Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

2 giugno 2013

LASCIATE ...



Ancora  una  grande malinconica "Poesiola"  di Carlo A. PASCALE;
che mi onora  facendomi leggere in anteprima le sue poesie  e  chiedendomi di pubblicarle sul mio blog.

LASCIATE …
Lasciate questi monti sparsi nel cielo
E questo mare che ci piove addosso
E l’aria incenerita dai veleni.
Io verrò dopo, dopo il momento della perdizione.
Lasciate che le stelle si disperdano per dove l’universo
È ancor più fondo.
Ma non toccate l’albero d’ulivo da sempre
Accanto al muro della casa.
Lì la mia pace talvolta scoppiava come trillo d’uccello
E respiravo l’alito di Dio.
Lasciate che le nuvole si annodino e a frange sparse
Corrano nell’aria.
Ma non toccate l’erba appesa al muro e i colori
Sparsi per i campi.
Lasciate che si muova il mio pensiero
A cogliere i miei dubbi e a illuminarli.
A frotte tempestose corrono le emozioni insaziate
E muore la mia attesa sulle pietre.
Lasciate  che io corra, che mi sperda, che vada  domandando tra le stelle.
Ma legatemi poi all’anello di ferro
Come cavallo dopo un lungo viaggio..
Lasciatemi che creda di cantare  nel silenzio lungo della notte,
quando la grande ala della vita si piega paga nella sua dolcezza.
E se verrò correndo, se non avrò parole, lasciate che mi sperda
Dentro l’acqua del fiume
Che scorre eterno dentro il firmamento.
Lì poserò col cuore del perdono.
Lì piegherò la testa e mi consegnerò ...
 di Carlo A. PASCALE

3 commenti:

  1. Nota un po' polemica.
    L'uomo vive un progetto mentre vorrebbe creare un quadro.
    La regola, i punti potenziano l'uomo a discapito della sua genialità? L'uomo è responsabile di un giardino mentre custodisce il suo nel cuore. Vive con questa contraddizione, e muore di solitudine...o in solitudine. Abbandonato o ben voluto?
    Forse è questo che mi affascina della sua poesia.
    Con affetto.
    Cristina

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  2. La ringrazio del suo intervento. Quanto ha scritto mi ha spinto a riflettere, anche quando ho trovato una grande difficoltà a capire. E comunque il mio giardino, il mio quadro è il nostro mondo nella sua infinita bellezza. Ma l'uomo qualifica tutto nei suoi stati d'anumo:lè è re e suddito. L'importante è che sia rimasta affascinata perché vuol dire che non ho poi parlato soltanto di me.. Non ho che frulli di meraviglia in testa quando scrivo ed un dio ( chiaramente minore)mi accompagna e talvolta ride.
    Un abbraccio. Grazie ancora
    Carlo A.Pascale

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  3. Effettivamente non era molto chiaro, cosa volessi dire ma lei ha compreso perfettamente.
    La nota polemica è indirizzata a Dio perché a volte la solitudine pare più un abbandono in una vita che non abbiamo scelto. In compenso ci ha lasciato un bagaglio di pensieri e di sogni che a volte ci fanno volare e a volte sono tristezze perché non si possono realizzare.
    Come vede con la sua poesia lei sa esprimere con molta più grazia di me il suo sentire.
    Un abbraccio e grazie per le sue attente risposte, da me sempre attese.
    Cristina

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