Nella vita capita, più o meno a tutti, di dover affrontare un grave lutto (La Mamma, il Fratello, un Familiare, ...), una grave perdita, con la conseguente necessità di metabolizzare lo stato di sofferenza derivante.
In condizioni del genere, guardando a ritroso, ci si domanda qual è stato "Il peggior giorno del lutto, il più triste, il più terribile?"
Il giorno peggiore del mio lutto:
- Non è stato, seppur terribile e indimenticabile, il momento e il giorno (31/10/1999, ore 21.00) in cui sono stato portato a conoscenza dell'evento tragico;
- Non è stato il giorno del funerale (02/11/1999, ore 16.00) del proprio caro. Giorno straziante anche per la presenza, col proprio dolore, di familiari, amici e parenti;
- Non è stato il giorno del compleanno in sua assenza (19 Marzo 2000).
No, nessuno di questi è stato ed è da considerare il giorno peggiore del mio lutto.
Il giorno peggiore è un giorno qualunque.
Ogni giorno qualunque, magari un giorno banale, oppure un giorno in cui ti capita di essere molto felice oppure molto triste.
- È il giorno peggiore del lutto quando ti succede qualcosa di molto bello e ti rendi conto che non puoi correre a raccontarglielo e condividere, con lui, la tua gioia.
- È il giorno peggiore del lutto quando ti capita qualcosa di brutto e non hai le sue parole che ti consigliano; non hai il suo sguardo e le sue braccia che ti sostengono moralmente e fisicamente.
- È il giorno peggiore del lutto quando ti succede qualcosa di molto bello e ti rendi conto che non puoi correre a raccontarglielo e condividere, con lui, la tua gioia.
- È il giorno peggiore del lutto quando ti capita qualcosa di brutto e non hai le sue parole che ti consigliano; non hai il suo sguardo e le sue braccia che ti sostengono moralmente e fisicamente.
Il giorno peggiore è una generica domenica pomeriggio in cui potresti essere felice a chiacchierare con lui, ad Argade, sotto la solita grossa quercia; invece non puoi più farlo. E la cosa fa tanto male.
E senti il vuoto, la sua mancanza, la tristezza che buca l'anima.
E pensi e rimpiangi il tempo passato.
E senti, più di ogni altra cosa, ciò di cui hai bisogno.
E pensi e rimpiangi il tempo passato.
E senti, più di ogni altra cosa, ciò di cui hai bisogno.
E quel giorno qualunque è un lungo giorno triste e malinconico durante il quale senti solo il bisogno di isolarti dal mondo intero e di ascoltare, da solo, il tuo silenzio.
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