Nella vita ti può capitare di aiutare il familiare (Figlio) di una persona importante (Padre), col quale non hai un buon rapporto sociale, per la supponenza di grandezza del soggetto. E, in seguito all'evento, quel padre si sente in dovere di ringraziare colui che ha salvato la vita del figlio.
E fin qui è tutto normale. Ma la domanda che sorge spontanea è:
Quali sono le possibili risposte di colui che ha salvato la vita del figlio di un nemico, di una persona ostile, negativa?
Risposte possibili:
1)- Calorosa, ignorando i rapporti pregressi.
2)- Educata asettica, senza fronzoli, con la mente al passato.
3)- Intelligente, con richiamo al bimbo e alla madre.
-La prima sarebbe una risposta di forma e non di sostanza, con breve interlocuzione che lascia, sostanzialmente, le persone nella situazione in cui si trovavano prima dell'evento. Con poche parole e discreti sorrisi che non possono non far rimando, nei cuori di entrambi, ai contrasti considerati insanabili.
-La seconda risposta, nonostante i convenevoli e le parole, fa vedere persone legate da avversione reciproca o singola. I due interlocutori, mostrano compiacimento per l'evento, ma restano fra loro ostili.
-Con la terza risposta, chi ha salvato la vita al bambino, con una retorica raffinata, intelligente, trasferisce l'attenzione sul bimbo e sulla madre e sul sentimento filiale che li lega. Così facendo egli assesta dei colpi significativi verso il modus operandi del padre, che ha sentito il bisogno di ringraziare solo per fatto personale, non per altruismo e generosità sociale, pubblica.
Ecco come potrebbe essere la risposta, parafrasando Montecristo, ai ringraziamenti del padre.
"Signore, vedo che malgrado la reputazione che si ha di voi come uomo superiore, vedete le cose dal punto di vista materiale e volgare della società, cominciando dall'uomo e finendo con l'uomo; vale a dire dal punto di vista più ristretto e angusto che sia permesso all'intelligenza umana di abbracciare.
Voi riconoscete solo i titolari di posti, di coloro che hanno contatti e interessi con persone importanti, con ministri. Non prestate interesse, sfuggono alla vostra vista, le persone normali, con una missione da compiere. Come nei seguenti esempi:
-Tobia. Prese, confuse, per un giovane qualunque l'Angelo del Signore che veniva per rendergli la vista. L'angelo per essere riconosciuto è stato costretto a svelare la sua missione celeste.
-Attila. Veniva considerato come un semplice conquistatore. Uno qualunque, come tanti altri, nonostante fosse impegnato nell'annientare i nemici. E per essere riconosciuto, per quello che era realmente era, è stato costretto a svelare di essere "il martello di Dio".
-Churchill. Winston Leonard Spencer Churchill, nato il 30/11/1874, morto il 24/01/1965, è stato Primo Ministro del Regno Unito dal 1940 al 1945 e dal 1951 al 1955. Era uno dei politici convinti della necessità di costituire gli Stati Uniti d'Europa (USE). Era un grande bevitore di alcoolici. Nel 1945 non fu rieletto perché negli UK era visto come l'eroe della guerra, ma era considerato inadatto a gestire il Paese in tempo di pace. E il popolo guardava verso il benessere.
Gli Italiani, del presente e del passato, nonostante gli avessero salvato la vita, in tempo di guerra, sono stati, sempre, maltrattati, derisi, offesi. Anche con il suo piano, blasfemo, di divisione della Penisola in tante parti ognuna sottoposta al controllo dei paesi vincitori della guerra. E gli Italiani, nonostante tutto, ancora oggi, non fanno altro che descriverlo come un santo, come un amico. Ma così non lo è stato mai. E lui non si è mai preoccupato di svelare quello che era.
Signore, mi creda, sono felicissimo di aver avuto la possibilità di conservare un figlio (Giovanni) alla madre, perché si dice che il sentimento materno è il più alto di tutti.
E questa felicità che me ne deriva vi dispensa, signore, dal compiere un dovere la cui esecuzione, indubbiamente, mi fa piacere e mi onora, perché so che lei signore, io lo so, non è prodigo del favore che mi fa, ma che, pur essendo prezioso, per me non vale la soddisfazione interiore.
La soddisfazione di sapere di aver consentito la persistenza di quell'immenso amore che lega una mamma al suo figliolo e il figliolo alla sua mamma".

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