate di spavento e mistero, le Cose.
Vanno a catapulta fiumi bianchi di nulla. 
Inciampano le erbe sull’erbe
Quando uccelli sfrecciano  con acido grido
e la paura  si allunga fino alle stelle.
Nello scombussolamento del mondo
Sono un  re maledetto.
Un Assad, un Gheddafi, un Saddam e mille ancora tiranni.
Sono un  impeto di rabbia ora  che l’anima
 è dissolta nel caos.
Tutto ormai è privo di redenzione di ritorno.

 Nella rabbia  degli elementi
Mi abbaglia il fiato delle Cose impazzite
Più che la fine.
Avanza l’arroganza del sole fulminato da Dio   
Ora che tutto si avvolge in se stesso.
E anche la luna si allenta e s’allarga in una ossessione femminea.
Poesia, abbracciati all’uomo nel  viaggio per le galassie
A precipizio andremo per spazi non fecondati
Luci cerulee  del cosmo
Freddi silenzi di dolore, gli uomini.
Le Cose  non avranno  il sapore che sazia le ferite del giorno.
Neri strazi  erutta la furia del nulla nel ghigno ultimo della fine.

E’ il grido dell’uomo nel vecchio cuore di Dio
La nuova misericordia.
Anche le Cose  si caleranno nella polvere.  

“Non andarci, mamma. Torna a casa”;
La via è lastricata di vento che spappola le midolla del cuore.
Voce che non cammina
Sul dorso   di   una curva pietà.
“ Non andarci, mamma,torna a casa!”
E corre il vento sulle braccia allungate oltre le stelle
Fremendo per dove il vuoto s’ammassa  e vaneggia.
Nel silenzio più forte di Dio  le parole si acquietano  e posano
Come foglie ingiallite, come fremiti di  spavento.
O le chitarre unte di stelle  che danno sensazioni di erba putrida!
Tua è la richiesta  insaziabile nella voce curva dei tuoi aspri capelli.
Corre ed ha gli occhi alla terra infiammati di spazio,
Lei.
Giungerà cieca per averti guardata da lontano al cospetto di Dio.
“Non andarci, mamma. Torna a casa!”.
Signore, ti porto gli occhi chiari di lei, la voce innocente,
la  prima tristezza.
La sua innocente richiesta come ricompensa
Tu sai, Signore, che il dolore è dell’uomo
E anche l’incomprensibile  che ci angoscia.
E’ sempre di mattoni  la casa dell’uomo.

    Carlo Antonio PASCALE         


2 commenti:

  1. Io adoro questo poeta. Un fotografo dell'anima. Riesce a toccare con mano il sentimento, lo sgomento , la fragilità umana.
    Leggerti è una lacrima che non sapeva di esistere, ma aspettava di essere vista, ascoltata e trovata. Per dar sfogo al suo pianto.
    Cristina

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  2. Cara Cristina, sei una grande Anima. E' sempre questione di una lacrima nella esistenza degli uomini. Quasi sempre.Chi s'interroga, è vero, piange, chi non s'interroga non sa di essere o di non essere.Ti ringrazio. I poeti hanno un grande bisogno di essere letti e, se apprezzati, esultano nel loro silenzio finalmente gratificato. Viviamo in un mondo crudele, alienato, in mano a mediocri e a facinorosi. In un mondo che sembra abbandonato a se stesso e non più sorretto dal suo Principio Creatore.Non resta che lo spettacolo della fine, se Dio non ci riprende nelle sue mani.Ti abbraccio
    Carlo A. Pascale

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