-Sciocchezza di Stato n.5 - Capo area di se stesso.
Per un effetto moltiplicativo, come quello dei pani e dei pesci, in molti comuni, piccoli o medi, del sud o del nord, per le varie "Aree" in cui sono suddivise le funzioni operative è stata "creata" quella di "capi area" avente la funzione di coordinare le azioni di competenza e ciò anche quando tali azioni sono svolte, unicamente, dallo stesso suddetto capo area. Diciamo che la politica, nel silenzio più assordante dei vari Primi Ministri e dei Ministri dell'Interno e dell'Economia e Finanze, con una fantasia senza rivali, provvede ad erogare a migliaia di dipendenti pubblici un doppio stipendio per la stessa unica funzione effettivamente svolta. Per Stile ed Etica, in un paese civile e democratico, nessun impiegato, come quelli della vecchia guardia, avrebbe mai accettato tale doppio illegittimo stipendio.
Per non parlare della divisione dei ruoli, nella stessa area, al fine esclusivo di moltiplicare detti stipendi per incarichi fantasma. Tale percorso perverso dovrebbe essere eliminato con specifica norma.
... E le stelle stanno a guardare...
-Sciocchezza di Stato n.6 - Dimissioni revocabili dalle funzioni?
Durante le fasi pre-elettorali, in Italia, si assiste al balletto vergognoso, per il quale sarebbe opportuno che il nostro Paese si desse una norma netta ed etica eliminando l'indecoroso percorso ammesso dallo stato di fatto, che prevede la possibilità di candidatura ad una certa elezione (Regionale, per esempio) anche a chi è già stato eletto in un'altra rappresentanza pubblica (Parlamento d'Italia o d'Europa, per esempio), previa (o post) presentazione delle dimissioni revocabili ad elezioni effettuate. Ossia lasciando aperta la possibilità di ritirare, revocare, le dimissioni in caso di sconfitta elettorale o per scelta al fine di portare un vantaggio a terzo.
È una cosa indecorosa. Inaccettabile, per una serie di ovvi motivi.
Tra essi due motivi sono di forte valenza morale.
Il primo è legato al fatto che la carica elettiva, precedentemente acquisita, porta, inevitabilmente, una condizione di ingiusto vantaggio a favore del dimissionante e di svantaggio per gli altri candidati privi di tale condizione.
Il secondo motivo è legato alla circostanza che le dimissioni del candidato, eletto per altra carica pubblica, non sono vere, ma sono fasulle, in quanto esse possono essere ritirate in qualsiasi momento. Il candidato dimissionante, in realtà, non ha niente da perdere dal confronto elettorale con altri. Comunque vada lui sarà sempre, fino alla durata della carica, e in certi casi anche dopo, uno stipendiato pubblico.
Spesso dette dimissioni sono "giustificate" dall'esigenza di portare sostegno a un partito, senza alcun interesse reale per la funzione per cui si corre. Infatti, in caso di risultato elettorale favorevole il soggetto rinuncia al nuovo ipotetico incarico e torna a rifare quello che faceva prima, naturalmente ritirando le ridicole dimissioni presentate o da presentare. Questi giochetti di potere sono dei percorsi indecorosi, vergognosi, irrispettosi dei cittadini e delle stesse Istituzioni.
E, allora, che fare?
Semplicissimo. Le dimissioni da una carica pubblica tornino ad essere una cosa seria! Esse, una volta presentate tornino ad essere definitive, irrevocabili. Il soggetto che occupa una carica pubblica, una volta dimessosi non deve poter tornare ad occupare la carica dalla quale si è dimesso; indipendentemente dal nuovo risultato elettorale.
-Sciocchezza di Stato n.7 - Magistratura e Politica.
In uno stato che si definisce Democratico i tre Poteri istituzionali devono essere autonomi e indipendenti. Nel caso specifico il Potere Giudiziario deve essere autonomo e indipendente dal Potere Legislativo e, ancor di più, dal Potere Esecutivo. Tale separazione netta rappresenta una garanzia per il Cittadino al quale devono essere assicurate: Libertà, Giustizia, Uguaglianza.
La tendenza, nel tempo attuale, invece è del segno opposto e ci vuol portare verso una simbiosi tra il Potere Giudiziario e quello Esecutivo. Potere Esecutivo che di fatto ha già fagocitato, assorbito, acquisito, quello Legislativo (In sintesi, in Italia, le leggi le fa il Governo e non il Parlamento). Anche nel nostro Paese, inoltre, si son visti e si vedono tante persone appartenenti alla Magistratura desiderose di saltare il fosso e passare dal loro sistema a quello della Politica.
In ogni paese democratico, nel rispetto delle limitazioni previste dalle leggi per specifici casi, tutti i Cittadini eleggibili hanno il diritto di potersi candidare a cariche pubbliche. E' il caso di precisare, però, che il problema non dev'essere visto soltanto dal punto di vista del diritto di uguaglianza dei Cittadini. Esiste un altro punto di vista, altrettanto importante, nel caso specifico, che è quello di evitare il verificarsi di discutibili, illecite, circostanze che possano compromettere la credibilità delle Istituzioni. Credibilità di importanza ben superiore a quel diritto del generico magistrato di potersi candidare, essere eletto e partecipare in un settore politico, opposto al suo originario.
E, allora, che fare?
Semplicissimo. E' necessario introdurre poche norme di legge, di seguito sinteticamente riportare, che danno la possibilità di transito dal Potere Giuridico a quello Esecutivo, secondo un iter procedurale specifico. Il magistrato che vuole passare alla politica deve:
-Rassegnare le dimissioni irrevocabili, definitive, dalla magistratura. Senza alcuna possibilità di rientro;
-Deve far passare un periodo sabbatico di almeno cinque anni durante il quale non può candidarsi ad alcuna carica pubblica;
-Candidarsi, dopo il periodo sabbatico di pausa e di riposo, in una regione diversa da quella/e nella/e quali ha svolto l'attività di magistrato.
E, nel caso di magistrato già attivo presso le supreme corti di giustizia, non essendoci la possibilità di applicare la limitazione territoriale regionale applicare il percorso sopra indicato con un periodo sabbatico esteso a dieci anni invece che cinque. Senza alcuna possibilità di rientro nelle funzioni precedentemente svolte.
Norme cosi semplici eviterebbero di riscontrare la presenza di magistrati, già appartenenti, ad esempio, alla Corte di Cassazione, partecipare e, naturalmente, vincere delle tornate elettorali, con l'appoggio entusiastico del mondo dei legali e dei mafiosi.
-Sciocchezza di Stato n.8 - Norme Sismiche nelle costruzioni.
L'Italia è un paese avente una particolare configurazione morfologica, caratterizzata, da sempre da una diffusa sismicità; più o meno intensa in funzione delle località. Alcune zone del Sud, per esempio, sono caratterizzate da un elevato rischio simico dovuto allo scontro fra le zolle con discontinuità presenti in zona. L'azione sismica, sussultoria e/o ondulatoria comporta, come conseguenza, delle sollecitazioni più o meno intense, che vanno a scontrarsi sulla crosta terrestre e, quindi, sugli edifici. Edifici che son progettati adeguatamente non quando riescono ad opporsi totalmente efficacemente al sisma, ma quando essi son capaci di reagire a queste forze esterne, magari con qualche modesta fessurazione e plasticizzazione, ma senza circostanze che portano collasso totale o parziale della struttura.
In Italia, fino a oltre la metà del secolo scorso, esistevano gli uffici del Genio Civile che, nel bene e nel male, gestivano le direttive legate alla norma nazionale sulle costruzioni, in zona sismica e in zona non ritenuta tale. Con l'avvento delle Regioni, dopo un periodo di rodaggio, tale funzione di controllo è stata trasferita dallo Stato alle Regioni. Tale passaggio di funzioni, purtroppo, ha costretto tutte le regioni a dotarsi di specifica normativa sulle costruzioni, del singolo territorio, intanto riconosciuto, giustamente, totalmente sismico, anche se con diversa vulnerabilità. Tale circostanza ha portato alla creazione, in ogni regione, di una propria normativa sismica, quasi mai assonante con quelle delle regioni limitrofe.
Arrivando al paradosso che vuole una spesa pubblica totale, regionale, non indifferente, ingente, per la realizzazione delle suddette normative e delle relative normative di aggiornamento (Annuale o biennale o altro) sommata alla salace risata ironica diabolica che vede una struttura edilizia, posta in prossimità della linea di confine regionale, costretta a comportarsi in un certo modo quando il sisma le arriva contro dalla regione X e in un altro modo quando il sima la colpisce dal lato della regione Y.
E' il classico caso del grave danno economico che si somma alla beffa del merito tecnico ridicolo.
-Sciocchezza di Stato n.9 - Reincarico pubblico a dirigenti in pensione.
Chiunque sa qualcosa del mondo pubblico amministrativo è a conoscenza di una circostanza incontrovertibile: Concussione, Corruzione e Peculato possono trovare supporto logistico con i rappresentanti Istituzionali, ma il braccio operativo, esecutivo, è rappresentato dai funzionari e dai dirigenti pubblici relativi. Senza l'appoggio di costoro il politico difficilmente potrebbe incassare "bustarelle" o trarne benefici elettorali o altro, al di fuori della legalità.
Politici. Contro questa categoria di persone (Politici), seppur radicata nei gangli degli enti pubblici, i Cittadini, alla fin fine, hanno l'arma del Voto elettorale che potrebbe scalzarli dalla loro poltrona, alla scadenza del mandato. Essi, anche per esigenze di potere, raramente occupano la stessa poltrona per lungo termine.
Dirigenti. Questa categoria di persone corrotte, per una lunga serie di motivazioni, raramente resta incastrata nelle maglie incerte e latenti della giustizia e non essendo soggetti al riscontro elettorale, restano, quasi sempre, a capo della loro struttura pubblica locale (Comuni, ASL, Regioni, ...) o nazionale, praticamente, per tutta la loro vita lavorativa. Rappresentando una vera e propria jattura per il corretto e legittimo funzionamento dell'ente pubblico rappresentato. Il loro pensionamento, nel caso di persone poco per bene (Come gli infiniti casi di Capi degli Uffici Tecnici Comunale, ecc...), è visto dai Cittadini come una grazia ricevuta dal Cielo, davanti all'incapacità (Per colpa o per dolo) dei Responsabili di quegli enti di provvedere a irrorare l'ufficio considerato con una ventata di aria pulita, capace di mandar via l'aria puzzolente stabilizzata. Grazia che, recentemente, di fatto è scomparsa, stante la determinazione del Potere Esecutivo di poter riprender queste figure, anche dopo la pensione (In questo caso rubata), per svolgere le funzioni e le mansioni dalle quali l'anagrafe li avevano allontanati. Così facendo questi dirigenti hanno la possibilità di riprender in mano il gioco delle corruttele e, magari, portarlo avanti ancora per molti anni. Sono casi che tutti possiamo conoscere e conosciamo pur non potendo fare nulla per fare pulizia nelle Istituzioni.
Ma una domanda sorge spontanea. Se nel generico Comune tutti i residenti sanno che l'impiegato X, notoriamente "mazzettaro" conclamato, è andato in pensione e dopo poco tempo se lo rivedono ad occupare, di fatto, ancora, la poltrona di dirigente, scaldata indecorosamente per molti anni, come mai la politica di turno consente tale circostanza?
Possibile che il Potere Esecutivo locale e nazionale non sia a conoscenza di queste circostanze?
I Poteri esecutivi, a mio parere, se non rappresentati da ingenui sprovveduti, sanno benissimo quello che fanno e lo fanno, semplicemente, per il loro esclusivo personale privato interesse. E quelli che potrebbero non saperlo, allora vuol dire che non sono adeguati a svolgere le funzioni per le quali sono chiamate. In entrambi i casi tali soggetti politici andrebbero, senza alcun dubbio, mandati a casa,
E, allora che fare? Escludendo l'azione della Magistratura, praticamente nulla, la cosa che bisognerebbe fare è quella di introdurre nel nostro ordinamento amministrativo una norma, chiara e semplice, che impedisca l'affidamento di incarichi pubblici a tutti i Dirigenti, Funzionari, Dipendenti, andati in pensione. Né a titolo oneroso, né a titolo gratuito (Che poi, come tutti ben sanno, non è mai tale!).
-Sciocchezza di Stato n.10 - Dimissioni nel settore pubblico politico.
Nel settore politico quella delle dimissioni, annunciate, presentate, non presentate, da presentare, ritirate, rinnovellate, è diventato un vergognoso giochetto da bar sport.