IL
PLATANO
(Alla gentilissima Cristina …)
E verrà il vento fresco della sera
A soffiare il platano frondoso
Dove vociano i passeri al tramonto
nell’intimo respiro delle foglie
quando non ho più posto sulla terra
e guarderò con strabica follia
l’amara solitudine del tempo.
Quando impazzisce il fuoco e tutto scuote l’impeto del fiume,
l’uomo piega la fronte
e l’angoscia colpisce come mazza all’incudine
nella
sera al paese che mi accoglie,
dove il cielo fiorisce
e il firmamento serenamente posa.
Chiedo che si schiodi lungo le due
orse il mistero del mondo
e che la strada scorra lievemente nella immensa armonia dell’infinito.
Quando bevendo il vino esce dal
cuore un filo sottilissimo di amore
Come speranza e gioia.
Sul far dell’alba il platano si
sveglia e voli e voli s’alzano nel sole.
La luce veste di riflessi e lampi la
finestra adagiata tra le nubi.
Colui che è cammina a gran falcate e la vita è con Lui.
Pulsa
nel cuore una fede-sgomento:
un impeto più
forte della fine in cui batte la
vita indefinibile.
di Carlo A. PASCALE
Riporto con molto entusiasmo l’ultima
“poesielina” di Carlo, che, come dice lui, “coinvolge i passeri di sera ...e la
mia anima, oltre che la mia fede”.
Poesia dedicata a Cristina,
la più “tenace lettrice” dei suoi versi.