Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

24 giugno 2025

EVVIVA LA REPUBBLICA

 La gestione di un Paese può assumere varie forme. Scartate le tipologie a sfondo religioso (Forse le più retrograde) e le crudeli dittature (Un uomo o un partito al comando), restano le due forme più diffuse: la Repubblica e la monarchia (Più o meno modernizzata).

La Repubblica ha come presupposto, più o meno generalizzato nei vari paesi, il rispetto dei principi fondamentali di Libertà, Uguaglianza, Fraternità. Principi, come noto, riconosciuti ed esaltati già con la Rivoluzione Francese. 
In questo caso tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. I poteri istituzionali, per principio, sono autonomi e agiscono nel rispetto delle leggi. Inoltre, ma non di minore importanza, la gestione del potere è posto nelle mani di persone (Magari di spiccata moralità. Ma non sempre è così) per un tempo limitato. Questo punto rappresenta uno dei più importanti elementi di guida e di controllo della Democrazia, contro i rischi di deriva autoritaria. Tutte le rimodulazioni a questo limite temporale, seppur rappresentato come una necessità impellente e doverosa a favore di qualche persona, rappresenta un subdolo attacco alla libertà e alla Repubblica.
Amplificare il numero dei mandati di rappresentanza istituzionale rappresenta un attacco erosivo alla Democrazia.
In una Repubblica (Che non sia "delle banane") il controllore non deve, mai, coincidere col controllato. Inoltre, chi rappresenta l'interesse del pubblico non può essere, nel presente e nel futuro, rappresentante dell'interesse privato. 
In questo caso, almeno formalmente, la legge è uguale per tutti.

La monarchia, sotto le varie forme esistenti nel mondo, ha come presupposto che il popolo è costituito da sudditi, che, in quanto tali, appartengono ad un ceto inferiore a quello della famiglia monarchica. In sintesi, per potere proprio o pseudo divino quelli della famiglia monarchica appartengono a un livello superiore rispetto a quello dei sudditi. E, in quanto tali, per principio, in questi paesi risulta assente il principio di uguaglianza fra tutti gli esseri viventi. 
In questo caso, anche dal punto di vista formale, la legge non è uguale per tutti. La famiglia reale (e la corte) quando non è, addirittura, considerata come discendenza diretta della divinità suprema riconosciuta è, pur sempre, considerata al di sopra della gente comune. Quindi, tutt'altro che valido il principio di uguaglianza fra tutte le genti. 
Con la monarchia la gente comune è considerata dal potere come di secondo livello ed essa finge di non saperlo ammirando ed esaltando le beatitudini dei regnanti e dei relativi familiari.

   In linea di principio ogni sistema di gestione di un paese dovrebbe avere come obiettivo la Felicità dei cittadini.
Ma la Felicità dei cittadini deriva dalla loro Libertà, che, a sua volta, deriva dal Coraggio. Coraggio che deve emergere per la difesa suprema del sistema contro tutti i pericoli che possono paventarsi, in modo più o meno recondito. 
               Felicità > Libertà > Coraggio > Difesa
Non si è mai veramente felici se non si è liberi. Un passerotto in gabbia, anche se canta, non sarà mai felice. Se lasciato libero lo si potrà sentir cantare, con  grande armonia e gioia, tra le foglie di un albero.
La libertà se si possiede deve essere difesa dalle tante aggressioni, con estremo coraggio, senza freni. Se essa non si possiede allora, anche qui, bisogna mettere in opera tutto il coraggio possibile per acquisirla, eliminando tutti gli ostacoli. E senza abbandonarla, mai, nelle mani di soggetti inadeguati. Difendendola da ogni pericolo, con ogni mezzo, dagli aggressori di qualsiasi categoria. 

Lo diceva anche Tucidide.


LOCRI EPIZEPHIRII

 Cosa resta, nella Locride, del mondo della Magna Grecia?
Cosa era e cosa è?
Locri Epizephirii è una città fondata, nel VII secolo a.C., da coloni greci provenienti da una regione  della Grecia centrale: la Locride.
il termine Epizephirii fa rimando al promontorio di Capo Zefirio, dove sbarcarono dal Mare Jonio. 
Nella terra di Nosside e di Persefone il potere politico, al fine di tutelare l'ordine economico e democratico, con l'avvento della moneta e il conseguente desiderio di accumulo delle ricchezze (Oro, argento), ha emanato delle leggi tendenti  al contenimento delle manifestazioni più appariscenti per mostrare la ricchezza posseduta. I suoi codici, tra i primi tra quelli scritti in occidente, noti in tutto il mondo allora conosciuto, furono scritti dal noto Zaleuco.
In sintesi, la ricchezza poteva essere privatamente posseduta, ma non doveva essere ostentata in pubblico dal privato cittadino.  
La norma aveva l'obiettivo di contenere il contrasto fra la gente più ricca e quella meno ricca. Nella forma tale preoccupazione può aver funzionato, ma nella sostanza le differenze basate sulla tesaurizzazione privata restavano. 

Il segreto del successo della vita nella Locride sta: nel rispetto della cosa pubblica, della democrazia, nel rispetto dell'uguaglianza negli accordi nei rapporti economici e nel rispetto della stessa originaria costituzione, valida per tutti i cittadini.
In essa, antica costituzione, era chiaro ed univoco il concetto di uguaglianza del cittadino di fronte alle leggi. 
I problemi per la Locride nascevano, specialmente nella fese iniziale della nascita di nuove sotto-colonie, quale quella di Medma. Località sul versante tirrenico (Attuale zona della Piana di Gioia Tauro) difficilmente raggiungibile via terra e a molta distanza seguendo un percorso dia mare. La presenza di queste nuove realtà democraticamente collegate ha comportato un discreto sviluppo dei commerci ed una sensibile crescita economica. La presenza di queste nuove realtà assimilate portava, in nuce, la tendenza all'innesco di desideri tendenti all'esplorazione dell'ignoto; verso future avventure, verso la conoscenza di nuove località inesplorate.

In tutto questo turbinio di vita emerge, in modo netto, la prevalenza del concetto pubblico rispetto a quello privato. Pur essendo, entrambi, presenti nella società locridea. 
A Locri Epizephirii vi era il diritto sacrosanto all'esercizio della politica e all'esercizio di godere delle proprie ricchezze, magari riservatamente, o in modo non appariscente. 
Il rispetto delle leggi che riguardavano la collettività era fortemente presente nella comunità. Comunità che rispettava: il riposo degli altri, le feste civili e religiose, le abitazioni private, la patria e la vita di coloro che erano posti alla guida del territorio,  i diritti degli altri. Con incluso, implicitamente, una specie di diritto alla felicità fisica e culturale di tutti i cittadini. Ma, nel passato remoto, il cittadino sapeva che per essere felice ha bisogno di essere libero e di sentirsi garantito dalla giustizia.
Appare come retorica la domanda su come è ora la Locride. Sui principi ideali, certamente si è trasformata; purtroppo non in meglio.

DIRITTO ALL'OBLIO

 Spesso ho parlato, e parlerò, dell'opportunità di denuncia, senza guardare in faccia nessuno, in ambito sociale e civile, a sostegno della Libertà e del Diritto alla Sicurezza dei Cittadini.
Questo convincimento, non esclude, in alcuni modo, il diritto sacrosanto di alcune persone di chiedere il rispetto del "diritto all'oblio" per problematiche connesse a fatti delittuosi che hanno coinvolto la loro famiglia, i loro affetti. Alla fase acuta del dolore la gente ha bisogno, e diritto, alla cessazione di quel vano percorso di denuncia per la violenza, fisica e morale, subita, direttamente o indirettamente, al fine di portare un po' di pace alle persone adulte e, ancor di più, ai bambini coinvolti da fatti delittuosi o altro.  

Il diritto all'oblio rappresenta il sacrosanto diritto del cittadino sulla riservatezza dei propri dati personali, specialmente, ma non solo, quando essi sono associati ad eventi o notizie negative del passato.
Spesso la richiesta di oblio rappresenta la necessità di una famiglia di evitare la sommatoria di nuove sofferenze ad una precedente tragica sofferenza. Specialmente quando la famiglia si trova in condizioni di sofferenza psico-fisica dovuta alla totale assenza di adeguate condizioni di Libertà e di Giustizia. In totale assenza dello Stato nell'esercizio di quelle che, per istituto, sono le sue funzioni. Il diritto all'oblio è uno strumento valido per la protezione delle persone ed è esercitato prevalentemente quando il cittadino non ha fiducia nell'operato dello Stato, nell'esercizio del Diritto alla Sicurezza del Cittadino stesso. 

Spesso si può sentire l'urlo assordante di queste persone che reclamano, senza alcuna riserva, il diritto di seppellire il tormento, il dolore, la sofferenza che ha colpito la loro esistenza. A queste persone va tutta la mia comprensione e la mia vicinanza (E quella del CIDS, Comitato Italiano per il Diritto alla Sicurezza dei Cittadini). Quella dell'oblio è una Richiesta sacrosanta che va rispettata e tutelata da tutte le persone perbene.

DEMOCRAZIA

 Democrazia è una parola, di origine greca, che, da oltre 2000 anni, rappresenta la forma di governo posta nelle mani della maggioranza dei cittadini. Non di una élite di persone. Tutte le volte che i paesi si accostano alle forme perverse delle solite, poche, persone per la gestione della cosa pubblica, allora, senza alcun dubbio i concetti di Uguaglianza, Libertà e Giustizia restano solo sogni per romantici idealisti. 
Tale forma di governo consente di attuare, al meglio, uno dei dettati più importanti della vita di comunità: quello che vuole e ratifica l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla Legge. Sia per il diritto fra privati, sia per quello fra privato e pubblico.
In uno stato democratico l'accesso alle cariche pubbliche dovrebbe essere consentito a tutti i cittadini, dotati di etica e morale (Privi di condanne che riguardano la collettività e l'ambito privato), ricchi e poveri. L'accesso per le persone ricche dovrebbe essere subordinato al possesso di riconosciute virtù (Areté) sociali. Virtù consistenti nel portare rispetto al concetto di uguaglianza politica dei cittadini (Anche quelli più umili).
Lo diceva anche Pericle, col suo primo Discorso, nel  430 a.C..

Il compito principale di ogni Repubblica è quello di eliminare la povertà e portare felicità in tutti i suoi cittadini.
E per fare ciò è necessario che il lavoro venga ad essere il punto di partenza per il povero, che non deve vergognarsi di essere tale. Semmai è vergognoso non cercare di allontanarsi dalla povertà, col lavoro.
Senza lavoro l'uomo non può che essere accompagnato dalla povertà, dalla fame, dalla tristezza. Quindi, dall'assenza di autonomia e di libertà. 
E' col lavoro che gli uomini diventano, onestamente, liberi e ricchi.
Anche qualche giorno fa ho conosciuto due persone, molto intelligenti, acculturate, che mi hanno parlato dei duri sacrifici fatti dal loro genitore, emigrato in Oceania, per far sì che loro potessero studiare, andare all'Università e potessero diventare dei validi professionisti. Come lo sono diventati.

Chi non ha voglia di lavorare diventerà, sempre di più, posseduto dall'invidia che scatenerà verso coloro coloro che, invece, hanno ottenuto risultati positivi seguendo quel percorso. Costui farà di tutto per ostacolare, danneggiare, denigrare, chi ha scelto di lavorare e migliorare la propria posizione sociale ed economica, il proprio tenore di vita.
Il miglioramento del tenore di vita porta in sé la possibilità di viaggiare nel mondo e conoscere nuove società, nuove culture, nuovi sistemi di vita. Con la conseguente possibilità di ulteriore crescita sociale e culturale. 
Per ottenere questo risultato sarebbe interessante ipotizzare, da parte degli stati di finanziare dei viaggi nazionali ed esteri (Verso realtà il più possibile diverse dalla propria) per tutti i giovani. Sarebbe un'ottima alternativa all'acquisto di armi e allo sperpero di denaro pubblico con iniziative discutibili, come se ne vedono infinite in questi tempi incerti.

Per migliorare il tenore di vita dei cittadini è necessario che lo stato guardi positivamente allo spirito di iniziativa imprenditoriale individuale. Percorso per eccellenza per indirizzare il cittadino, e indirettamente lo stato, verso la felicità, verso la ricchezza. 
Lo spirito d'iniziativa individuale (Di tutti i cittadini. Dei ricchi e dei meno ricchi), quindi, dovrebbe essere apprezzato e aiutato da tutti, in quanto basamento solido per l'uscita dalla condizione di povertà. Con grande vantaggio anche per le casse dello stato.
Ci potremmo domandare se lo stato attuale aiuta il cittadino in questa direzione. La risposta, senza alcuna incertezza, sarebbe negativa. La burocrazia e l'invidia di chi gestisce il potere sono talmente radicati nella società da portarla verso l'incancrenimento diffuso, verso il quale nessuno di coloro che detengono il potere sembra farci caso. Anzi, la circostanza è, da costoro, quasi sempre, bene accetta al fine di mantenere sine die il loro potere conquistato. Potere che considerano nelle loro mani in modo stabile, fisso, eterno, non provvisorio e limitato nel tempo come dovrebbe essere.

 L'accumulazione della ricchezza non investita (Priva di alcun vantaggio per la collettività) e la ricerca di una ideologia del prestigio, basata sulla ricchezza, sono di scarso significato utilitaristico nell'ambito pubblico e in quello privato. 
In sintesi, anche l'iniziativa imprenditoriale dei ricchi dev'essere stimolata ed aiutata, perché essa, col lavoro connesso, porta al miglioramento delle condizioni di vita.  

19 giugno 2025

L'AMORE COME MAI PRIMA AMATO

 "... il tuo corpo non mi attraeva, non capivo le donne che lo giudicavano bello e se ne invaghivano perdutamente, tradendo il marito, umiliandosi pur d’essere scaraventate contro un muro o su un letto, per poter raccontare agli altri, e a se stesse, di averti toccato …

Forse non ero innamorata di te, o non volevo esserlo, forse non ero gelosa di te, o non volevo esserlo, forse mi ero detta un mucchio di verità o menzogne, ma una cosa era certa: ti amavo come non avevo mai amato una creatura al mondo, come non avrei mai amato nessuno. 

Una volta avevo scritto che l’amore non esiste, e se esiste è un imbroglio: che significa amare? 
... Ti amavo al punto di non sopportare l’idea di ferirti pur essendo ferita, di tradirti pur essendo tradita, e amandoti amavo i tuoi difetti, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue miserie, le tue volgarità, le tue contraddizioni.

E forse il tuo carattere non mi piaceva, né il tuo modo di comportarti, però ti amavo di un amore più forte del desiderio, più cieco della gelosia: a tal punto implacabile, a tal punto inguaribile, che ormai non potevo più concepire la vita senza di te. Ne facevi parte quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello, e rinunciare a te era rinunciare a me stessa, ai miei sogni che erano i tuoi sogni, alle tue illusioni che erano le mie illusioni, alle tue speranze che erano le mie speranze, alla vita! 
E l’amore esisteva, non era un imbroglio, era piuttosto una malattia, e di tale malattia potevo indicare tutti i segni, i fenomeni."

Oriana Fallaci, Un uomo.

10 giugno 2025

INCARICHI DI PROGETTAZIONE

  I progettisti tecnici (Architetti, Ingegneri) nell'ambito sociale, generalmente, sono stati, e sono, con tutti i difetti e i pregi del cittadino medio, del luogo e del tempo. 
Il compito nobile del Progettista è quello di fare in modo che le nuove opere progettate e realizzate, nella vera Architettura, nell'umile Edilizia e nell'austera Urbanistica, portino modifiche, in meglio, del modo di essere e di vivere del Cittadino, nelle città, come nei piccoli paesi. Le nuove opere dovrebbero essere, sempre, in grado di generare e trasferire gioia e felicità sia nel diretto utilizzatore, sia nel casuale visitatore. 
I nuovi quartieri degli anni 70 del secolo scorso (Napoli, ...), con leggerezza dichiarati intelligenti anche da molte scuole universitarie, seppur orrendi esteticamente, scarsamente funzionali e socialmente perversi hanno dimostrato che anche l'urbanistica degli opportunisti può portare sofferenza e degrado nelle città. Non portare, certamente, il paventato e sbandierato "modo corretto di vivere".  
Purtroppo non sempre i progettisti riescono a centrare tale obiettivo.
L'affidamento di incarichi professionali, nell'ambito pubblico, è sempre stato condizionato dai rapporti fra professionista e committenza.  Anche i professionisti famosi, spesso, sono stati - e sono - scelti per una serie di condizionamenti che affondano le basi nell'ambito del codice penale o morale. La committenza pubblica fino a non molto tempo fa era libera di affidare incarichi ai professionisti giudicati idonei per lo specifico caso. La scelta, per gli incarichi di piccolo o medio impegno spesso era indirizzata verso quei professionisti che, esplicitamente, manifestavano apprezzamento e condivisione nell'operato e nell'ideologia del rappresentante del potere esecutivo. Incarichi importanti, di medio o alto valore, di norma, venivano affidati a soggetti di riconosciuta competenza. Col passare del tempo, per un fantomatico principio di convenienza e concorrenza, è stato introdotto il principio dell'affidamento d'incarico con "gara pubblica", gestita non dal politico detentore del potere esecutivo, ma dal funzionario incaricato (Dal politico!). Tale percorso, secondo l'affermato della politica avrebbe dovuto comportare la separazione delle funzioni di comando da quelle di gestione.  Così non è stato. 
Riporto alcuni nominativi di professionisti, per molti dei quali va riconosciuto l'elevato valore, indipendentemente dalla loro moralità, dai principi etici e morali e dalla loro capacità oratoria, non sempre convinta, espressa sul carro del potente di turno. 

Progettisti del passato. Senza etica. Senza scrupoli. Pronti a passare sul carro del vincitore.  
1)- Adolf Loos. Accusato, processato e condannato, nel 1928, per corruzione di minori (due bambine di 8 e 10 anni a cui avrebbe mostrato disegni pornografici e chiesto di posare nude). La pena fu sospesa per "incapacità mentale parziale"! 
2) - Le Corbusier. Era simpatizzante del regime fascista e collaborazionista con il governo di Vichy (Scrisse lettere a Pétain e fu membro di organizzazioni pro-regime). Tuttavia, dopo il 1943, si distaccò dal regime, e cercò, in ogni modo, di trovare agganci col nuovo potere emergente. Il suo coinvolgimento col potere fascista fu più ideologico che operativo. Nel libro "L'architetto e il diavolo" R. Giannantonio mette in risalto la caratteristica primordiale del famoso architetto (Valida per tutta la categoria?), ossia l'appartenenza, sempre, dalla parte del potere, da chiunque rappresentato (Stalin o Hitler, per lui non facevano differenza). Il potere, in quanto tale, era un diretto o indiretto potenziale committente. 
3) - Walter Gropius. Era più un coordinatore di idee che un vero e proprio progettista. Molti disegni della fase Bauhaus furono redatti e firmati da suoi collaboratori, come ammesso dallo stesso Gropius. Era un geniale e visionario organizzatore di eventi e di idee. Non certo un disegnatore progettista. Più che un problema etico quello di Gropius é una questione di ruolo professionale.
4) - Frank Lloyd Wright. Senza dubbio la Casa sulla cascata è uno dei suoi progetti più romantici. E lui ne era cosciente. Era un terribile narcisista. Molti hanno sostenuto che la tragedia di Taliesin, dove morirono l’amante Mamah Cheney, i suoi figli e altre 4 persone, fu usata per mettere in risalto detta sua caratteristica. Ha “sfruttato” la tragedia per fini pubblicitari deliberati? Non ci sono prove certe, ma il sospetto sorge spontaneo.
5) - Van der Rohe. È uno degli architetti più osannati nelle facoltà di Architettura. La figlia, Georgia, ha scritto un libro molto critico sul padre con giudizio non certo lusinghiero. Ella, tra l'altro, accusa il padre di aver fatto una rapida scalata sociale grazie a un matrimonio d’interesse. È pur vero che si tratta di una testimonianza soggettiva e controversa.
6) - Paolo Soleri. Architetto noto, ma non di vasta fama. Dopo la sua morte, nel 2017 fu accusato, dalla figlia Daniela, di molestie sessuali. La fondazione Soleri rispose prendendo le distanze, ma non esiste un procedimento giudiziario.
7) - Richard Meier. Molte sono le sue opere, di eccellente valore estetico, ubicate in tutto il mondo. Nel 2018, all'eta di 84 anni, é stato accusato, da cinque collaboratrici, di comportamenti sessualmente inappropriati (palpeggiamenti, avances).
8) - Philip Johnson. Aderì e supportò il nazismo negli anni '30, partecipò a eventi fascisti e sostenne, pubblicamente, Hitler. In seguito rinnegò tutto, come fecero tanti altri, ma il passato rimane lì presente e  pesante.

Progettisti del presente. Senza etica. Senza scrupoli. Pronti a passare sul carro del vincitore.  
L'attualità nell'affidamento di incarichi professionali.
Il recente sistema per gli affidamenti si basa su un meccanismo digitale, detto MEPA, gestito a livello nazionale. Teoricamente perfetto e garante della concorrenza. In vero il sistema è di discutibile efficacia e tutt'altro che corretto. Non è difficile constatare una lunga serie di incongruenze seguendo le gare di affidamento. Di seguito riporto alcune di esse.
-Ribassi d'asta inaccettabili.  Nel migliore dei casi di aggiudicazione per la stazione appaltante si riscontrano ribassi d'asta pari al 60 - 80% sull'importo a base di gara. Con la semplice conseguenza che il prezzo offerto è inferiore alla sommatoria dei soli costi certi necessari per svolgere l'incarico. 
Le domande di partecipazione alle gare di affidamento provengono da ogni parte della lunga Italia, con la conseguenza che, anche per piccoli appalti di servizi ci sono offerte provenienti da tecnici con studi posti ad oltre 1.000,00 km di distanza. Come farà il professionista aggiudicatario col ribasso del 60%, posto a circa 1000 km di distanza, ad eseguire compiutamente le attività previste nel bando di gara? Questa è la domanda che sorge spontanea all'ingenuo professionista che ha offerto un ribasso di poche unità percentuali, seppur trovandosi in prossimità del luogo dei lavori. Col tempo si capirà che il professionista incaricato trasferirà il suo incarico, in subappalto, ad altro collega il quale a sua volta lo affiderà, molto ragionevolmente ad altro ancora. Alla fine chi ci rimetterà di più, se ci pensate bene, sarà la stazione appaltante.
Questo meccanismo è applicato, sistematicamente, anche dalle compagnie di assicurazione quando devono provvedere al risarcimento del danno, che deve essere stimato. Una delle maggiori compagnie del settore, per esempio, se può tende a far passare più tempo possibile dalla data del danno e quando deve provvedere alla stima del danno provvede a nominare come consulente una società di servizi con sede in Milano, ora detta Aiuto (Help, in inglese). Questa società Aiuto gira l'incarico ad altra compagnia di servizi detta Aiuto 2, con sede a Genova. Essa, a sua volta, delega per la stima del danno altra società di servizi, detta Aiuto 3, con sede nella stessa regione del sinistro. Questa, infine, si rivolge al professionista tecnico della città del sinistro che svolgerà l'incarico.  Senza alcun dubbio le percentuali di competenza economica delle società deleganti saranno  a carico dell'utente ultimo.
- Le gare per gli affidamenti di servizi tecnici, oggi giorno, sono viste in modo identico a quello applicato per l'esecuzione dei lavori. Tale meccanismo è errato, inoltre, come per le gare dei lavori, spesso, nascono dei meccanismi perversi di corruzione che non fanno bene alla stazione appaltante. La prestazione di un servizio tecnico non può essere visto con la stessa modalità con cui si cerca una ditta per l'esecuzione dei lavori.    
- Bandi cuciti su misura. I bandi di gara per gli affidamenti di incarichi di progettazione, se si vuole leggere bene le carte, nascondono degli artifizi creati ad arte per agevolare questo o quel tizio. E dette agevolazioni, naturalmente, hanno un costo che andrà a finire nelle tasche di chi materialmente gestisce l'operazione. E chi sarà mai il soggetto che assume le funzioni di regista dell'operazione? La risposta è semplice. Il regista non può che essere colui ch'è a capo della stazione appaltante (O un suo delegato), oppure, in subordine, lo stesso dirigente tecnico incaricato per le operazioni di rito burocratico.
In Italia le gare di affidamento di servizi, spesso, sono come i vestiti costruiti su misura, andando dal sarto.
Le occasioni più paradossali si possono riscontrare in occasione di eventi impeditivi prolungati (Tempo di Covid), oppure in occasione di persistenti crisi economiche (Crisi economica mondiale). In questi casi andare a "confezionare" bandi con la richiesta del possesso di specifici requisiti di natura tecnica e/o economica, ovviamente svolta nell'intervallo di tempo specificamente previsto. Questa è la perversione allo stato puro. Questo meccanismo sta portando, e porterà, all'estinzione del merito nella libera professione. Per essere incaricato non è importante il tuo bagaglio di capacità e conoscenza è importante saper digitare, con doppia spunta grassetta le caselle giuste, e il gioco è fatto. 
Infine, riporto un caso sintomatico verificatosi in una importantissima città lombarda, riportato nella cronaca del mese scorso. Dei famosi tecnici, con esperienza internazionale, sono stati incaricati da un ente locale per la redazione di importanti opere di Architettura e fin qui niente di male. Peccato che, chissà come, per effetto di un eccesso di sicurezza e di senso di onnipotenza è venuto fuori che gli stessi professionisti incaricati siano coloro che sono stati chiamati, in modo diretto e indiretto, alla preparazione del bando di gara e alla scelta degli affidatari. Semplicemente, il classico caso di controllore coincidente col controllato. E queste coincidenze, contrariamente a quanto qualche Cittadino ingenuo potrebbe pensare, non sono delle rarità. Non sono, per niente, delle eccezioni. 

Conclusione. 
Dal punto di vista etico c'è differenza fra i progettisti (Famosi e non) del passato e quelli del presente?  Non sembra esistere, da quel punto di vista, alcuna differenza sostanziale. 
Altro discorso è quello che riguarda il merito, la genialità, la capacità professionale, artistica, di trasferire emozioni, con le loro opere.

Quella dei tecnici è stata, ed è, la classica categoria degli egoisti, degli opportunisti, dei megalomani, sempre pronti a saltare sul carro del vincitore. Chiunque esso sia. 
Questo è uno dei motivi per cui in giro per le nostre città possiamo vedere brutture, inestetismi, volgarità edilizie che, purtroppo, resteranno di monito per le generazioni future.
Ma, bisogna dirlo, ogni regola (Anche questa) ammette delle eccezioni. Rare, ma esistono. Ma sono in via di estinzione.