Piangere
e morire per te …
Altro non chiedo.
Ero
tra le tue braccia un re,
Ora non so chi sono
E vado
Non
so che chiedere a Dio.
E muoio.
Tutta
la strada è tua:
portami con te.
Ho
dimenticato chi sono.
Forse un uomo che va.
Ecco,
mi tolgo le scarpe per camminare a piedi nudi
Non
so quanto sia lunga la strada.
Il
sogno era più grande di Dio …
S'è franto nel silenzio.
Questa
via è una maledizione
Mi porta all'inferno.
Mi
siedo a pensarti.
E ti vedo.
Splendida.
Se
cantano gli uccelli
E' tempo d'amore
Li ascolto e muoio.
M'interrogo
e mi rispondo
In modo ossessivo,
Ma m'interrogo ancora.
Ho
il cuore tra le mani.
Te lo consegnerò
Al nostro incontro
impossibile.
Prendo
ad uno ad uno i miei pensieri
E li frantumo con rabbia.
Sei
pazza di onestà.
Morrai da sola.
Io sarò andato avanti ad accoglierti.
Ti
aspetto ancora:
Non posso che amarti.
Sei
quello che mi basta.
E sono felice da morire, se mi abbracci.
Una
parola
Due parole
E poi … la morte.
Questo
cielo bianco di sole
E' un mio regalo.
L'uomo
non aiuta mai l'uomo.
Lo uccide.
Alzi
la mano chi vuole vivere:
E' tutto mani lo spazio.
Lo
so che non mi accetti.
Ma io sono venuto a portarti il mio cuore.
Ti
porto l'ultima goccia di miele.
Spargilo sulle tue labbra.
Eri
la mia terra.
Ora sto nel deserto, da solo.
Ero
sazio di colori.
Ora sono l'ombra della notte.
Come
ti amo io non lo so …
So però che ti amo.
Non ridere.
Questo
cielo immenso
Mi accoglie e mi annulla.
Cado spesso nell'infinito …
Pispiglio:
ti amo.
Lo pispiglio mille volte e più.
Non senti?
di Carlo A. PASCALE, che mi ha chiesto poco fa di pubblicarla sul mio blog.
"Si tratta, di pispigli appunto. Di cosucce snelle, puntualizzanti, tentatrici. Una posia scritta con il singhiozzo alla gola. O, meglio, di piccole misure poetiche , dimesse e infuocate, che sembrano lenire l'angoscia e, invece, l'accendono. E' un canto spezzato, singhiozzato, metabolizzato. Fortemente corrosivo. Ogni spicchio della lirica è un momento di dedizione e di affettuosità, fortissima. Inviato a chi aspetta e soffre.Il Poeta pispiglia; non ha più la voce per un canto aperto. Ma chi pispiglia è ancor vivo, ancora voglioso. ancora
credibile."
Non riesco a trovare le parole per questo struggente, bellissimo, lamento d'amore. Il Poeta cerca, come un naufrago, disperatamente, di aggrapparsi alla sua Musa. E la sua Musa, come un'onda anomala lo respinge, al largo, senza sentire lo strazio del suo cuore. E, per Lui, il naufragar è dolce, col pensiero delle tenerezze che le rivolgerà ... dopo.
In corsivo il commento dello stesso Autore.
Carlo, sei un grandissimo Poeta. Il più grande tra i viventi.