Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

27 ottobre 2023

STUDIOSA E STUDIATA


 Bellissime entrambe. Quando l'artista assimila l'opera d'arte. 

21 ottobre 2023

EUROPA MALATA

L'Europa è malata, lo diciamo, da tempo, in tanti (Ho scritto un post, su questo argomento, nel 2012). 

Ma, i medici che le stanno al capezzale sanno riconoscere i sintomi del male? E, magari, provvedere con le giuste terapie. 

A guardare attentamente le cose ... non sembrerebbe. Mi auguro di essere in errore.

Potrei suggerir loro la lettura di Montesquieu ed, in particolare, le considerazioni sulla Felicità dei Cittadini. Ma, ai giorni nostri, leggere non è più di moda. 

È il nulla che avanza. 

17 ottobre 2023

LENTICCHIE O BUONA TAVOLA

 Ciao Diogene, come stai? Perché è da tanto tempo che non ci parliamo?

Ciao Aristippo, io sto bene e spero che anche tu stia bene.

Perché, Aristippo, non ci siamo più incontrati? 

Chissà perché? Tu che dici? 

Forse perché non siamo ferro e calamita. Forse perché non frequentiamo le stesse persone, gli stessi luoghi, visto che io sono Diogene, mentre tu sei Aristippo? 

Forse perché preferisco accontentarmi del piatto di lenticchie piuttosto che mangiare alla corte del re?

 Forse perché, su certe cose, non condivido, ma rispetto, le tue opinioni? Forse perché non riesco a capire come fai a non vedere lo stato di degrado etico e morale che sta attraversando il mondo in cui viviamo? 

Forse perché non riesco a capire come fai a considerare santo chi santo non è, anzi? 

Forse perché stiamo percorrendo una fase di abbrutimento e grettezza spaventosa che ci avvicina ai barbari e ci allontana dalle persone civilizzate?

Ma, in ogni caso, io ti leggo, sempre, e  sorrido, con sentimento di profonda amicizia e tristezza, anche quando scrivi cose assolutamente, per me, inaccettabili?

"Diogene, voglio darti un consiglio. Se tu imparassi ad essere ossequioso con il re, non saresti costretto a mangiare lenticchie" 

"Aristippo, voglio darti, anch'io, un consiglio. Impara ad amare le lenticchie così non saresti costretto ad adulare il re e vivere da schiavo, cercando di soddisfare ogni sua esigenza". 

Evitiamo di fornire appoggio ai palloni gonfiati che stanno insozzando il nostro paese e la terra di Zaleuco, di Nosside, di Persefone?

12 ottobre 2023

IL TEOREMA DI PITAGORA.

 Il teorema di Pitagora tra matematica, geometria, filosofia, esoterismo, estetismo. 

Aspetto matematico. In tutta la matematica, quella semplice e quella complessa, una delle regole più importanti è quella del teorema di Pitagora. Riguarda i triangoli rettangoli (Ossia quei triangoli con un angolo retto (90 °). Pitagora ci dice che il quadrato costruito sull'ipotenusa (Lato "c" più lungo) è uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti (Lati "a" e "b").  Ac = Aa + Ab. Ossia, cxc = axa + bxb. La conoscenza di queste semplici formule ci dice come calcolare, per esempio, uno dei lati conoscendo gli altri due.

Aspetto ontologico. Il teorema di Pitagora, in realtà, non era considerato solo una legge matematica del pensiero, ma anche una legge ontologica, cioè dell'essere, riguardante la realtà dell'uomo e del mondo. L'ontologia  è una dottrina filosofica relativa ai caratteri universali dell'ente, corrispondente alla prima filosofia di Aristotele (Detta metafisica). Essa  ha lo scopo di scoprire quali entità costituiscono la realtà, di che materia è fatto il mondo. Si rivolge agli aspetti essenziali dell'essere e alle loro relazioni. 
Il significato filosofico ed esoterico che esso pertanto assumeva costituiva parte integrante delle conoscenze iniziatiche riservate agli adepti della scuola pitagorica.
Aspetto esoterico. Una delle possibili interpretazioni del teorema che si è tramandata fino ad oggi all'interno della massoneria, dove l'emblema dei quadrati costruiti sui lati di un triangolo rettangolo compare nel gioiello indossato dagli anziani Maestri ex-Venerabili (detti in inglese Past Masters), mette in relazione la volontà del Cielo, ossia la Provvidenza, rappresentata dal cateto verticale, con la volontà della singola individualità umana, simboleggiata dal cateto orizzontale. Quanto più l'individuo, anziché estendere arbitrariamente la propria volontà, cerca di adeguarla a quella del Cielo, tanto meno subirà il peso del Destino, cioè dell'ipotenusa, e quindi tanto più riuscirà a dominare le forze della necessità che gravano sulla sua vita. 
«L'equilibrio tra la Volontà e la Provvidenza da una parte, e il Destino dall'altra, era simboleggiato geometricamente dal triangolo rettangolo i cui lati sono proporzionali rispettivamente ai numeri 3, 4 e 5, triangolo al quale il Pitagorismo attribuiva una grande importanza, e che, per una coincidenza pure assai degna di nota, ne ha altrettanta nella tradizione estremo-orientale. Se 
la Provvidenza è rappresentata dal 3
la Volontà umana dal 4
il Destino dal 5
in questo triangolo si ha: 3^2 + 4^2 = 5^2.
L'elevazione al quadrato dei numeri indica che ciò si riferisce al dominio delle forze universali, ossia propriamente al dominio animico, quello che corrisponde all'Uomo nel "macrocosmo", e al centro del quale, in quanto termine mediano, si situa la volontà nel "microcosmo".»

Spunti tratti da René Guénon, La Grande Triade, cap. XXI, Revue de la Table Ronde, Parigi/Nancy, 1946, trad. it. in "Lettera e Spirito. Rivista di studi tradizionali", n. 36.

GIUSTIZIA RIPARATIVA

 Giustizia riparativa o
 Poena cullei (La pena del sacco) dei Romani?

Da poco tempo, in Italia, per volere divino (?), nel nostro ordinamento giudiziario, non certo perfetto, a mio parere, è stata introdotta la chiacchierata Legge Cartabia. Legge che prende il nome da colei che l'ha proposta e fatta approvare dal Parlamento.
Tale legge prevede, tra le altre cose discutibili, anche per reati gravissimi (Omicidio, ...) la possibilità, per il condannato di avvalersi del percorso della giustizia riparativa

In parole povere, in Italia e nel Sud in particolare, è molto raro che i criminali vengano arrestati e condannati, ma davanti a tale ipotesi essi possono chiedere l'applicazione del disposto della Giustizia Riparativa.
Con la possibilità, neppure tanto remota, che i familiari delle vittime si possano trovare nella pubblica via a passeggiare accanto al criminale che pensavano, credevano, in carcere, magari da poco arrestato, per lo sconto della pena, eventualmente, comminata.

Tale ipotizzato percorso di giustizia riparativa (Come si fa a definirla tale?) non può che comportare:
a)-Rabbia, sconcerto e sdegno da parte dei parenti delle vittime, ma, anche, da parte della popolazione civile che, mai, riuscirà, giustamente, a capire e giustificare tale comportamento assurdo della Giustizia, ossia dello Stato;
b)-Delusione, scoramento, sfiducia nella gente civile, verso le Istituzioni, che vede questa legge come assurda e lontana dai problemi della realtà quotidiana. Realtà fatta, anche, di violenza, di soprusi, di sopraffazioni, che restano, di fatto, impuniti;
c)-Assenza di alcuna considerazione nei confronti del dolore, della sofferenza, delle lacrime, che hanno attraversato i familiari e gli amici delle vittime;
d)-Riparazione o vantaggio, non indifferente, a favore del criminale? Il percorso riparativo rappresenta, semplicemente, una azione pratica per svuotare le carceri e portare sulla pubblica via coloro che si sono macchiati di reati gravissimi. E' un vantaggio incredibile verso il criminale che diventa conscio della sostanziale impunità. Tale circostanza lo porterà ad essere ancora più arrogante e violento di prima, conscio di poterla fare franca, in ogni caso.
e)-Percorso riparativo? Contrariamente a quanto proditoriamente affermato la riparazione non arriva in seguito ad un cambiamento, a un ravvedimento, a un pentimento intimo, ma arriva a valle di un percorso di convenienza detentiva. Né più, né meno. E' il classico spiraglio di luce che diventa un tunnel previsto per eludere la pena. Tunnel che non può che essere visto, da ognuno, per quello che in effetti è. Una beffa. Sia per i familiari delle vittime (Per i quali alla tragedia si somma la beffa, il danno psichico, lo sberleffo psicologico), sia per tutti i Cittadini perbene.

Tali reali circostanze sono visibili a tutti (Criminali e Familiari delle vittime), ad occhio nudo. 
Fa finta di non vedere la realtà e cerca di nascondersi dietro un dito chi:
- La legge l'ha voluta;
- La legge l'ha approvata;
- E' condannato ed ha bisogno di evitare di scontare la pena.

Conclusioni.
1)- I Cittadini onesti sono, sempre più, portati a vedere il terribile distacco esistente fra loro e il potere Istituzionale. Con sempre minore fiducia nelle Istituzioni Repubblicane. 
Con meno Felicità nel vissuto quotidiano.
2)- Responsabile di questo stato di cose sono: - Chi la legge l'ha voluta (Cartabia e i suoi grandi elettori); - Chi la legge l'ha approvata; - Chi, seppure avendo la possibilità, nulla ha fatto o fa per una modifica della legge.

I Cittadini onesti, in Italia, si domandano, invano, perché le Istituzioni sono spesso, spudoratamente, dalla parte della criminalità, senza neppure un istante per riflettere sullo status dei familiari delle vittime. Come mai?

La massima estensione dell'Impero Romano è riscontrabile durante il regno di Tiberio, soggetto lungimirante capace di assorbire nell'ambito dell'impero tante realtà sociali totalmente diverse l'una dall'altra. Per tutta la popolazione facente parte dell'impero romano vigeva la norma della pena (Quella del sacco) da scontare per grosse azioni di criminalità. Senza alcuna deroga. 
In Italia è raro vedere criminali alla sbarra e condannati ed è altrettanto raro constatare la certezza della pena.

11 ottobre 2023

FAMIGLIA

 Cercherò, nel modo più semplice possibile, di illustrare alcuni concetti che riguardano il significato, nel tempo attuale, di Famiglia o Legame di Famiglia e di Legame di parentela.
La Famiglia è una cosa molto importante, specialmente in una società "atomizzata" e banalmente informatizzata, come quella attuale, per di più appena uscita dal dramma pandemico (Covid-19).
Il Legame di Famiglia è qualcosa di molto importante, di spirituale, di interiore, di romantico, per ogni essere umano. 
Ma, in quanto tale, ci può essere, come non ci può essere.
Il Legame di Parentela, invece, è un fatto civico, sociale, che non sempre porta in se il sentimento di Famiglia. Nella società in cui viviamo molti parenti, anche stretti, non sono di famiglia. Sono, semplicemente, poco più che estranei conosciuti.

Per essere di Famiglia è necessario che si percepisca, si senta, il bisogno di:
a)-Cercare, salutare, pensare, desiderare, interagire personalmente con gli altri della Famiglia. In particolar modo con i più maturi e i più piccini. In assenza sei un estraneo.
b)-Chiamare, sentire, con ogni mezzo, gli altri di famiglia per porgere saluti, per regalare sorrisi, per sapere tutto ciò che riguarda il benessere, la vita, dell'altro familiare. In assenza sei un estraneo.
c)-Visitare, vedere, toccare con mano, appena possibile, gli altri della famiglia. Ma, non per dovere, per piacere. In assenza sei un estraneo.
d)-Sostenere, sempre in ogni caso, specialmente nei rapporti con terzi. A prescindere. Con la facoltà di esternare le proprie, eventuali, osservazioni contrarie solo in modo riservato. Con ragionevolezza e dialogo. In assenza sei un estraneo.

Essere di famiglia significa guardare, pensare, parlare mentalmente, con sentimento, con un sorriso, verso l'altro di famiglia, seppure assente, quando si passa davanti alla sua casa o ad un suo bene mobile o immobile. 
Una persona con soli legami di parentela, in tale occasione, passa diritto, distratto, senza neppure uno sguardo, senza alcun interesse emotivo, verso la casa di un familiare. Non sente e non dice, in alcun modo, "E' la casa di mio Padre,  di mio Fratello,  di mio Zio, di mio Nipote". E non è interessato neppure a vedere se, passando, davanti al portone di quella casa c'è qualcuno di famiglia. Per il semplice fatto che esso non è una persona di famiglia. 
E, non è persona di Famiglia neppure colui che fa ciò (Dimostra interesse) solo quando ha bisogno di qualche necessità e, poi, in altri momenti, quando il bisogno cessa,  passa diritto senza neppure voltarsi a guardare.

La società in cui viviamo tende, sempre più, verso la brutalizzazione delle persone che, però, si convincono di essere delle brave persone. Ragionevolmente, a lor parere, poste dalla parte giusta e corretta.

I legami di famiglia, quando ci sono, si sciolgono, svaniscono, si spengono, quando uno non capisce l'altro e l'altro non ha più alcuna voglia di spiegare le cose all'uno. Forse, anche, perché per qualcuno dei due quel legame non è mai esistito.
In questi casi si manifesta, rapidamente, il processo di estraneizzazione che scava un solco, sempre più profondo, fra le parti.

In sintesi, se:
1)-passi davanti alla casa di una persona con la quale hai un legame  di parentela (Padre, Fratello, Zio, Nipote, Cugino) e non sollevi neppure gli occhi per guardare se c'è l'altro di famiglia, se intorno è tutto tranquillo o, se, per caso, i ladri, o il vento, o la pioggia, hanno portato qualche danno, allora non sei uno di famiglia. Se non lo fai solo quando hai un bisogno dell'altro, ancora, non sei di famiglia. Sei, semplicemente, un estraneo.
2)-Se non senti il bisogno di informarti sulle condizioni fisiche, psicologiche, di un altro di famiglia, allora anche se tra te e l'altro esiste un vincolo di parentela, non sei di famiglia. Sei, semplicemente, un estraneo. Uno sconosciuto o un conoscente qualsiasi.

10 ottobre 2023

Sinfonia n.5 Beethoven


Vi facciano, gli dei, scomparire dal mondo, infamia del nostro tempo!
Vi sia negato asilo in terra e in mare!

Noi non sopporteremo, mai, che dei maledetti bastardi (mb), come voi, tocchino e infanghino la Locride, suolo della Magna Grecia, culla di Zaleuco, di Nosside e di Persefone.


(225) Beethoven: Symphony No. 5 / Karajan · Berliner Philharmoniker - YouTube

8 ottobre 2023

MARMO O CARNE VIVA?


 

SCRIVI, SCRIVI

 «Scrivi, scrivi ti prego.

 Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. 

Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. 
Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu, ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. 

Scrivi, scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse)».

Dino Buzzati 

IL RICORDO

 "Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo venire scacciati."

Jean-Paul Sartre.