Siam fatti anche noi della sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio di un sonno è racchiusa la nostra breve vita.(Shakespeare/Bacone)

E' l'ambiente in cui veniamo cresciuti a determinare le nostre inclinazioni e le nostre aspirazioni.

4 giugno 2012

NUBI

"Grazie. Sapevo che sareste arrivate. Ero qui ad aspettarvi.
Bianche, grigie, nere, celesti, gialle, appena arrossate, infuocate ...
Siete giunte da nord, da sud, da est, e da ovest.
Lo so che verranno anche le altre
Che pioveranno da ogni parte del cielo
Che si pigeranno davanti ai miei occhi
Che si specchieranno nei miei pensieri.
Si ammasseranno nelle mie attese,
tremeranno nelle mie paure,
correranno nel mio disordine.
So più di quanto pensate che io sappia.
Come ogni altro uomo cresciuto su questa terra.

Talvolta eravate velate di azzurro,
sciorinate come un bianco bucato al sole e nel vento
garrule come la voce del cardellino
profumate come la zagara
leggere come le fantasie della mia anima.
A volte brontolone e cupe come il grido di guerra,
bolse e pesanti come la fame
traditrici, vendute al vento dell'inverno, violente
come il guizzo del fulmine che s'imprime nel cielo.
Alte come ricami, appena visibili, aeree
Quasi vibrazioni di violini incantati su magiche corde,
come sante mani perse nelle loro sensazioni.
Sfuggenti e tenerissime come il cuore di un petalo azzurro.
Ammassate e pestate dal vento che morde la terra, le acque, le case, gli alberi,
che solleva i deserti, che punge le onde e vortica
e travolge e grida e traccia nuovi destini
e passa frantumando le fatiche dell'uomo.
Frettolose e col respiro pesante
Come le idee esagerate dei violenti.

Stracciate, smicciate, fragilissime e vuote
Come le intenzioni di solidarietà.
Violente, terribili, gelate come i cuori logori
Come la morte che tutto raffredda e indurisce.
Affannose di tuffarvi nel mare con scarsa eleganza
Passavate mutando la forma, a passo lesto.
Quasi una parte di voi in gara con tutte le altre.
E a meraviglia muovendovi eravate quasi un leone
Quasi un cammello, quasi un signore inchiodato dal dubbio.
Quasi un orco o un uomo che crede di non essere più un uomo.
Ora che siete arrivate me ne vengo con voi per dove voi andiate
Quanto che si spenga il filo ed esca dal mio fardello.
Leggero se non più quanto voi mi lascerò menare
Per dove il destino corre e si affretta.

Era azzurro il mio cielo ed era mite
Ora ha tinte morbidissime e ansiti leggeri
Come voce che trema, come canto che cede.
Piangenti. Siete state piangenti e sommesse
Nelle giornate incerte ed uggiose e spropositate
A menar sulle nostre incertezze, con forza.
Ammassate, stregate come le angosce dell'esistenza.
Da sotto il sole avete spaventato le genti e indotto
Il fremito della vergognosa pochezza.
Squarciate, quando si apriva un occhio d'azzurro
Che al di là della fine menava per altri orizzonti.
Siete nel nulla quando sparite dal cielo?
Ed io verrò mai a girare il cielo con voi?
Silenziose siete state sempre silenziose, mie nubi."

di Carlo Antonio PASCALE.
Siderno, 04/06/2012

Commento: Qualcosa di magico che ti porta al reale significato della vita. Senza parole, davanti al canto malinconico di un Cigno.


4 commenti:

  1. Pensieri lievi questi del poeta,come le sue nuvole.A guardarle,lontane e libere o vicine e minacciose,ti fanno volare con la fantasia su altri mondi,altre dimensioni.
    Bello anche il tuo commento finale.Grazie pr aver condiviso questi bellissimi versi.Ciao Domus

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  2. Le nubi, queste strane amiche, sono sempre le stesse fin da bombi. Altri sogni. Con leggerezza, ci conducono spesso con loro. Assistono ai nostri cambiamenti, come noi ai loro. Da bimbi vivono all'esterno, ora sono dentro di noi, come parte di noi, e forse si creano dai nostri pensieri.
    Una bellissima poesia, emozionante e intensa. Porta con sé un'immagine tremolante di malinconia necessaria, di chi sa di più. Complimenti!!!

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  3. Ti ringrazio per aver letto la poesa e di esserti disposta ad accoglierla con grandissima umanità. I poeti ci sono perché ci so lettori come te. Non ho avuto alcuna perplessità nrllo scriverla, orse perché era già dentro di me e aspettava il suo turno. Non è poi così automatico come potrebbe sembrare dal mio dire. La ho assostita, l'ho sentita e voluta. S'è fatta. E sono felice.
    Grazie di cuore
    L'autore

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  4. Tu, Cristina, scrivi cose bellissime, ma ti prego di non fermarti, Conto
    inu a leggere e a scrivere, Consoli un poeta e lo rendi forte con i tuoi sentimenti. Sei la lettrice che ogni artista vorrebbe per amica,,,e vorrebbe avere vucuno.
    Un abbraccio Carlo a: Pascale

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