Racconterò alcuni spunti ed analogie della breve vita di due persone:
1)- Catherine (Kitty) Susan Genovese, esercente.
2)- Antonio (Totò) Musolino, imprenditore.
1.a)- Kitty era una intraprendente ragazza, di origini italiane, che gestiva un bar, in un quartiere popolare, Kew Gardens, di New York.
Il 13/03/1964, aveva ventotto anni, alle tre e un quarto a.m., dopo aver chiuso l'attività, con la sua Fiat rossa, tornava a casa. Dopo aver parcheggiato l'auto, è stata assalita e uccisa, da un criminale, con un grosso coltello. Le cronache non forniscono dati su eventuali minacce subite da Kitty.
2.a)- Totò era un intraprendente imprenditore, nel settore delle costruzioni generali. Gestiva, con un certo successo, una delle più importanti imprese di costruzioni di Opere Pubbliche, nella Locride (RC). In quel periodo aveva in portafoglio, tra gli altri di minore importanza, n.3 contratti pubblici importanti. Uno a Castrovillari, con le Poste; uno a Careri, col Comune; uno a Siderno, col Comune.
Il primo contratto (Castrovillari), quasi totalmente eseguito da Totò, è stato ultimato dall'azienda di famiglia subentrata.
Il secondo contratto (Careri) è stato abbandonato.
Il terzo contratto (Siderno), già interessato da note vicende di malcostume locale, da Codice Penale, dopo una azione di maquillage formale, è stato portato a termine dalla ditta di famiglia subentrata.
La sera di domenica del 31/10/1999, alle ore 21.00 circa, due bastardi prezzolati dalla mafia, "brutti comu 'o scuru", armati di fucile a canne mozze, con la figurina della Madonna di Pugliano di Bianco (RC), lo stesso paese ove è stata rubata (Rubata?) l'auto (Fiat, Uno, grigia) usata dai killer, hanno rubato i suoi sogni.
3.a)- Analogie. Situazioni analoghe, quasi identiche, nei due casi.
1.b)- Kitty, come la chiamavano tutti, era un turbine di vitalità. Aveva tanti amici, amava ballare, amava New York (La sua città), e New York amava lei. E quella città era la sola ove poteva essere se stessa. Era la città ove, lei, si sentiva viva, libera.
Quella notte, dopo aver chiuso l'auto, si avviava verso il portone di casa quando è stata colpita, brutalmente, con un coltello, da un tizio. Kitty in quel momento era sola. Era riuscita a scappare verso la scala di casa, ma il killer l'aveva raggiunta e l'aveva colpita, ancora.
2.b)- Totò, come lo chiamavano tutti, era un turbine di vitalità. Con tanti interessi, coi quali cercava di far progredire la sua zona. Gestiva la più importante impresa di costruzioni, iscritta all'ANC, della Locride. Gestiva, a livello quasi amatoriale, un frantoio oleario, semiautomatico, uno dei primi a ciclo continuo Alfa Laval, della zona. Gestiva l'azienda agricola di famiglia. Aveva tanti amici, ed, evidentemente, qualche invidioso nemico che si spacciava per amico. Amava suonare, col suo organetto, le tarantelle ed i balli classici. Tutto da autodidatta. Quando voleva fare una cosa si impegnava, con ogni sforzo, per farla. Amava Benestare (La Locride e la Calabria), e Benestare amava lui, facendo eccezione per quei quattro anonimi soggetti (Qualche suo collega, ...), invidiosi del suo successo imprenditoriale. E, dopo le peripezie (Richieste di denaro da parte di un architetto, DL) attraversate durante la sua esperienza lavorativa in Piemonte, si è convinto che Benestare, il suo paese, era, nonostante tutto, il luogo ove poteva essere se spesso. Era il luogo ove si sentiva libero, nonostante le intimidazioni mafiose subite e denunciate. La sera dei fine settimana e dei giorni festivi, quando non era impegnato col lavoro per il giorno dopo, faceva la sua solita visita al bar, ove chiacchierava, coi suoi amici, parlando di politica locale (Era uno dei pilastri portanti del partito "Pace e Bene". Almeno fino a quando qualche interno non gli ha messo, per oscure motivazioni, il ... bastone fra le ruote), di calcio (Era tifoso del Milan), di lavori pubblici (Era un grande esperto del settore. Conosceva tutti i meccanismi previsti dalle leggi su gare, affidamenti, esecuzione e gestione di opere pubbliche). Quella sera, dopo una giornata di intenso lavoro in frantoio, mentre era intento alla pulizia dei macchinari, è stato colpito al corpo da quattro colpi di fucile. Forse non ha avuto neppure il tempo di dire alcuna frase rivolta a Dio. Né ha avuto tempo per chiedere aiuto. Totò non era solo. Pochi minuti prima un docente, ritirato l'olio delle sue olive molite era andato via. Con lui nel frantoio erano presenti altre due persone. Una di loro era un figlio. L'altra, secondo qualcuno indeterminato, sarebbe stato una specie di basista.
3.b)- Analogie. Situazioni analoghe come dati di base. In entrambi i casi al delitto hanno assistito delle persone, seppure a distanza.
1.c)- Kitty. Tutto il quartiere si era svegliato per l'urlo. Tante finestre delle case vicine si aprirono e si illuminarono. Tanta gente gridava in modo distinto contro il criminale. Qualcuno urlava: "Lascia in pace quella ragazza!" Il killer colpiva ancora la ragazza che reagiva gridando e cercando di scappare. Nessuno scendeva per strada. Solo una donna raggiunse, infine, la ragazza, in fin di vita, sulle scale. Tante persone si nascondevano dietro le finestre, certamente per paura.
Molto tempo dopo l'inizio dell'aggressione (Dalle 3.19 alle 3.50) arrivava la polizia, ma era troppo tardi. Il criminale si era dileguato.
2.c)- Totò. Tutto il quartiere si è allarmato per le urla. Tanta gente è scesa per strada, davanti al frantoio, a pochi passi della Piazza
Chiesa Matrice, che è piena di persone per le elezioni delle cariche della Confraternita. Alcune persone si sono chiuse in casa, per la paura. I due criminali dopo gli spari si sono dileguati, ancora travisati con passamontagna artigianali, con l'auto Fiat, Uno, grigia, dalla quale non sono mai scesi.
Durante la fuga hanno incrociato l'auto blindata della polizia che nulla ha fatto per impedire la loro fuga.
La polizia, allertata da cittadini alle 17.00, è arrivata in sito dopo le ore 21.00. Era troppo tardi, ma ancora in tempo per fare qualcosa. Qualcosa che avrebbe potuto e dovuto fare, ma che, per qualche inspiegabile motivo, non ha fatto. E i due criminali (Spaventati a tal punto che il bastardo passeggero si è pisciato addosso, bagnando, abbondantemente, non solo i suoi vestiti, ma, anche, il sedile) si sono dileguati, ringraziando le forze dell'ordine e, certamente, la Madonna di Pugliano che avrà tenuto conto delle loro preghiere.
3.c)- Analogie. In entrambi i casi la polizia è arrivata in ritardo. In entrambi i casi al delitto hanno assistito indirettamente delle persone, seppure a distanza. In entrambi i casi nessuno ha avuto il coraggio di fornire informazioni per la cattura dei criminali; ammesso che la polizia avesse un qualche interesse, una qualche intenzione. di arrestarli.
Comportamento della gente:
- Codardia? Quasi tutti, in entrambi i casi, avevano una sola preoccupazione: cercare di non essere coinvolti, che tradotto in parole semplici significa "ho paura della criminalità, non ho fiducia nella polizia".
Ma, si può dare torto a questo pensiero umano? Sì, certo. Senza alcun dubbio. Nonostante tutto il Cittadino deve trovare la forza per denunciare atti e criminali.
- Confraternita? Nessuno dei confratelli ha avuto il coraggio di dire una parola sui reiterati passaggi, in auto, che i due esecutori hanno fatto, transitando anche dalla Piazza Matrice. Chi erano le persone interessate in quella elezione, del giorno dopo? Chi è stato eletto, certamente, era presente in Piazza Matrice quella sera. Perché nessuno ha mai parlato? Quanti di costoro non hanno parlato per paura? Quanti di costoro non hanno parlato per appartenenza mafiosa?
- Indifferenza o Paura. Nel caso di Kitty, per più di trenta minuti, i cittadini sono rimasti a guardare senza alcuna azione di contrasto, a difesa della ragazza. Nel caso di Totò, per circa quattro ore, gli esecutori sono stati in giro per il paese senza che nessuno dicesse o facesse qualcosa. Dei pochi interrogati dalla polizia, alcuni hanno negato l'evidenza (Anche un laureato), altri hanno fatto capire di avere paura e, quindi, di non aver visto nulla.
- Indagini. Perché la polizia ha svolto le indagini in modo quasi svogliato, con scarsa competenza, con scarsa professionalità? Perché i poliziotti sembravano quasi disinteressati della ricerca della verità, mentre erano particolarmente attivi in presenza delle varie televisioni nazionali e locali presenti? Tanti sono i sospetti irriferibili, almeno in questa sede.
Per il caso della povera Kitty non ci sono elementi aggiuntivi, ma non è difficile immaginare forti analogie.
In entrambi i casi i criminali erano interessati alle attività imprenditoriali svolte dalle due persone uccise. Cosa ha fatto, successivamente, la polizia e la magistratura per individuare i responsabili? Nulla. In entrambi i casi nulla è stato fatto.
In entrambi i casi, con un diverso comportamento della gente e della polizia i due imprenditori avrebbero potuto essere ancora in vita.
Quello che è successo a New York e a Benestare "è un chiaro sintomo della terribile verità sulla condizione umana". Senza che alcuno, di dovere, prenda atto e agisca di conseguenza.
Sulla storia di Kitty e su quella di Totò sono stati scritti libri, ballate, pièce teatrali. Sempre con il desiderio di pervenire alla verità.
Il libro Guarda Oltre, di Antonio Musolino, che racconta alcuni dettagli della tragedia di Totò, sta per essere tradotto in un film.
Ma, la gente ha cercato di abbandonare la storia, in entrambi i casi. La gente è per natura indifferente, forse perché esclude, non accetta, l'ipotesi che possa essere coinvolta direttamente in fatti del genere. La gente è diventata, sempre di più, apatica. Indifferente, nonostante la conoscenza personale diretta, dei personaggi interessati, in tutto il comprensorio.
Unica cosa che vige nella gente è l'effetto spettatore. La gente mediocre tende a ritenere di essere solo uno spettatore, come davanti alla TV, di non dover fare nulla, perché ci sono gli altri, oltre quelli preposti, che possono assumersi la responsabilità. C'è una tendenza a voler guardare, ma senza alcuna interazione. Per paura di fare la cosa sbagliata, per timore del giudizio, per paura di vita, perché si vedono gli altri che non fanno nulla.
Omertà dei cittadini. Spesso le forze dell'ordine parlano di omertà dei cittadini, ma in questi casi l'ipotesi è priva di fondamento.
In entrambi i casi la gente ha telefonato alla polizia, che si è comportata in modo ... discutibile.
Nel caso di Kitty dalla polizia alla terza chiamata hanno risposto di essere informati del caso e del prossimo loro intervento.
Nel caso di Totò la polizia è stata allertata, addirittura, alle ore 17.00, ossia quattro ore prima del delitto, avvenuto alle 21.00. Con altre telefonate, sempre alla polizia, fatte da altri cittadini, intorno alle 18.00, sempre impauriti per la presenza, per le vie del paese, di due loschi figuri. Anzi, all'ennesima telefonata di pericolo la cittadina interlocutrice si è sentita rispondere in termini volgari di evitare le continue rotture di scatole, con la storia dei due figuri. Diceva la donna addetta che "avevano rotto le palle con la storia di "due facce di delinquenti" che giravano per il paese".
Quindi, alla polizia sapevano, da tempo, che c'erano due brutti stranieri che giravano per le vie del paese. E, nonostante le rotture di scatole, dovute alle reiterate denunce dei cittadini di Benestare, ancora, nulla avevano ancora attivato, pur essendo in un periodo relativamente tranquillo.
Ma, le domande che sorgono spontanee sono:
1) Perché la polizia ha mandato una pattuglia solo dopo circa quattro ore dalla prima denuncia?
2) Perché la pattuglia mandata sul posto, con un ritardo criminale, si è presentata (?) con un'auto blindata? La polizia sapeva già che c'erano dei killer in giro per il paese? Aspettavano l'evento per poter intervenire?
3) Perché la polizia, subito dopo la tragedia, non ha diramato l'allarme coinvolgendo anche le stazioni dei Carabinieri di Careri, di Bovalino e di Platì?
4) Perché non sono stati fatti posti di blocco nella piccola zona d'interesse, con scarse vie di fuga?
5) Perché non è stata fatta alcuna ricerca per trovare l'auto degli esecutori, la cui presenza è stata denunciata, da una persona, a poche centinaia di metri da Benestare?
La tragedia di Totò, da allora (Domenica, 31/10/1999, ore 21.00) è sempre la stessa, con qualche particolare aggiunto, non modificato. Ma il problema è che a nessuno interessa conoscerla.
Non interessa ai vari rappresentanti Istituzionali, non interessa alla PG, non interessa ai magistrati, che, quasi sempre, si sono, anche, sforzati, per mostrare la loro infima capacità professionale, legata alla loro autoreferenzialità medievale.
Non interessa alla gente comune che ha voglia di dimenticare, di archiviare.
E' sconvolgente dover constatare questo stato di cose. Ma è necessario guardare in faccia la verità. Sempre!
Anzi, interessa a qualcuno. A chi scrive e scriverà sempre.
Interessa a quella esigua minoranza di Cittadini della Locride che sa che ogni riscatto possibile del territorio passa, inevitabilmente, dalla fame di Giustizia, di Verità, di Libertà, di Democrazia. Cose che allo stato attuale, nella Locride, non esistono. E che, chi di dovere, non si preoccupa, in alcun modo, di intervenire per il ripristino della Legalità. Almeno per salvare le apparenze!!!