In quella casa dove tanto ho scritto,
davanti a quella chiesa del Rosario,
ora vive un indiano, ch’è in affitto,
ma per me è una stazione del calvario.
Ogni porta è una casa abbandonata,
qua, da bambino, vi ho lasciato il cuore,
la casa di una signora altolocata
e quella di Pasquale il muratore.
La casa del Farticchio e di Oscaruccio,
e la casa di Gianni il Tridicino,
e là, dentro quel vicolo, un cantuccio,
con la casa di quando ero bambino.
ora vive un indiano, ch’è in affitto,
ma per me è una stazione del calvario.
Ogni porta è una casa abbandonata,
qua, da bambino, vi ho lasciato il cuore,
la casa di una signora altolocata
e quella di Pasquale il muratore.
La casa del Farticchio e di Oscaruccio,
e la casa di Gianni il Tridicino,
e là, dentro quel vicolo, un cantuccio,
con la casa di quando ero bambino.
Più sotto, c’era il negozio del Lica,
e la casa del medico Guidace,
una ruga di gesso, un’aria antica,
che una volta viveva, ed ora tace.
Ma la fermata del frantoio è amara,
pensando a quell’amico mio pulito,
ucciso con tre colpi di lupara,
lasciando il mio paese ammutolito.
Da quella casa dove c’è un indiano,
ucciso con tre colpi di lupara,
lasciando il mio paese ammutolito.
Da quella casa dove c’è un indiano,
dove un giorno lontano sono nato,
non sono riuscito a star lontano,
che sempre qua, col cuore, son tornato.
27/11/2020. Franco BLEFARI
che sempre qua, col cuore, son tornato.
27/11/2020. Franco BLEFARI