Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

21 agosto 2013

FREMITI NEL SILENZIO DELLA SERA



E questa voce che mi chiama a sera,

questo murmure lento del mio fiume

questo pallido tempo della fine

passano ancora nella mia speranza

dannando un duro fremito d’angoscia.

Sbanda questo stormo di passeri ed impazza il grido dei rondoni.



Questo tempo che muore dentro il cuore

Mi germina nell’anima come canto di festa.

Oh quel lago  che s’immerge tra i monti su cui sfavilla il cielo!

E quel sorriso stretto sulla bocca come un fiore velato.

E il platano grandeggia nello spazio come bacio di donna innamorata,

Tutte le mie inquietudini  ti mando per sentirmi rapito dal tuo pianto.

Il gorgoglio del sangue  mi genera struggenti desideri

E canti d’altre feste...

Non cedo all’orologio della vita  che certo non sorregge i miei sospiri

E questa angoscia mi consuma dentro

Come spina di rosa avvelenata,

Io sento  Me  che  piange  e che dolora  ghermito nelle spire del silenzio

Io che a guisa di bimbo cerco un seno e occhi tenerissimi che sognano.

Amo l’alba  leggera prima che il giorno la trafigga e scuota

Amo il cielo disteso ad acquarello in un filo di luna  che vaneggia

E lo spazio che non ha confini e tutto ciò che corre oltre  la terra.

Quando smarrito alzo le braccia per toccare Dio.

Impalpabile è la carezza che non ho mai avuto,Donna!

E’ il sorriso che precede il tuono
 il tuo amore.

di Carlo A. PASCALE

   Questa è l'ultima (Ricevuta poco fa) lirica malinconica di Carlo. Invito i miei lettori alla lettura e rilettura di questa voce sommessa che si muove nella brezza della sera. E, comunque la pensiate, aspetto commenti  che, naturalmente, possono anche discostarsi dal mio punto di vista.
   Oggi (22/08/2013) ho aggiornato la poesia, secondo le piccole modifiche apportate dall'Autore.


3 commenti:

  1. POESIA DELLA VITA E DELLA MORTE CHENSI RINCORRONO BALENANDO TRA I FREMITI DELLA SERA CHE INCIOMBE E CHE PER TANTI VERSI SOMIGLIA ALLA MORYE. qUALCHE INCERTEZZA NELLA FORMA, QUALCHE IMMAGINE SMAGLIANTE. ok

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  2. Versi coinvolgenti e profondi che riflettono il lavorio dell'anima nella frenesìa del vivere e nell'apatìa del sogno. Grazie per la visita.

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  3. Vorrei stare in silenzio davanti a questa poesia travolgente che decora un animo dignitoso. Conoscere la solitudine e percepirne l'altezza, creare il vuoto e sentirne il peso. E' così che mi lascia questa poesia: con le vertigini di un dolore intenso quasi conosciuto. Chiederei a Dio di muovere sì, una "brezza" per sollevarti, per alleggerirti ma se fossi dio non aspetterei neppure un secondo per abbracciarti, baciare la tua pena e scioglierla.
    Cristina

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